Una serie di risorse digitali dedicate alla documentazione della storia, della cultura, della società e delle istituzioni di Bologna e provincia con particolare attenzione all’800-900.

Dalla Cronologia

Accadde oggi, 03 dicembre.

immagine di Gratis per un giorno sull'Autostrada del Sole verso Firenze
3 dicembre 1960
Gratis per un giorno sull'Autostrada del Sole verso Firenze
Il Presidente del Consiglio Amintore Fanfani inaugura il tratto tra Bologna e Firenze dell'Autostrada del Sole. Il tracciato risale, dopo Sasso Marconi, la valle del Setta e oltrepassa l'Appennino al valico di Citerna, con una galleria di 680 m a 726 m di quota. Quindi raggiunge Firenze attraverso il Mugello. In circa novanta chilometri ci sono 67 ponti e 24 gallerie, che assieme misurano la metà del percorso. Per affrettare la costruzione, l'opera è stata divisa in 27 lotti per altrettanti costruttori, per cui vi sono manufatti come ponti, viadotti, contrafforti, diversi uno dall'altro. Il ponte a una campata sul torrente Aglio è a queste date il più grande d'Europa. I lavori sono stati condotti con turni di 24 ore. Gli operai hanno vissuto in baracche costruite accanto ai cantieri. Nel maggio 1959 circa 400 di loro sono stati in udienza dal Papa, che ha lodato "l'ardimentosa e nobile fatica". Il tratto appenninico è costato quasi il doppio di quello Milano-Bologna. E' costato anche 15 morti nei cantieri e circa 3.000 infortuni sul lavoro. Alle numerose vittime è dedicata la chiesa di San Giovanni Battista a Campi Bisenzio (FI) - conosciuta semplicemente come la “chiesa dell'autostrada”, opera di grande qualità in stile moderno dell'architetto toscano Giovanni Michelucci (1891-1990), posta simbolicamente a metà strada tra Milano e Roma. Il giorno seguente a quello dell'inaugurazione ufficiale, l'autostrada è aperta al pubblico gratuitamente. Una grande folla di bolognesi e fiorentini la percorrono avanti e indietro, approfittando della giornata festiva. Non mancano ingorghi e soste forzate per mancanza di benzina.
immagine di Aemilia Ars
3 dicembre 1898
Aemilia Ars
Un gruppo di nobili, raccolti intorno ad Alfonso Rubbiani e al conte Francesco Cavazza, fondano la Aemilia Ars, Società per azioni “protettrice di arti e industrie decorative nella regione emiliana”, con un capitale iniziale di 10.500 lire. Il sodalizio si ispira all'esperienza inglese delle Arts and Crafts di William Morris.Ne fanno parte gli artisti della “gilda” di Rubbiani, impegnati in questi anni nel cantiere di San Francesco: Achille e Giulio Casanova, Giuseppe Romagnoli, Augusto Sezanne, Alfredo Tartarini e altri.L'intento è quello di creare un centro di promozione stilistica collegato ai migliori artigiani della regione, coinvolti attraverso concorsi annuali. Il 31 gennaio 1899 esce il primo bando di 24 concorsi a premio.In particolare la società mira a procurare buoni modelli artigianali e disegni, anche attraverso ricerche filologiche e storiche, avendo alla base l'attenta osservazione e lo studio dell'arte medievale, come della natura, dalla quale si attingono “eleganti figurazioni zoomorfe” di derivazione liberty (Riguzzi).Offre il proprio patronato e un magazzino per l'esposizione permanente e la commercializzazione a produzioni che vengono giudicate conformi agli scopi associativi.Il successo dell'iniziativa sarà notevole, per quanto effimero: già nel 1900 la società aprirà un centro di vendita in via Ugo Bassi. Il cartello Aemilia Ars merletti e ricami annuncerà la produzione e vendita di “Dentelles et broderies, laces, Stickercien und Spitzen”.Nel 1901 la contessa Lina Bianconcini Cavazza (1861-1942), moglie di Francesco, assieme alla contessa Carmelita Zucchini Solimei e a Maria Chautré Bedot, avvia la sezione merletti e ricami, con lo scopo di insegnare un mestiere a ragazze senza istruzione e insieme educarle al gusto artistico. Viene usato il “punto antico” o “reticello”, tipico dei pizzi bolognesi ad ago del Rinascimento.Le lavoranti fanno capo a una sede centrale, che fornisce i disegni e distribuisce i lavori, allestisce mostre e organizza la partecipazione alle esposizioni del settore. E' l'unica parte di Aemilia Ars che avrà una attuazione duratura.
Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
22 ottobre 1985
Il Q.Bo' tempio del rock bolognese
Negli spazi dell'ex cinema President apre il Q.BO', un locale di tendenza che il quotidiano “La Repubblica” battezza come “il tempio del rock bolognese”. Il passaparola fa sì che già nella serata d'apertura vi sia un afflusso straordinario di quasi 3.000 giovani. Due società distinte gestiscono la struttura e gli spettacoli. Ogni sera è proposto qualcosa di diverso: concerti rock, folk e jazz, serate di discoteca a tema, dibattiti politici, teatro-cabaret. Dal Q.BO' transiteranno importanti gruppi jazz, da George Adams a Don Cherry, da John Mc Laughlin ai Lounge Lizard e molti altri. In poco tempo il locale sarà considerato il più interessante a Bologna e dintorni. Purtroppo il locale sarà travolto, oltre che da difficoltà di bilancio, anche dai problemi dovuti all'essere situato in un quartiere popoloso: il traffico fino a tarda notte, l'eccessivo rumore. Lascerà comunque un'impronta notevole nel panorama cittadino dell'intrattenimento e farà da apripista per una serie di future iniziative di successo: dal FreeGò, locale aperto d'estate al Parco Cavaioni, all'AFA di Villa Serena, al Made in Bo.
10 agosto 1859
La Lega militare dell'Italia centrale
Il governi dell'Italia centrale - ex ducati di Parma e Modena, ex Legazioni e Toscana - costituiscono una lega militare. Marco Minghetti - portavoce dell'opinione di Cavour - e Luigi Carlo Farini riescono a convincere il dittatore della Toscana Bettino Ricasoli (1809-1880), che teme una dura reazione degli stati cattolici europei. Viene riunito “un rispettabile esercito, appoggiato a fortificazioni anch'esse rispettabili” (Marcelli). Bologna è tenuta a mantenere, equipaggiati e pronti, circa 7.000 soldati. Il comando delle truppe della Lega è affidato a Manfredo Fanti (1806-1865), uno dei più validi generali dell'esercito sabaudo. Il Luogotenete Generale Giuseppe Garibaldi, comandante della Divisione toscana, viene scelto come vice. La creazione della Lega militare dell'Italia centrale è considerata un deciso passo verso l'effettiva unificazione dei quattro stati aderenti e una premessa dell'annessione al regno sabaudo. Lo scioglimento avverrà il 25 marzo 1860, con l'incorporazione delle unità costituite nell'Esercito sardo.
