Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1797La Compagnia dei Lombardi non viene abolitaLa Compagnia dei Lombardi non subisce la soppressione, che in questo periodo colpisce le confraternite e le corporazioni religiose. In origine era una delle compagnie d'armi, che fungevano da braccio armato del populus, cioè della borghesia in ascesa nel XIII secolo. Rappresentava famiglie di origine lombarda in senso lato (da Brescia, Mantova, ma anche da Parma, Modena, Verona, ecc.) Dopo il declino delle compagnie d'armi nel Trecento, la Compagnia dei Lombardi è sopravvissuta come “sodalizio familiare e laicale” di tradizione storica, “senza alcuna connotazione fraternale”, fino all'arrivo dei Francesi. Ogni anno nella sua sede all'interno della basilica di Santo Stefano la Compagnia si riunisce per la nomina del Massaro e degli Ufficiali e per la tradizionale distribuzione ai “militi” delle focacce e delle candele. Nell'800 e nel '900, mano a mano che si estingueranno le famiglie antiche, altre verranno aggregate al sodalizio, fino al numero stabilito di cinquanta. Tra gli associati alla Compagnia si annoverano il card. Lambertini (poi papa Benedetto XIV), Baldassarre Carrati, Ludovico Savioli, Antonio Aldini. Nell'8-900 vi saranno Gioacchino Napoleone e Carlo Pepoli, Giovanni Gozzadini, il card. Giacomo Biffi.dettagli
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7 gennaio 1797La Cispadana adotta il TricoloreIl secondo Congresso cispadano, riunito a Reggio Emilia tra il 27 dicembre 1796 e il 7 gennaio successivo per preparare la costituzione della Repubblica Cispadana, adotta, su proposta del deputato di Lugo Giuseppe Compagnoni, una bandiera tricolore simile a quella francese, ma con il verde a sostituire il blu originale. Così recita il verbale della riunione di Reggio: “Compagnoni fa mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti. Viene decretato”. Il vessillo della Cispadana è a bande orizzontali con al centro una faretra e quattro frecce, che simboleggiano i quattro capoluoghi della Repubblica: Bologna, Ferrara, Modena e Reggio. Il pittore bolognese Mauro Gandolfi (1764-1848), professore dell'Accademia Clementina, è incaricato di disegnarne il modello. Vi sono precedenti in bandiere militari - Legione lombarda e italiana - e in quella proposta nell'ottobre 1796 dalla Congregazione filo-napoleonica bolognese. Tra gli ideatori sono considerati anche i patrioti della cospirazione antipapalina del 1794, Luigi Zamboni e Giovanni Battista de Rolandis, che adottarono coccarde con la stessa scelta di colori. E' comunque la prima volta che il Tricolore viene adottato come vessillo di uno stato sovrano. L'11 maggio 1798 la Repubblica Cisalpina lo introdurrà nella versione a bande verticali.dettagli
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9 gennaio 1797Napoleone e la moglie a BolognaBonaparte e la moglie sono a Bologna il 9 gennaio. Alloggiano a Palazzo Caprara. Alla sera il Teatro comunale è illuminato: “gente istigata e pagata da Napoleone” grida contro il Papa, i re, la nobiltà, cantando inni repubblicani, facendo tumulto. Vari distaccamenti di truppe francesi a cavallo e a piedi, molta artiglieria, truppe Cispadane e lombarde “molto ben vestite e armate” arrivano in città provenienti dalla Lombardia e dalla Toscana. Gli ufficiali sono ospitati nei palazzi, i soldati in vari conventi. In città i soldati “insolenti” commettono “infinite indecenze”, nelle campagne fanno “molte ostilità”, saccheggiando e uccidendo. I feriti vengono ricoverati in un ospedale militare ricavato nella chiesa e nel convento della Carità. Truppe, cannoni e munizioni sfilano nei giorni successivi verso Ferrara. Si sparge la voce che vadano ad affrontare gli Austriaci sul Po. La notte del 10 gennaio il Generale parte per Modena.dettagli
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17 gennaio 1797In pericolo i quadri nella chiesa della Carità trasformata in ospedale militareL'Accademia Clementina presenta una memoria all'Assunteria dell'Istituto delle Scienze perché venga impedita la dispersione dei quadri della chiesa della Carità, che sorge di fianco al canale di Reno. Poiché è in corso la sua trasformazione come ospedale militare, c'è il pericolo concreto che venga spogliata delle sue opere d'arte. L'Accademia chiede che le tele, che “più servir non dovessero alla Chiesa”, siano esposte in un altro luogo “a pubblica utilità”. Il convento dei padri del terz'ordine di S. Francesco è stato adattato in parte come caserma e ospedale militare fin dal settembre 1796. Con l'aumento degli arrivi di soldati feriti, anche la parte restante del grande edificio conventuale e la chiesa diventano ospedale. Questo sarà dismesso solo nell'agosto 1799, dopo di che la chiesa sarà restituita al culto, mentre il convento rimarrà ad uso di caserma e carcere.dettagli
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21 gennaio 1797La Costituzione CispadanaDopo che il secondo congresso di Reggio Emilia ha proclamato la volontà dei popoli cispadani di dar vita a una repubblica unitaria - andando oltre il desiderio di Napoleone per una confederazione militare - si riunisce un Comitato di Costituzione di otto membri, che procede rapidamente alla redazione della Costituzione Cispadana, ricalcata sul testo di quella francese dell'anno III. Abolita la nobiltà feudale - che però rimarrà di fatto al potere - viene eletto il Consiglio dei Sessanta, presieduto da Giovanni Paradisi, di famiglia agiata, e il Consiglio dei Trenta, guidato dal conte Marcantonio Isolani.dettagli
