Pier Paolo Pasolini

1922-1975

A Bologna

Dopo numerosi trasferimenti, al seguito del capofamiglia Carlo Alberto, ufficiale di fanteria, nel 1936 la famiglia Pasolini ritorna ad abitare a Bologna, in via Nosadella 48. Pier Paolo, che qui è nato nel 1922, studia al Liceo "Galvani" e poi si iscrive alla facoltà di Lettere e si dedica completamente alla letteratura. Comincia a leggere autori classici, quali Petrarca, Foscolo, Leopardi, autori italiani contemporanei come Delfini, Gadda, Bilenchi e stranieri come Melville, Dostoevskij, Gogol. Appena diciassettenne si ritrova nelle aule dell'Università di Bologna, che sembrano ancora risuonare di "echi poetici carducciani".

Vive il clima dell'ermetismo, legge i libri di Montale, Cardarelli, Luzi, Gatto, Sereni, ricercati alla libreria Cappelli. Dirà poi: "Ero un ragazzino precocemente universitario; ma non vissi quell'esperienza da apprendista soltanto, bensì da iniziato".

Con tre amici, Francesco Leonetti, Roberto Roversi e Luciano Serra, come lui studenti di Lettere, nel giugno del 1941 progetta di fondare la rivista "Eredi". Parlerà di "ingenue relazioni letterarie coi miei coetanei che si interessavano a queste cose", alla ricerca di un fisionomia letteraria, di uno stile, mentre Serra ricorderà

incontri, mescolati con castagnaccio e vino sardo, ai Giardini Margherita, o ai piedi della statua di Garibaldi che si erge imponente di fronte al teatro che ancora conserva il suo vecchio nome di Arena del Sole.

"Eredi" non può uscire per disposizioni ministeriali sul consumo della carta. I quattro maturano quindi l'idea di stampare a proprie spese dei libretti di poesie. L'iniziativa è di Antonio Meluschi, che tra l'altro promette ai ragazzi di guadagnare qualcosa con collaborazioni alla pagina bolognese del "Corriere Padano", e di Otello Masetti della libreria Cappelli. Essi si mettono in contatto con Mario Landi, un venditore di libri antichi, che ha bottega in piazza San Domenico.

Nel luglio 1942, presso Landi, Pasolini pubblica a sue spese il primo volumetto di versi, Poesie a Casarsa. Si tratta di componimenti scritti nei tre anni precedenti, durante i mesi di villeggiatura passati in Friuli nel paese della madre. Il libro ottiene l'apprezzamento e le recensioni positive di Gianfranco Contini e Alfonso Gatto.

La notizia dell'interessamento di Contini per le poesie friulane lascia "esterefatti e felici" i suoi amici. Serra ricorda che in questa occasione "Pasolini ballò e saltò sotto i portici". Nello stesso anno escono da Landi Sopra una perduta estate di Leonetti, Canto di memorie di Serra e Poesie di Roversi. Il gruppo appare quanto mai coeso:

L'unità spirituale e il nostro modo unitario di sentire sono notevolissimi, formiamo già cioè un gruppo, e quasi una poetica nuova, almeno così mi pare.

Nell'aprile 1942 Pier Paolo pubblica il primo contributo critico su rivista: sul "Bollettino" del Comando Federale della GIL di Bologna esce un suo articolo a favore della poesia moderna.

In seguito comincia a gravitare nell'orbita della rivista dei Guf "Architrave", che ha come programma la cultura intesa come vita, con un continuo richiamo alla prassi, all'azione; insieme propone il rilancio del corporativismo e indica il fascismo come nuova civiltà del lavoro.

Il mensile vive tra il 1940 e il 1943, con molti cambiamenti nella direzione e nella redazione. Ha tra i collaboratori Enzo Biagi, Lamberto Sechi, Renzo Renzi, Guido Aristarco per il cinema; Roberto Roversi, Agostino Bignardi, Pasolini per la letteratura; Francesco Arcangeli, Gastone Beddo, Virgilio Guidi per l'arte.

Nel 1942 Pier Paolo vince i prelittoriali della cultura. Il successo prelude a una sua partecipazione ai littoriali previsti a San Remo, che però vengono sospesi a causa della guerra.

