Una serie di risorse digitali dedicate alla documentazione della storia, della cultura, della società e delle istituzioni di Bologna e provincia con particolare attenzione all’800-900.

Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
10 agosto 1819
Ritorno di Byron a Bologna
Lord Byron ritorna a Bologna il 10 agosto. E’ stato di poco preceduto dalla contessa Guiccioli e dal suo legittimo consorte diretti a visitare alcune loro proprietà nel territorio di Molinella. I due alloggiano a palazzo Savioli, in via Galliera. L'appartamento affittato poco lontano da Milord è occupato dalla servitù. Il poeta vive di fatto a palazzo Savioli con i Guiccioli, sotto gli occhi della polizia pontificia, preoccupata per la presenza in città di un noto libertino e sospetto carbonaro. L'11 agosto assieme ai conti Guiccioli assiste all'Arena del Sole alla rappresentazione della Mirra di Alfieri, riportanto un "soffocante raccapriccio" per la prova dell'attrice protagonista Anna Maria Bazzi. Durante il suo soggiorno, il “Lucifero inglese” incontra "il fiore della società intellettuale" bolognese. Alcuni dei protagonisti frequentano il salotto letterario di Cornelia Rossi Martinetti, come Francesco Rosaspina e Antonio Basoli, apprezzati pittori e incisori, l'ingegnere Giambattista Giusti, il poeta Marchetti, il conte Francesco Benedetti, assiduo di Dante e assessore dell'Accademia Felsinea. Il professore Paolo Costa, che è tra i più assidui della contessa lughese, in seguito darà ospitalità ai due amanti nel suo rifugio di Firenze e a lui Byron dedicherà il poemetto The Bride of Abydos. E' assente invece da Bologna il critico e letterato Pietro Giordani, anch’egli caro amico della Martinetti e di Canova, conosciuto da Byron a Venezia. Tra gli incontri di Milord, molto apprezzato è quello con il cardinale Mezzofanti, definito un "portento glottologico". Il 15 settembre Byron e Teresa lasciano Bologna, sempre ben sorvegliati dalla polizia, e si separano dal conte Alessandro Guiccioli. Tornano verso Venezia, e lungo il percorso visitano Arquà e i colli Euganei. Milord sarà a Bologna un'ultima volta nell'ottobre 1821, di passaggio per Pisa. Nella "City of Sausages" farà ancora visita al cimitero della Certosa e al suo incredibile custode-cicerone Germano Sibaud, circondato di teschi.
18 aprile 1945
Fucilati sei partigiani della Brigata Matteotti di città
Il 16 aprile termina davanti al Tribunale straordinario di guerra di Bologna il processo contro un gruppo di appartenenti alla 3a Brigata Matteotti, arrestati il 26 marzo durante una retata della polizia e delle brigate nere e accusati di partecipazione a banda armata, diserzione e alto tradimento. Sei di essi sono condannati a morte e fucilati la sera del 17 aprile da brigatisti neri e militi del RAP (il Reparto Arditi della Polizia ausiliaria) presso le rovine dell'Ospedale Maggiore in via Riva Reno. Sono Otello Bonvicini (Giorgio, 1914-1945), comandante della brigata e rappresentante del Partito socialista nel comando delle SAP di Bologna (madaglia d'oro al V.M.), Salvatore Cabras, Federico Benfenati, Cesarino e Pietro Gruppi, Alessandro Ventura. Altri quattro patrioti - Vincenzo Baccaro, Mario Paganini, Giuseppe Poggi e Amedeo Simili - sono condannati all'ergastolo, uno a 15 e altri quattro a 10 anni di carcere. Il comandante Bonvicini è a lungo torturato e poi giustiziato, nonostante l'intercessione del cardinale Nasalli Rocca presso i comandi fascisti.
Edifici, giardini e canali
Ex Chiesa di Santa Lucia
Fatta erigere dai Gesuiti, a partire dal 1623, su disegno di Girolamo Rainaldi. Il maestoso interno, a navata unica, riprende lo schema della chiesa del Gesù di Roma, con ricca decorazione in stucco. La facciata è rimasta incompiuta così come la parte absidale e la cupola. L’attuale abside è di Vincenzo Vannini (1840). All’interno si conserva una Madonna col bambino dello scultore Giuseppe Mazza. La chiesa, restaurata nel 1988, è ora adibita ad Aula Magna dell’Università.
Giardino della Lunetta Gamberini
Il nome del giardino ricorda la linea difensiva voluta dal generale Fanti tra il 1860 e il 1867, che contava 9 forti e 17 lunette munite di cannoni intorno a Bologna e sparse fortificazioni sulle colline. La lunetta prese il nome da una Cà Gamberini che sorgeva nei pressi della via Emilia. L’ingombrante trincea fu un’apparizione effimera, perché il piano regolatore del 1889 ne decretò il rapido smantellamento. Furono conservati solo piccoli presidi, come la Lunetta Gamberini, adibita alla fabbricazione di fulminato di mercurio. Il complesso dell’area verde, che si estende per 14,5 ettari, è frutto di una serie di acquisizioni degli anni ’70. Circondata da una folta siepe con alberi di Giuda, forsizie, scotani, sanguinelli, sinforine e altri arbusti ornamentali, ospita al suo interno impianti sportivi, scuole, un centro sociale e un centro giovanile. Gli ampi prati sono spesso ombreggiati da filari di pioppi bianchi e tigli. Dall’ingresso di via Sigonio, oltre un prato alberato, si alza un rilievo, con le pendici rivestite di robinie, biancospini e olmi, che era probabilmente il nucleo centrale della vecchia postazione.
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