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21 gennaio 1797Il Teatro Civico MarsigliIl 21 gennaio cominciano gli spettacoli del Teatro Civico, “dipinto di nuovo e abbellito” dal proprietario, il marchese Angelo Marsigli Rossi. Costruito nel 1710 in un'area compresa tra Strada Maggiore e via Begatto, quasi in faccia a palazzo Hercolani, è stato nel corso del secolo il tempio delle opere serie e buffe, non sempre però eseguite “con molto decoro“. Sotto la protezione del conte Carlo Caprara, che ne assume la presidenza, ospita ora la Società Patriottica (o dei Patrioti) di attori dilettanti, che recitano senza compenso a scopo benefico. Molti di essi sono convinti che "le scene diverranno la scuola della morale e della virtù. Il popolo succhierà avidamente il puro latte dell'amore di libertà e di patria. L'ombra del vizio, il ridicolo del pregiudizio, il furore del fanatismo verranno esposti o dipinti coi più neri colori". Secondo i detrattori, la Compagnia Civica mette in scena “con sommo fanatismo” le rappresentazioni, che meglio possono “entusiasmare alla licenza, all'insubordinazione, al disprezzo dei gradi e dell'autorità”. La sala ha tre ordini di palchi con loggione. Le scene vengono dipinte gratuitamente dai pittori Antonio Basoli (1774-1843) e Pelagio Palagi (1775-1860), che sono tra i promotori dell'iniziativa. Maria Brizzi Giorgi e Luigi Zamboni si prestano come cantanti negli intermezzi e negli inni patriottici. Agli attori dilettanti si uniscono a volte simpatizzanti come Teresa Pikler, moglie di Vincenzo Monti. Il primo turno di spettacoli comprende tre tragedie di Vittorio Alfieri, Saul, Bruto e Sofonisba, due farse di Francesco Albergati, Il capriccioso e ll gazzettiere, commedie di Goldoni, Moliere e Voltaire. L'anno seguente prevarranno le opere in musica - Il marito geloso di Cimarosa, La Molinara di Paisiello - mentre vi saranno solo due recite in prosa. Tra i protagonisti della stagione 1799 vi sarà anche Anna Rossini, madre di Gioachino. Il cosiddetto “teatro giacobino”, colmo di retorica e comportamenti estremi, non avrà grande spazio nel Teatro Civico, preferendo come terreno d'azione le pubbliche arene. L'esperienza della Società Patriottica durerà con alterne fortune fino al 1798. Con l'arrivo degli Austro-Russi verrà sciolta d'autorità. Molti dei suoi componenti continueranno a calcare le scene cittadine in altre formazioni. Conclusa l'esperienza giacobina, il Teatro Marsigli riaprirà nel 1800 con il suo nome originario, riprendendo attività musicale per la quale era stato famoso nel '700. A partire dal giugno 1806 proporrà spettacoli lirici, con compagnie di giro di buon livello. Nel gennaio 1809 si rappresenterà Il matrimonio segreto di Cimarosa, per il carnevale del 1810 il dramma sentimentale Elisa del maestro Mayr, ambientato "nelle montagne di ghiaccio, cosidette del Gran San Bernardo". Tra il 1809 e il 1812 il teatro accoglierà la Compagnie Impériale d'Acteurs Francais. La sala chiuderà i battenti nel 1820 e il proprietario si rifiuterà di eseguire costosi restauri. Nel 1825 verrà abbandonata e in seguito demolita. Il cortile ricavato sarà adibito a deposito di cemento.dettagli
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24 gennaio 1797Puniti i responsabili del saccheggio di Madonna dei BoschiNella piazza del Mercato viene fucilato il legionario Bonaventura Ronchetti, riconosciuto come il principale responsabile delle violenze perpetrate il 6 gennaio a Madonna dei Boschi, un piccolo villaggio tra Monghidoro e Loiano. Di ritorno dalla spedizione voluta da Napoleone contro i ribelli della Garfagnana, una unità della coorte reggiana della Legione Cispadana si è abbandonata al saccheggio. Altri venti soldati di questa unità, dopo il processo del Consiglio di guerra voluto dal comandante francese della Legione succeduto al generale Rusca, sono stati condannati alla detenzione in carcere. Devono inoltre assistere incatenati all'esecuzione di Ronchetti, assieme a tutta la coorte reggiana schierata ai lati della piazza.dettagli
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31 gennaio 1797Napoleone passa in rivista le truppeGiunto in città assieme alla sorella e alla moglie nella notte del 30 gennaio, Napoleone si porta alla mattina del 31 nella Piazza d'Armi con il suo Stato Maggiore e passa in rivista le truppe francesi. Poi fa manovrare i traspadani e la loro artiglieria. Tra il 22 e il 25 gennaio sono arrivati a Bologna oltre diecimila soldati con “molti cannoni ed obici”. Gli ufficiali hanno preso alloggio nelle case private, mentre i soldati semplici hanno occupato i conventi cittadini. L'artiglieria è stata sistemata sulla Piazza Maggiore. Con lo stanziamento delle truppe, si moltiplicano “le immondezze, le impudicizie, le risse, le contese, le ubriachezze” dei soldati, che senza disciplina percorrono le strade “facendo quante ingiurie lor pare”. La sera del 31 gennaio il Generale e la consorte assistono a una rappresentazione e partecipano al veglione nel Teatro Civico Marsigli. Maria Brizzi Giorgi è protagonista della serata: canta, recita, assiste al clavicembalo “in qualità di maestra”, esegue un “vaghissimo” inno “in lode del Supremo General Bonaparte”. Durante la notte le truppe francesi e italiane cominciano a muovere verso la Romagna, dopo aver requisito cavalli, carri e cocchieri. Napoleone le raggiungerà il 2 febbraio.dettagli
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1 febbraio 1797Imola restituita a BolognaIl Generale Bonaparte scrive al Senato una lettera con la quale restituisce a Bologna la città di Imola, che anticamente faceva parte del suo territorio ed era stata poi “usurpata” dal papato. Nei giorni successivi vengono inviati deputati a prenderne possesso. Tra essi l'avvocato Aldini e il senatore Barbazza. A Imola, mentre i cittadini sono “sbalorditi e confusi” per l'arrivo dei Francesi liberatori, alcuni signori vengono tradotti a Bologna e guardati a vista nel convento di San Giovanni in Monte e il Gonfaloniere di Imola è condotto prigioniero al Forte Urbano. 150 militi della Guardia Civica bolognese prendono in consegna, a tre miglia dalla città, circa 1.000 soldati pontifici prigionieri e 14 cannoni.dettagli