All'Università frequenta a Lettere le lezioni di Carlo Calcaterra, che gli sembrano lontane dalla sua condizione spirituale: "Cosa può importare a me, che idolatro Cézanne, che sento forte Ungaretti, che coltivo Freud, di quelle migliaia di versi ingialliti ed afoni di un Tasso minore".

Pensa di laurearsi in storia dell'arte con Roberto Longhi con una tesi sul barocco. Gli studi e il metodo critico dello studioso di Alba avranno un'influenza decisiva nelle sue opere letterarie e nei suoi film.

Oltre che alla letteratura si dedica anche al disegno e alla pittura. Frequenta il teatro e si appassiona al cinema grazie al cineclub universitario. Gioca spesso a pallone, come centravanti, nella squadra della facoltà, assieme al suo più caro amico e confidente Luciano Serra, vincendo nel 1941 il torneo interfacoltà. Considera lo sport "la più pura, continua, spontanea consolazione".

L'ultimo periodo bolognese è segnato dalla collaborazione con il "Setaccio", mentre dirada quella con "Architrave". Il "Setaccio" è una rivista mensile della Gil (Gioventù italiana del Littorio) di Bologna e tratta di politica, arte, letteratura, cinema, teatro, musica, radio, sport. Ne escono sei numeri, dal novembre 1942 al maggio 1943.

Il responsabile dell'Ufficio propaganda della GIL Giovanni Falzone - già dipendente dell'Archiginnasio e responsabile della Biblioteca popolare e della Biblioteca della Casa del Fascio - svolge funzioni di direttore, mentre Italo Cinti è consulente e Pasolini vice-consulente per i primi quattro numeri; Luigi Vecchi, Fabio Mauri, Mario Ricci fungono da redattori.
Collaborano inoltre Luciano Serra, una giovanissima Giovanna Bemporad (sotto lo pseudonimo di Bembo per nascondere la sua origine ebraica) e Achille Ardigò.

La rivista produce risultati ambigui, tra velati dissensi al fascismo e tentativi di conciliazione con la tradizione liberale. E' pervasa da un senso di religiosità, in cui cristianesimo e marxismo convivono come istanza morale per la nuova società del dopoguerra.

L'8 settembre coglie Pasolini a Livorno, dove è militare da una settimana. Di qui riesce a riparare a Casarsa, in Friuli, dove la madre è da tempo sfollata assieme al fratello, mentre il padre è prigioniero in Kenia. A Casarsa Pasolini rimane fino al 1949. Nel frattempo, nel novembre del 1945, si laurea a Bologna, relatore il prof. Calcaterra, con una tesi su Pascoli.

I rapporti di Pasolini con la città natale non si interrompono, anche dopo la sua partenza per Roma. Nel 1952 la ricorda in questi termini in una lettera a Luciano Serra:

Più passa il tempo, più si deposita nel fondo torbido, chiara e felice, la vita bolognese: e ho forti nostalgie.

Nel 1955 gli giunge dal vecchio amico e compagno Francesco Leonetti, assieme a Roberto Roversi e Gianni Scalia, la proposta di una nuova rivista letteraria, "Officina", che uscirà tra il maggio 1955 e il giugno 1959. Egli vi aderisce attivamente.

La rivista è improntata a un razionalismo dalle matrici gramsciane e marxiste eterodosse e a un neosperimentalismo che si contrappone alla letteratura ermetica e neorelista.

Alcuni giovani scrittori di "Officina", come Arbasino, Sanguineti, Giuliani, saranno in seguito protagonisti del Gruppo '63.

Anche dopo la chiusura di questa esperienza, Pasolini sarà spesso a Bologna per conferenze e convegni dai temi a volte provocatori, come la censura e l'erotismo. Inoltre vi girerà e ambienterà in parte i film Edipo Re (1967) e Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).

Laura Betti, sua grande amica e compagna, testimonierà del suo grande affetto per la città natale:

Pier Paolo amava Bologna, era grato alla sua bellezza. Forse, più di tutto, alla bellezza. (L. Betti)

La vita in breve

Pier Paolo Pasolini nasce nel 1922 a Bologna, in via Borgonovo. Durante l'infanzia è costretto a numerosi trasferimenti, con la famiglia, al seguito del padre militare. Il suo unico riferimento è Casarsa, paese d'origine della madre, alla quale è molto legato.