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biblioteca. salaborsa
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biblioteca. salaborsa. ragazzi
Scrittori e scrittrici
Libreria Palmaverde
Roversi era un "diavolo benigno", un uomo allegro e bizzarro, amato ma anche temuto per la sua intransigenza. I giovani andavano da lui con rispetto reverenziale, e lui aveva un consiglio e un aiuto per tutti. Pur avendo proposte da molti grandi editori, preferiva pubblicare in proprio, in ciclostile o affidandosi a tipografie artigianali. Nella libreria, oltre a volumi pregiati e rari, c'erano centinaia di opuscoli di poeti affermati o debuttanti. (S. Benni)
Gioacchino Napoleone Pepoli
Discende dagli antichi signori di Bologna. Fin da giovane scrive poesie e drammi di un certo successo. A 19 anni sposa una principessa, cugina del re di Prussia e si imparenta così con molte corone europee. Dopo la morte di papa Gregorio XVI indirizza, assieme a Marco Minghetti, una petizione al conclave, chiedendo riforme liberali. Non avendo essa avuto esito, si dimette dalla Guardia Civica, in contrasto col "governo dei preti". Riprende il comando della Guardia nell'agosto 1848, quando Bologna è assalita dagli Austriaci. Si distingue nei combattimenti alla Montagnola ed acquista così stima e prestigio presso la popolazione. Dopo il ritorno del potere pontificio, va in esilio per tre anni in Toscana e si ritira a vita privata. In questo periodo pubblica ancora commedie e scrive memorie sulla politica italiana. Nel 1859, grazie alla sua parentela con Napoleone III, riesce a ottenere una promessa di non intervento della Francia in caso di sollevazione delle Romagne. Nel governo provvisorio ricopre cariche ministeriali, Affari Esteri e Finanze, essendo governatore Luigi Carlo Farini. Nel 1860 è eletto Deputato nel collegio di Bologna e dal 1861 viene confermato in quattro successive legislature. Nel 1862 è ministro all'Agricoltura sotto il governo Rattazzi e lega il suo nome alla legge di unificazione monetaria. Tra il 1863 e il 1864 è ambasciatore all'estero e prende parte con Costantino Nigra alla "Convenzione di settembre". Nel 1868 è nominato Senatore del Regno e inviato a Vienna come diplomatico. È un generoso filantropo: alla sua munifica iniziativa si devono istituzioni come la Banca di Previdenza a Bondeno e la Società Artigiana a Bologna. Il suo nome figura negli elenchi della Loggia massonica "Galvani" di Bologna. Gioacchino Napoleone e il teatro Come autore di teatro Gioacchino Napoleone Pepoli è rappresentativo di un tipo di produzione poco impegnata, "formalmente elegante, ma superficiale" (Calore). Gran parte dei suoi testi drammatici risalgono al periodo dell'esilio dorato in Toscana e a Parigi dopo il 1849. In quell'anno fece rappresentare al Teatro del Corso un dramma a sostegno della resistenza di Venezia contro gli Austriaci. Incoraggiato dal successo di questa opera d'esordio, mise da parte gli studi di economia per dedicarsi in pieno alla scrittura teatrale. Fin dall'inizio si battè a sostegno di una drammaturgia nazionale, capace di contrapporsi all'invadenza di quella estera, soprattutto francese. Assieme ad altri giovani autori proclamò la necessità di un teatro patriottico, vicino ai problemi della società italiana, di un "teatro a tesi" in cui si affrontavano verità sociali, pur "affogate nel moralismo borghese". Pepoli passò a questo tipo di teatro, dopo essersi cimentato nel dramma storico con Elisabetta Sirani pittrice bolognese, "un infelice contributo da parte di un discreto drammaturgo dilettante", e con Ines de Castro, tragedia piena di svenimenti e rantoli "con gli occhi levati al cielo", portata in scena da Adelaide Ristori. Le tesi dei drammi sono di solito proclamate in titoli, quali Stravaganza e Rassegnazione, oppure Povertà ed Orgoglio. Quest'ultima commedia fu oggetto di una gara di bravura tra gli attori Gaetano Gattinelli e Luigi Domeniconi, con il pubblico che non sapeva se parteggiare per l'onesto decaduto o il nobile prepotente. In Rassegnazione di una madre e nel Mazzo di carte non mancava l'impegno civile. Nell'ultimo dramma, ad esempio, l'autore intendeva colpire il vizio del gioco, rovina dei giovani. Con Nessuno dei due, Pepoli tentò anche la strada della commedia brillante, ma senza ottenere grandi risultati. Nel 1874 il suo dramma in quattro atti Gabriella venne rappresentato a Modena con vivo successo di pubblico, ma fu stroncato pesantemente dalla critica, nonostante la sua finalità benefica. Con questo spettacolo, infatti, il marchese intendeva raccogliere fondi a favore degli operai licenziati dalle Fabbriche Cooperative di Bondeno. Deluso dalla stroncatura di Gabriella, Pepoli lasciò incompiuta la commedia Le Transizioni, in cui prendeva di mira la corruzione politica e che pare fosse il suo capolavoro.
Nuvole in Appennino