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2 febbraio 1797La battaglia di FaenzaSul fiume Senio, nei pressi di Faenza, avviene il 2 febbraio la battaglia decisiva tra l'esercito pontificio comandato dal generale Colli e quello francese. La piccola guarnigione papale non può che opporre ai Francesi una debole resistenza. Dopo poche ore gli ufficiali comandanti e la cavalleria si ritirano a Faenza. 800 prigionieri sono consegnati dai Francesi ai Civici bolognesi, che li conducono dapprima in città, per poi inviarli verso la Lombardia. L'entrata delle truppe francesi a Faenza è celebrata dall'architetto Giovanni Antonio Antolini (1753-1841) con un arco trionfale in stile dorico. Le vittorie di Napoleone, che tra il 3 e il 4 febbraio conquista tutte le principali città della Romagna, da Forlì a Cesena, da Rimini a Ravenna, costringono la Santa Sede alle trattative per ottenere la pace e impedire l'ingresso delle truppe straniere a Roma. Il 19 febbraio, dopo tre giorni di discussioni febbrili, verrà siglato il trattato di Tolentino.dettagli
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11 febbraio 1797Festa patriottica per la resa di MantovaLa sera dell'11 febbraio è organizzata una festa patriottica nel Teatro comunale, come “attestato di riconoscenza” a Napoleone, in occasione della resa di Mantova e dell'annessione di Imola. Il palco è un grande padiglione tricolore dedicato alla Gloria, con in mezzo la statua della Libertà. Il padiglione è ornato con emblemi allusivi alla Vittoria del Conquistatore. La festa non è mai “senza suono”: quando terminano i balli, attacca una “ricca banda di Instromenti militari”. Molte fiaccole ardono nel piazzale antistante il teatro e anche l'atrio è ornato “di trumò, lumiere ed emblemmi militari”. Per il Carnevale, il Senato concede due veglioni gratis con maschera, ai quali però si può accedere solo se “decentemente vestiti”.dettagli
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11 febbraio 1797Abolizione dei feudiL'11 febbraio vengono aboliti tutti i feudi esistenti nel territorio bolognese. Il terzo Congresso cispadano, riunito il 21 gennaio precedente, ha condannato il “barbaro sistema feudale”, che tiene schiavi gli uomini. Ma mentre Modena e Reggio hanno subito provveduto, il Senato bolognese ha preso tempo, adducendo come scusa che i pochi feudi rimasti nel suo territorio non possono far danno al nuovo governo. All'arrivo dei Francesi, nella provincia di Bologna rimanevano ancora i feudi imperiali di Sparvo, Baragazza, Castiglion dei Gatti, tradizionale possedimento dei Pepoli, e alcuni feudi pontifici, come Castel Guelfo, concesso da papa Paolo II a un ramo dei Malvezzi, mentre un'altro ramo governava dal '400 la Selva di Molinella. Nel periodo napoleonico scompaiono anche gli ultimi feudi protetti da privilegi dei Malvezzi e dei Pepoli a Castel Maggiore.dettagli
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13 febbraio 1797Ammutinamento della Guardia CivicaIl divieto ad alcuni loro membri di entrare nel Palazzo pubblico provoca un ammutinamento della Guardia Civica, che alla sera si impossessa della porta d'accesso. I soldati urbani vengono rimandati alla loro caserma in San Procolo e lo stesso avviene nei teatri, davanti all'Albero della Libertà e ai cannoni portati da Faenza in Piazza Maggiore. Tutti questi luoghi vengono presidiati dai civici. Dietro le reiterate richieste del Senato, deciso a limitare e reprimere l‘attività dei giacobini, il 26 febbraio Bonaparte ordina l‘arresto di una parte dei “capi del tumulto” e di altri “manifestatisi troppo animosi”. Tutti vengono condotti in esilio nel castello di Milano. Tra essi vi sono Giacomo Greppi, Petronio Simoni, Andrea Barbieri, i fratelli Ceschi, Pio Samoggia e i fratelli Giuseppe e Rodolfo Gioannetti, che potranno tornare a Bologna solo nel mese di maggio. Con il loro ritorno riprenderanno “i canti notturni di canzoni patriottiche”, gli assembramenti per le strade, i “propositi ingiuriosi” nei confronti degli ex nobili trovati con il lacchè. Questa ripresa di spirito giacobino sarà da molti vissuta come una perturbazione della pubblica quiete.dettagli
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19 febbraio 1797Il Trattato di TolentinoI Francesi avanzano nello Stato Pontificio. Senza grandi ostacoli occupano Ancona e proseguono su Macerata, minacciando la provincia romana. Il 19 febbraio a Tolentino, dopo serrate trattative, i plenipotenziari papali firmano con il generale Bonaparte un trattato di pace particolarmente oneroso. Tra i 26 punti previsti, vi sono: la rinuncia ad ogni diritto su Avignone; la cessione delle legazioni di Bologna, Ferrara e della Romagna; il pagamento entro il 5 marzo 1797 di 15 milioni di lire tornesi dei 16 dovuti in base all'armistizio di Bologna e di altri 15 milioni in denaro liquido, diamanti o altri valori entro aprile 1797. E' ordinata, inoltre, la consegna di cento opere d'arte di prima grandezza, presenti in Vaticano e a Roma, e la liberazione di prigionieri politici e di guerra. In cambio il Papa ottiene la rinuncia di Napoleone a proseguire la guerra e occupare militarmente Roma.dettagli