Nel 1925 nasce il fratello Guido, che avrà sempre per lui una venerazione. A Sacile, in Friuli, affronta l'esame di ammissione al ginnasio, che frequenta per il primo anno a Conegliano. In seguito la famiglia si trasferisce a Cremona e quindi a Scandiano.

Terminato il ginnasio a Reggio Emilia, è iscritto al liceo classico a Bologna e qui trascorre, fino all'Università, i suoi anni formativi. Durante la guerra passa le estati in Friuli, dove con altri amici letterati realizza la rivista "Stroligut" e fonda l'Academiuta di lenga frulana.

La lunga permanenza bolognese termina con l'arruolamento a Livorno e, dopo l'8 settembre 1943, con il ritorno a Casarsa e lo sfollamento della famiglia a Versuta, al di là del Tagliamento, in una zona meno esposta ai bombardamenti e alle rappresaglie dei tedeschi. Qui insegna ai ragazzi del ginnasio.

Nel febbraio 1945 avviene l'uccisione alle malghe di Porzus del fratello Guido, partigiano della brigata "Osoppo", per opera di altri partigiani garibaldini. La sua morte, conosciuta alla fine della guerra, ha effetti devastanti sulla famiglia.

Dopo la laurea a Bologna, Pier Paolo si stabilisce definitivamente in Friuli, insegnando in una scuola di Valvassone (UD). Inizia qui la sua militanza politica nella sinistra. Sul quotidiano "Libertà" di Udine nel 1947 scrive:

Noi, da parte nostra, siamo convinti che solo il comunismo attualmente sia in grado di fornire una nuova cultura "vera" ... una cultura che sia moralità, interpretazione intera dell'esistenza.

Collabora al settimanale del PCI "Lotta e lavoro", è segretario di sezione a Casarsa, ma non è visto di buon occhio nel partito. L'uso letterario della lingua popolare friulana è disapprovato, lo si sospetta di cosmopolitismo e di attrazione per la cultura borghese.

Una denuncia, nel 1949, per corruzione di un minorenne, dà inizio a una interminabile trafila giudiziaria e provoca l'espulsione dal PCI e l'ostracismo del mondo cattolico. Perso il posto come insegnante, in rotta con il suo ambiente e con la famiglia, si trasferisce a Roma.

Gli anni romani

Iniziano anni di incertezza e povertà, in cui conosce la realtà delle borgate romane. Per campare è costretto a vari lavori: comparsa a Cinecittà, correttore di bozze. La madre, che l'ha seguito a Roma, è ridotta a fare la cameriera.

Intanto, però, continua a preparare antologie di poesia dialettale e collabora alla rivista "Paragone" di Roberto Longhi, suo maestro a Bologna, dove pubblica il primo capitolo del romanzo Ragazzi di vita.

Grazie a un amico poeta trova finalmente un lavoro più stabile in una scuola di Ciampino. Quando nel 1954 lascia l'insegnamento, gli anni difficili sono ormai alle spalle: collabora per la RAI e pubblica La meglio gioventù, importante raccolta di poesie dialettali. Con l'amico Giorgio Bassani firma la sceneggiatura del film di Mario Soldati La donna del fiume.

Con Ragazzi di vita, edito nel 1955 da Garzanti, ottiene un grande successo, nonostante le critiche pesanti della cultura ufficiale. La Presidenza del Consiglio promuove contro di lui e Livio Garzanti un'azione legale, che porta per un anno al sequestro del romanzo dalle librerie, fino all'assoluzione giudiziaria. Tra coloro che difendono il valore dell'opera vi sono Carlo Bo e Giuseppe Ungaretti.

E' preso di mira, accusato o sospettato di vari reati. In questo periodo lavora anche per il cinema: scrive sceneggiature e esordisce come attore nel film Il gobbo del 1960. Mentre collabora alla rivista bolognese "Officina", pubblica varie opere: Le ceneri di Gramsci, premiato al "Viareggio", L'usignolo della Chiesa cattolica (Longanesi), mentre lavora alacremente al romanzo Una vita violenta (1959). Nel 1960 da alle stampe la raccolta di saggi Passione e ideologia e l'anno seguente il volume in versi La religione del mio tempo.

