Soppressione di vari monasteri femminili
Sulla base della legge del 24 pratile a. VI (12 giugno 1798) vengono soppresse le congregazioni religiose femminili e i loro beni consegnati alla nazione.
A Bologna sono chiusi i monasteri di S. Margherita, S. Pietro Martire, SS. Lodovico e Alessio, SS. Gervasio e Protasio, S. Maria Maddalena, Gesù e Maria, S. Caterina di Strada Maggiore.
Le monache sono trasferite in altri conventi della città. Possono portare con sé gli arredi delle loro celle o stanze.
Se lasciano il velo ricevono una pensione di 800 lire a carico dei loro conventi e pagano una tassa per la secolarizzazione.
E' loro consentito di abitare in uno dei conventi soppressi, senza però uso di chiesa, clausura, parlatorio e altri segni che distinguono una corporazione religiosa.
Le monache secolarizzate di Gesù e Maria continueranno a vivere unite e dopo 23 anni riprenderanno l'abito degli Agostiniani, andando ad abitare l'antico monastero dei Camaldolesi di S. Cristina della Fondazza, soppresso il 1° febbraio 1799..
Il loro convento sarà completamente demolito e i materiali serviranno alla costruzione del Teatro del Corso e del terrapieno a nord del giardino della Montagnola.
Le monache della Maddalena andranno in S. Guglielmo e in altri conventi domenicani. Lo spazio delle loro chiese - esterna e interna - verrà unificato e destinato a magazzino per il fieno degli occupanti francesi. Il convento, frazionato, sarà venduto a privati.
Il 3 settembre 1802 gran parte del chiostro e del convento con il prato antistante saranno acquistati da Pietro Bonini, coramaro, con l'idea di costruirvi un teatro (la futura Arena del Sole).
Le benedettine di SS. Gervasio e Protasio saranno distribuite in altri conventi dell'ordine e il loro convento verrà destinato a caserma.
Le monache di San Pietro Martire lascieranno il loro convento in Borgo Orfeo il 19 giugno 1798 e verranno ripartite in altri conventi domenicani: S. Maria Nuova, S. Agnese, S. Mattia, S. Giovanni Battista.
Dopo la vendita a privati del convento non rimarrà quasi più nulla, della chiesa solo la cappella maggiore, chiusa nel 1806, mentre il campanile sarà notevolmente ribassato nel 1819.
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, pp. 77-78, 407, note 76-77
- Mario Fanti, Confraternite e città a Bologna nel Medioevo e nell'età moderna, Roma, Herder, 2001, p. 599
- Alfeo Giacomelli, Ordini religiosi in età moderna, in: ISCBO, Storia della chiesa di Bologna, a cura di Paolo Prodi e Lorenzo Paolini, Bergamo, Bolis, 1997, vol. 2., p. 532
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, Bologna, Tipografia delle Scienze di G. Vitali, vol. 2., 1869, pp. 145, 159-160, 195
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna ... cit., vol. 4., Bologna, Società Tipografica dei Compositori, 1872, p. 180
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, pp. 124-125
- Marangela Pesci, Chiara Sirk, Ascoltando Bologna. Musica e luoghi della musica nel quartiere Porto, Bologna, Comune di Bologna, Quartiere Porto, Commissione cultura, 1992, p. 70