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23 febbraio 1797Napoleone festeggiato a Bologna dopo la pace di TolentinoBologna tributa grandi festeggiamenti a Napoleone, giunto nella notte del 21 febbraio a Bologna dopo la pace di Tolentino. Fino al 26 il Generale alloggia assieme alla moglie, alla sorella e ad altri parenti a Palazzo Caprara. La sera del 23 febbraio Piazza Maggiore è tutta illuminata da fiaccole per la “festa repubblicana”, dedicata ai poveri. Vi sono fuochi d'artificio e un concerto della banda della Guardia Civica. Intorno all'Albero della Libertà sono piantate numerose picche e bandiere e in fondo sorge una piramide variamente decorata su cui svetta la Dea della Libertà. La fame del popolo è placata, in questo giorno di riconoscenza al Benefattore Bonaparte, “con una riguardevole distribuzione di pane in tutte le parrocchie”. Intanto nel pubblico teatro illuminato a giorno si tiene una festa di ballo gratuita. L'apparato è opera del pittore Mauro Gandolfi (1764-1834). Sul palcoscenico “magnificamente ornato” è sistemata la Dea della Pace con varie bandiere. Da un lato l'aquila austriaca è sovrastata da un gallo che la morde e la schiaccia. Sullo sfondo si scorge un'immagine della piazza di Mantova, da poco conquistata dall'Armata d'Italia. Tra le rovine dei “Baloardi” della Fortezza di Mantova è sistemata la Banda Militare, che nell'occasione “si distingue per la sua bravura”. Il giorno dopo nelle parrocchie saranno distribuite 18.000 pagnotte ai poveri, per festeggiare la pace con il re di Napoli.dettagli
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1 marzo 1797Bologna proclamata Centrale della Repubblica CispadanaAl termine di trentotto sedute il terzo congresso cispadano, riunito a Modena dal 21 gennaio al 1° marzo, proclama terminato il Piano di Costituzione, che dovrà essere approvato dai comizi elettorali delle città emiliane. La nuova carta, pubblicata l'8 marzo, prevede un triplo livello di elezioni e due camere di 60 e 30 membri, il potere esecutivo di tre membri e un'attività giudiziaria di impianto francese. La religione cattolica è la sola riconosciuta. Bologna è proclamata Centrale della Repubblica e sede del Direttorio. Il territorio della Cispadana è diviso, secondo il modello francese, in dipartimenti. Le terre del bolognese ne hanno quattro: dipartimento del Reno (Bologna), delle Terme (Vergato), dell'Alta Padusa (Cento) e del Santerno (Imola). La costituzione sarà approvata il 19 marzo dai comizi primari - pure con un'alta percentuale di voti contrari - ed entrerà in funzione il 26 aprile successivo. La costituzione bolognese, votata in San Petronio il 4 dicembre 1796, cesserà da questo momento di avere valore.dettagli
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5 marzo 1797Piano per le sedi degli organi di governo cispadaniL'Assunteria di Magistrati invia al Senato bolognese un' “istanza perchè siano preparate le sale pel corpo legislativo” della neonata Repubblica Cispadana e gli alloggi dei suoi membri più importanti. Viene determitata la destinazione dell'ex Palazzo Apostolico (o Palazzo Pubblico) a sede del Direttorio esecutivo, mentre il palazzo delle Scuole (l'Archiginnasio) dovrà ospitare le due assemblee legislative. L'ingegnere e architetto ticinese Giovanni Battista Martinetti (1764-1830), figura di punta dell'urbanistica bolognese per tutto il periodo napoleonico, è incaricato di sovrintendere l'intero progetto e Antonio Aldini ha il compito di reperire le fabbriche conventuali per gli appartamenti dei deputati. Per il Corpo Legislativo lo stesso Napoleone prevede una sede “grande e magnifica”, ben riconoscibile e tale da incutere “alto rispetto” e “la più distinta considerazione” nel popolo. Mentre il Palazzo Pubblico è da tutti considerato degno di diventare Palazzo Nazionale, molti dubbi sorgono sul trasloco dell'Università dall'Archiginnasio e in breve il progetto verrà abbandonato. La scelta, dopo un accurato sopralluogo di Martinetti, cadrà sul collegio Pontificio di Montalto per il Consiglio Maggiore, o dei Sessanta, e sull'ex convento dei Celestini per il Consiglio Minore, o dei Trenta, mentre per gli alloggi dei deputati si penserà alla ristrutturazione parziale, a cura dell'architetto Angelo Venturoli, dei conventi di San Procolo, San Bernardo, San Domenico e San Paolo. Tra il Palazzo Pubblico e l'ex Collegio Montalto si va delineando un “asse repubblicano” lungo la via San Mamolo, che forse non casualmente coincide “con il cardo maximo della Bononia repubblicana” (Ceccarelli). Il piano di interventi è già in fase operativa a metà marzo e prosegue celermente a partire dal Palazzo pubblico. I lavori saranno però generalmente rallentati e poi interrotti dagli eventi politici successivi. Nell'ottobre 1799, durante la Reggenza austriaca, il comandante di piazza Lezzeni farà cancellare ogni traccia e atterrare ogni “simulacro” del regime repubblicano dai palazzi dei consigli cispadani. La dignità di capitale cispadana, anche se di breve durata, costerà cara a Bologna, costretta ad anticipare le spese degli organi centrali della Repubblica (Marcelli). Spese che, nel caso delle opere architettoniche, non daranno alcun vantaggio. Benché incompleti e in gran parte abbandonati, i lavori per Bologna “centrale” saranno un “formidabile trampolino di lancio” (Ceccarelli) per Martinetti, riconosciuto come benemerito della patria e assunto come “architetto del pubblico”.dettagli
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10 marzo 1797Festa per la cacciata dei monaci di San Giovanni in MonteSotto la spinta dello spirito giacobino e dell'entusiasmo popolare l'occupazione dei conventi avviene con grandi festeggiamenti, quasi ad evocare la presa della Bastiglia. Il 10 marzo la cacciata dei monaci di San Giovanni in Monte è celebrata con una grande festa nella piazza antistante il convento. Per tutta la notte si canta e si balla al suono della banda cisalpina. E' abbattuta la croce presente al centro della piazza e al suo posto viene eretto l'Albero della Libertà. Tranne l'abitazione del parroco, tutto il convento diventerà carcere e sede del tribunale criminale speciale. Dopo la cessazione del tribunale rimarrà il carcere per i politici e l'ufficio di polizia cantonale. La parte verso via dé Chiari sarà occupata dalla caserma dei gendarmi (poi carabinieri), compresa la piccola chiesa della Madonna della Sanità.dettagli