Del 1961 è anche il primo film da regista, Accattone, che suscita notevoli critiche e sarà il primo film italiano vietato ai minori di 18 anni. Seguiranno numerosi capolavori, spesso osteggiati e contrastati: La ricotta (1963), Il vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1965), Edipo re (1967), Teorema (1968), Medea (1970), la trilogia comprendente Il Decameron, I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte, fino a Salo' o le 120 giornate di Sodoma, uscito dopo la sua scomparsa, nel 1975.

Ai film alterna straordinari documentari, frutto di viaggi in vari paesi del mondo: Africa, Israele, Giordania, Yemen, Stati Uniti, India.

Considera la neoavanguardia letteraria come una "epifania del neocapitale dentro la cittadella della letteratura". L'affermazione di una idea letteraria lontana dalla storia e integralmente irrazionale lo respingono - assieme a Bassani, Moravia ... - ai margini della vita culturale.

Negli anni della contestazione studentesca assume una posizione originale rispetto agli altri intellettuali della sinistra, polemizzando sulla matrice borghese della rivolta. Collabora comunque con i giovani di "Lotta continua" e firma con alcuni di loro il documentario 12 dicembre. Pubblica, ancora per Garzanti la raccolta di saggi e interventi di critica Scritti corsari.

La mattina del 2 novembre 1975 è trovato morto a Ostia, in via dell'Idroscalo. Le esatte circostanze e il vero movente dell'omicidio non saranno mai accertati. Il poeta viene sepolto a Casarsa.


E dentro un cortile tagliato
dalla luce come in un caravaggesco senza neri, Longhi,
la Banti, con Gadda e Bassani. Roversi e Leonetti
e Fortini, scendono alla fermata dell'autobus,
con i saluti di Contini ...


  • Andrea Battistini, L'ambiente letterario dal secondo dopoguerra, in: Bologna Novecento. Un secolo di vita della città, a cura di Maria Letizia Bramante Tinarelli, Castelmaggiore, FOR, 1998, p. 63
  • Serena Bersani, Forse non tutti sanno che a Bologna... Curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconusciuti della città delle due torri, Roma, Newton Compton, 2016, pp. 288-290
  • Dizionario dei bolognesi, a cura di Giancarlo Bernabei, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. 2., p. 395
  • Carlo Donati, Strada Nove. La via Emilia e le sue curve, Ancona, Affinità elettive, 2020, vol. 1., pp. 269-272
  • Forse. Colloquio con Laura Betti di Francesco Emanueli, in: Bologna. Discorso sulla città, fotografie di Gianni Sandoni, Bologna, Cappelli, 1986, pp. 114-116
  • Luigi Martellini, Ritratto di Pasolini, Roma-Bari, Laterza, 2006
  • Andrea Paolella, Luciano Serra, I luoghi di Pasolini, Cinisello Balsamo, Silvana, 2010
  • Pasolini e Bologna, a cura di Davide Ferrari e Gianni Scalia, Bologna, Pendragon, 1998
  • Enzo Siciliano, Vita di Pasolini, Milano, Mondadori, 2005, pp. 65, 320-321

 

Luoghi
  • Casa della GIL piazza XX settembre, 6
  • Portico della Morte - Libreria Nanni via Musei, 8
  • Teatro del Corso - Casa Aliprandi via Santo Stefano, 31
  • Pontelungo - Prati di Caprara via Emilia Ponente, 307
  • Archiginnasio piazza Galvani, 1 Bologna
  • Caffè di San Pietro via dell'Indipendenza, 7
  • Caffè della Fenice - Bottega del fumista via Santo Stefano, 15. Bologna
  • Palazzo Poggi - Università degli Studi via Zamboni, 33
  • Liceo Galvani via Castiglione, 38
  • Casa - Via Borgonuovo via Borgonuovo, 4
  • Casa dello Studente - Sede del G.U.F. via Belmeloro, 1, Bologna
  • Libreria Cappelli via Farini, 6/b
  • Casa - Via Mascarella via Mascarella, 63/2
  • Villa Aldini Via dell'Osservanza, 35/a
  • Casa - Via Arienti via Arienti, 33
  • Libreria Palmaverde via de' Poeti, 4 Bologna
  • Ex seminario - Cinema Imperiale via Indipendenza, 6
  • Casa - Via Nosadella via Nosadella, 48
  • Libreria Antiquaria Mario Landi piazza San Domenico, 5
  • Giardini Margherita piazza di Porta Santo Stefano
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