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14 marzo 1797Interventi nel Palazzo pubblico per ospitare i padri della PatriaCominciano nel Palazzo pubblico “grandiosi e continui lavori” per distruggere “le infelici reliquie e vestigi dell'antico regime” e per approntare le sale e gli appartamenti dei “padri della Patria”, cioè dei membri del Direttorio Esecutivo della Repubblica Cispadana. Al piano terreno vengono riordinate le scuderie del Legato e rase al suolo le rimesse ormai “ruinate”, per rendere regolari i prospetti nel cortile degli Svizzeri. I lavori di più ampio respiro sono impostati negli appartamenti del Legato al secondo piano, dove operano con urgenza gli architetti Giovanni Battista Martinetti e Giovanni Bassani. Viene ridefinita la Galleria Vidoniana, ampio disimpegno tra gli appartamenti domestici. Lungo le pareti sono ricavate nicchie che ospitano statue in stucco. Quelle della Vittoria, di Minerva e di Giunone sono opera di Giacomo Rossi (1748-1817), quelle della Vigilanza e del Genio di Giacomo De Maria (1787-1838), al quale si devono anche altre decorazioni della sala. Nelle stanze residenziali viene sviluppato un ricco e omogeneo programma decorativo, con un vasto repertorio di simboli repubblicani - fasci consolari, are, tripodi, raffigurazioni della Vittoria - in parte manomessi all'epoca della Restaurazione. Vi partecipano numerosi artisti, tra i quali Mauro Gandolfi (1764-1834), autore di un affresco con la Glorificazione della Repubblica Cispadana, Antonio Basoli (1774-1843), che dipingerà una “tenda cispadana” - dove per la prima volta si ha “una rappresentazione ufficiale del tricolore italiano“ - Pietro Ognibene, Serafino Barozzi (1735-1810). Il giovane Pelagio Palagi (1775-1860), decoratore nella Camera della Vittoria, è al suo primo incarico pubblico. Suo è anche il progetto per una statua della Libertà da erigersi in piazza Maggiore, poi non eseguita. Con l'unione di Bologna alla Cisalpina, tutti i programmi urbanistici e architettonici destinati a qualificare la città come capitale verranno inesorabilmente sospesi e abbandonati. Anche le opere nel Palazzo pubblico - futuro Palazzo Nazionale - subiranno la stessa sorte, benché ormai completate. Un sopralluogo dell'arch. Giacomo Dotti durante la Reggenza Austriaca descriverà gli appartamenti al piano nobile destinati al Direttorio “rifatti di nuovo e accomodati e dipinti in ottimo gusto”, ma anche “affatto disabitati”. Con poca spesa sarebbe stato possibile renderli “in istato abitabile o perfetto”, ma niente sarà fatto anche dopo il ritorno dei Francesi.dettagli
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26 marzo 1797Una commissione per le opere d'arteL'Accademia Clementina presenta al Gonfaloniere del Senato una istanza affinché, in caso di nuove soppressioni, le opere da alienare siano sottoposte a periti delle varie branche dell'arte. L'Assunteria di Magistrati incarica a sua volta l'Accademia di un censimento delle opere d'arte ancora presenti nelle chiese e nei conventi soppressi e destinati alla vendita all'asta. Viene nominata una commissione di accademici incaricata di operare assieme alla Giunta dei Regolari, l'organismo di gestione delle congregazioni soppresse alloggiato in San Salvatore. Le visite iniziano l'8 aprile e in meno di un mese la commissione consegna all'Assunteria gli elenchi delle opere ritrovate in 102 edifici. Si tratta del primo inventario dei beni culturali bolognesi dopo le prime spoliazioni napoleoniche. Il 27 aprile il Senato ordinerà di portare le opere censite in deposito presso l'Istituto delle Scienze.dettagli
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27 marzo 1797Approvata la Costituzione CispadanaCon 75.000 voti favorevoli e 13.000 contrari è approvata il 27 marzo la versione definitiva, ritoccata da Napoleone, della Costituzione Cispadana. La proclamazione avviene dalla ringhiera degli anziani del Palazzo comunale, con la Guardia civica in uniforme schierata davanti a San Petronio, che alza i cappelli anziché sparare con gli schioppi in segno di una “non intensa” allegria. Il portavoce del Senato, rivolto agli astanti dichiara solennemente: "Voi cominciate a essere grandi". Al termine tutte le campane della città suonano a festa, tra l'esultanza del popolo. Il 28 marzo si tiene in San Petronio una cerimonia di ringraziamento all'Altissimo per l'approvazione della Costituzione. La piazza è illuminata con moltissime fiaccole e le bande militari suonano inni e canzoni patriottiche, mentre alcuni ballano attorno all'Albero della Libertà. Per circa un mese, tra l'aprile e maggio 1797, Bologna è designata Centrale della Repubblica Cispadana. In città viene avviato un piano coordinato di “architetture di stato”, destinate a ospitare le istituzioni più rappresentative della nuova repubblica.dettagli
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28 marzo 1797Progetto di allargamento di piazza dei CelestiniGli architetti Giovanni Battista Martinetti e Giovanni Bassani presentano un progetto per l'allargamento di piazza dei Celestini, davanti al palazzo destinato ad ospitare una delle assemblee legislative della Repubblica Cispadana. La piazzetta davanti alla chiesa di San Giovanni Battista è infatti ritenuta piccola e inadatta alla circolazione e alla sosta delle carrozze. Per l'allargamento si prevede l'abbattimento della stalla e di una parte della casa di fronte al monastero dei Celestini: lo spazio dovrà essere riselciato, rettificato e ampliato di tre volte, i prospetti riedificati in stile sobrio ed elegante. Raggiunto l'accordo economico con i proprietari, il progetto del nuovo piazzale “ampio e decoroso” non andrà, però, oltre le dichiarazioni di intenti. Il destino della Repubblica condizionerà l'esito di questo come di tutti gli altri progetti di trasformazione architettonica e urbanistica pensati nell'ottica di Bologna “capitale”.dettagli
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aprile 1797Vincenzo Monti soggiorna a BolognaVincenzo Monti (1754-1828), il poeta italiano più famoso, autore della Bassvilliana, che ha lasciato Roma dopo il trattato di Tolentino ed è diretto verso Milano, capitale della Repubblica Cisalpina, soggiorna per alcune settimane a Bologna, assieme alla giovane moglie, Teresa Pikler (1769-1834) e alla figlia Costanza. Nel capoluogo emiliano ha modo di conoscere alcuni protagonisti dell'ambiente letterario, quali Paolo Costa e Dionigi Strocchi, incontra e fa amicizia con Ugo Foscolo, che in città è impiegato come aiutante del Cancelliere e segretario presso il Tribunale. I coniugi Monti partiranno in luglio per Milano, lasciando in collegio a Bologna l'amata figlia Costanza. Teresa, una delle passioni amorose di Foscolo, ispirerà la figura della protagonista femminile delle Ultime lettere di Jacopo Ortis.dettagli
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6 aprile 1797I quadri del Gonfaloniere trasportati all'Istituto delle ScienzeI dipinti presenti nell'appartamento del Gonfaloniere in Palazzo pubblico vengono affidati all'Istituto delle Scienze, dopo l'abolizione di questa carica nella nuova Repubblica. Nella notte del 6 aprile alcuni membri dell'Accademia Clementina fanno trasportare e collocare in Palazzo Poggi otto importanti dipinti presenti in quella residenza. Si tratta di opere celebri e care ai bolognesi: tra esse il Pallione dei Sette Protettori di Guido Reni, il S. Agostino di Annibale Carracci, un ritratto di Raffaello e il San Girolamo di Simone Cantarini. E' trasferito anche l' Autoritratto del Reni, che in precedenza era nell'appartamento dell'abate dei Celestini. In questo convento si è insediato il Consiglio legislativo della Repubblica Cispadana.dettagli
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24 aprile 1797Piano per l'alienazione dei beni ecclesiasticiIl Senato bolognese, di fronte a un debito pubblico di oltre 6 milioni di lire, ha ottenuto, prima dal Papa e poi da Napoleone, il permesso di ipotecare - e in seguito di vendere - beni ecclesiastici. Nel dicembre 1796 la Giunta dei Regolari, aumentata dei senatori Carlo Caprara e Antonio Aldini, ha avuto l'incarico di redigere un piano di alienazione. Ispirato soprattutto da Aldini, esso prevede la vendita in massa dei beni ecclesiastici con condizioni molto vantaggiose: pagamento senza contante, versamento iniziale di un quarto del valore con saldo entro nove anni all'interesse del 5%, possibilità di utilizzare le polizze di contribuzione, ulteriori abbuoni per i pagamenti a breve termine o in contanti. Nonostante le obiezioni dell'apposita Assunteria creata dal governo - che osserva come esso favorisca soprattutto i monopolisti delle polizze di contribuzione - il piano viene approvato senza grandi modifiche. L'Editto della Giunta dei Regolari sulle "vendite de' Beni de' Conventi, e Monasteri soppressi" è promulgato il 24 aprile, ma provvisoriamente sospeso dal Senato, dove si affrontano gruppi con interessi contrapposti.dettagli
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27 aprile 1797La fine del Senato bologneseSi radunano a Bologna i consigli del Corpo legislativo della Repubblica Cispadana. Il Consiglio dei Sessanta è ospitato provvisoriamente in Palazzo Pepoli, in attesa della sistemazione definitiva nell'ex Collegio Montalto. Il Consiglio dei Trenta, destinato ai Celestini, comincia la sua attività in Palazzo Ranuzzi. Il 28 aprile è eletto il Direttorio Esecutivo, nelle persone di Ignazio Magnani, Lodovico Ricci e Gian Battista Guastavillani. La sede prevista per il Direttorio è il Palazzo Nazionale (Palazzo d'Accursio), ma le prime riunioni si tengono nel palazzo Magnani e successivamente, non essendovi qui “li necessari comodi”, in palazzo Zagnoni. Il 27 aprile il Senato bolognese ha rassegnato, per mano del suo ultimo gonfaloniere Gerolamo Legnani, il proprio mandato e concluso la propria esistenza plurisecolare. Il 2 giugno i suoi poteri saranno ceduti definitivamente alle nuove autorità della Cispadana.dettagli
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12 maggio 1797Il ritorno di Giuseppe Gioannetti, detto "il Matto"“Per connivenza del Generale Bonaparte” rientrano a Bologna, dopo la carcerazione milanese, Giuseppe Gioannetti, agitatore politico giacobino, e i “sussurroni” con lui imprigionati. Riprendono subito a predicare la democrazia, a cantare “tumultuosamente” per le strade e nei teatri, ricominciano il boicottaggio nei confronti dei conservatori e degli usi e costumi nobiliari. La casa del “Matto” Gioannetti diventa un centro di propaganda giacobina.dettagli
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13 maggio 1797L' "Alzira" e "La morte di Cleopatra" di Nasolini al Teatro ComunalePer la stagione di primavera è messo in scena al Teatro comunale il dramma serio per musica Alzira, composto da Sebastiano Nasolini (1768-1798) e Niccolò Antonio Zingarelli (1752-1837). Il libretto, tratto dalla tragedia di Voltaire Alzire, ou les Américains, sarà attribuito a Gaetano Rossi o a G. Cavaerta. I cantanti sono Elisabetta Billington (Alzira), Girolamo Bravura (Zamoro), Luigi Brida (Gusmano), Giuseppe Tamagni (Argeste) e Filippo Martinelli (Telasco). Segue il gran ballo eroico Frosina e Melidoro, inventato e diretto da Giacomo Onorati e dedicato alle cittadine bolognesi. L'opera successiva sarà La morte di Cleoparta, sempre del maestro Nasolini, seguita dal ballo Paolo e Virginia di Onorati. Anche i cantanti saranno i medesimi. Elisabeth Billington (1765-1818) è una cantante inglese dotata di modi affascinanti e una voce di grande dolcezza e potenza. Ha cantato a Napoli e in altre città italiane. Una grave malattia la costringerà nel corso dell'anno lontano dalle scene per diverse settimane. Al suo rientro verrà accolta con grande favore a Milano da Josephine Beauarnais.dettagli
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15 maggio 1797Abolizione della "girella"Per ordine del governo viene levata la “girella” o carrucola appesa sotto l'arco grande del voltone di Palazzo Re Enzo - detto anche il Voltone della Corda - tra piazza Nettuno e la piazzola della Canepa. Corda e carrucola erano utilizzati, dal 1604 fino all'ingresso dei Francesi a Bologna, per i pubblici supplizi. I “malfattori” venivano appesi con le mani legate dietro alla schiena. Sul voltone hanno ancora le finestre le carceri del Podestà, dette Furbarie. Nel 1798 un omicida sarà rinchiuso in questa prigione, prima di essere trasferito su un carro al patibolo in piazza d'Armi.dettagli
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16 maggio 1797L'ode "A Bonaparte liberatore" di Ugo FoscoloLe truppe francesi entrano a Venezia. La città si costituisce in Repubblica. Lo stesso giorno la Giunta di Difesa della Cispadana invia alla Municipalità di Reggio Emilia numerose copie stampate di un'ode a dedicata A Bonaparte liberatore. E' stata composta a Bologna dal poeta Ugo Foscolo (1778-1827), arruolato come brigadiere (e poi tenente onorario) dei Cacciatori a cavallo della Repubblica Cispadana. Il generale francese è esaltato come l'eroe che ha affrancato i popoli da antiche servitù e si è fatto garante della loro libertà. Di lì a pochi mesi, con il trattato di Campoformio (18 ottobre 1797), Napoleone cederà la Repubblica di Venezia all'Austria. Foscolo esprimerà allora il suo disincanto nel sonetto A Venezia.dettagli
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18 maggio 1797Le truppe polacche sorvegliano le porteGiungono a Bologna due divisioni di fanteria polacca al servizio della Repubblica Francese. La truppa è alloggiata nell'ex convento di San Giacomo, mentre gli ufficiali sono ospitati in palazzi privati. Ai Polacchi sono affidati servizi di ordine pubblico e la guardia di otto porte della città. A causa della loro condotta sconveniente nei confronti delle donne, scoppieranno a più riprese conflitti con la guardia nazionale, finchè il 20 settembre il contingente sarà trasferito a Ferrara.dettagli
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19 maggio 1797Modena e Reggio nella Cisalpina, la Romagna nella CispadanaDal quartier generale di Montebello Napoleone scioglie d'autorità il Direttorio della Cispadana e ordina il distacco dei membri di Modena, Reggio Emilia, Massa Carrara dal corpo legislativo della Repubblica, volendo unire queste provincie alla nascente Repubblica Cisalpina. In compenso il territorio della ex Legazione di Forlì, strappato allo Stato Pontificio, viene provvisoriamente a far parte della Cispadana. Il processo di costruzione del nuovo stato nel territorio emiliano sarà presto bloccato in nome di supreme esigenze politico-diplomatiche. Il 7 luglio la stessa Cispadana cesserà di esistere e sarà incorporata nella Cisalpina.dettagli
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27 maggio 1797Aboliti gli stemmi nobiliari e le livreeUn decreto del Senato ordina ai nobili di abbattere gli stemmi gentilizi e abolisce le livree. Entro otto giorni gli stemmi vanno tolti o cancellati, pena un’ammenda di 5 scudi. Il provvedimento scatena vandalismi da parte del popolo. Vengono guastati e deturpati pregevoli monumenti e i ruderi rimarranno a lungo visibili in città. Tra i monumenti presi di mira vi è la statua di San Petronio in Piazza di Porta Ravaegnana, dalla quale scompaiono gli stemmi di papa Innocenzo XI, del cardinale Pallavicini, del Comune di Bologna e dell'Arte dei Drappieri. Ai cittadini è fatto obbligo di portare la coccarda tricolore. I giacobini, assieme a “molta plebaglia” vanno di notte con i lumi accesi per le strade della città a cantare le esequie del Senato e a lanciare ingiurie sotto le case dei senatori. Il 2 giugno il popolo trascina per strada un catafalco di panno nero con sopra disteso un “bamboccio” travestito da senatore, con toga, parrucca e cappello triangolare. La folla canta "Morte ai tiranni" sull'aria del De Profundis e fa la pantomima di Girolamo Legnani, ultimo confaloniere. Alla fine la bara e il fantoccio vengono bruciati con un grande falò.dettagli
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giugno 1797Termina l'attività del Concerto PalatinoViene soppresso il gruppo di suonatori al servizio della signoria cittadina conosciuto come Concerto Palatino. Il Senato cittadino aveva già deciso l’abolizione nel 1779 per la difficoltà di mantenere una ventina di suonatori ben remunerati, ma quella effettiva, 18 anni dopo, è dovuta soprattutto agli sconvolgimenti politici del periodo giacobino (Gambassi). La formazione era fissata dal 1537 in otto trombe, quattro cornetti, quattro tromboni, due viole e percussioni. Gli strumentisti, spesso di ottimo livello, risiedevano a Palazzo pubblico e si esibivano due volte al giorno, alla mattina e alla sera dalla ringhiera degli Anziani a beneficio del popolo bolognese. Il Concerto Palatino suonava inoltre durante cerimonie pubbliche, ricevimenti e banchetti. Accompagnava anche funzioni liturgiche nella basilica di San Petronio e in altre chiese cittadine.dettagli
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5 giugno 1797I quadri dei conventi soppressi sistemati nel magazzino di Casa MalvezziSi concludono le visite dei membri dell'Accademia Clementina nei conventi e nelle chiese bolognesi soppressi per selezionare opere d'arte da tutelare. Il 5 giugno l'Amministrazione centrale ordina che i 440 quadri prescelti siano ricoverati nel magazzino di Casa Malvezzi. Intanto nei luoghi di culto ancora aperti, ma passibili di soppressione, i dipinti migliori vengono sostituiti con tavole di qualità inferiore. Nel 1801, alla vigilia delle ultime soppressioni, saranno 631 le tele raccolte, provenienti da 114 luoghi. Formeranno il nucleo originario della Pinacoteca bolognese.dettagli
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5 giugno 1797La Guardia NazionaleSpinto da Napoleone, il Comitato Centrale del Dipartimento del Reno organizza, con un regolamento di otto articoli, la Guardia Nazionale.Analoga a quella creata in Francia, è una istituzione fondamentale per la difesa dei principi costituzionali e una espressione della sovranità popolare, affermata dalla Rivoluzione Francese.Sono chiamati a farne parte tutti i cittadini maschi abili, di età compresa tra i 20 e i 55 anni. In tempo di pace svolge compiti di polizia municipale ed è presente alle parate e alle feste civili.Per il controllo della città è distribuita in quattro zone, ognuna con due battaglioni, ed è distinta in "sedentaria" per il servizio entro le mura e "mobile" per quello nelle campagne. In caso di guerra può essere chiamata a partecipare ad operazioni militari.Comandante della Guardia fino dalla sua istituzione è Sebastiano Tattini (1751-1817), che sarà onorato del titolo di Cavaliere della Corona di Ferro e morirà durante l'epidemia di tifo del 1817.La banda della Guardia Nazionale, sempre presente nei teatri e nelle parate per le strade cittadine con la sue musiche patriottiche, sarà diretta da Tommaso Marchesi, da Maria Brizzi Giorgi e da Francesco Barbieri (1758-1828), conservatore del patrimonio musicale di Padre Martini e promotore dell'educazione musicale a Bologna.Lodandone il valore, con l'epiteto di "brava", nella lotta contro "i malfattori e i faziosi", Bonaparte regalerà alla milizia bolognese ottocento fucili conquistati agli Austriaci.La Guardia sarà attiva per tutto il Regno d'Italia e verrà sciolta solo con la caduta di Napoleone e la successiva Restaurazione.dettagli
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6 giugno 1797Una "torma di fanatici" abbatte gli stemmiIl 5 giugno alcuni agitatori giacobini, tra i quali i fratelli Ceschi e Giuseppe Gioannetti, dopo un comizio davanti al Caffè degli Stelloni, percorrono le strade cittadine e sottraggono dalle case nobili diverse armi e stemmi non ancora cancellati, nonostante i recenti divieti. Il giorno seguente sono levate dalle chiese le armi delle cappelle nobiliari e quelle sulle inferriate e sulle panche, “deturpando ogni bel monumento”. Vengono rimossi gli stemmi in bronzo della fontana del Nettuno - saranno rimontati più avanti in ordine errato - e cancellati quelli del portico di San Luca, degli Scalzi e dei Mendicanti. Alcune sottrazioni non vengono autorizzate dal Comitato centrale di Governo, che ha appena rilevato i poteri del Senato cittadino.dettagli
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11 giugno 1797Albero della Libertà nella via ImperialeNel pomeriggio dell'11 giugno viene innalzato l'Albero della Libertà nella via Imperiale. E' presente la Municipalità di San Giacomo, la guardia civica, diversi soldati francesi e polacchi. Si fanno danze e si distribuiscono elemosine ai poveri. Al termine della cerimonia viene bruciato il Libro d'oro con l'elenco delle famiglie nobili, in precedenza portato dal giacobino Giuseppe Gioannetti in processione per la città. Un altro Albero della Libertà sarà innalzato il 30 luglio nella piazzetta del Corso, alla presenza della Municipalità di San Domenico, della Guardia Nazionale e del Battaglione della Speranza. Nel gennaio del 1798 un “delinquente” cercherà di bruciare l'Albero della Libertà nella via Imperiale. Su di lui sarà messa una taglia di 700 lire bolognesi.dettagli
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11 giugno 1797Tumulti contro l'aumento dei prezzi. Tre banchieri arrestatiEsplode nel mese di giugno il malcontento popolare. I prezzi delle merci aumentano in conseguenza del calo di valore della moneta con cui vengono pagati i salari. Alla testa del movimento di protesta, il giacobino Giuseppe Gioannetti tenta senza riuscirvi di far ritirare l'editto sulla moneta "erosa" di conio pontificio, ma ottiene comunque da Giovanni Vicini, presidente del Comitato Cispadano, la distribuzione di aiuti ai poveri e l'arresto degli "aggiottisti e monopolisti". A Bologna vengono imprigionati tre banchieri considerati i principali speculatori e affamatori del popolo: il marchese Raffaele Gnudi, arricchitosi con le vendite dei beni ecclesiastici, Pietro de Lucca e Valerio Morelli. Sono tutti accusati di "illecito mercimonio di Moneta Erosa".dettagli
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16 giugno 1797La commedia "La Rivoluzione"La compagnia comico-patriottica di Maddalena Battaglia recita al Teatro Zagnoni, per otto sere consecutive e con grande successo, la commedia La Rivoluzione. Il giovane conte Vittorio rinuncia democraticamente al suo titolo e ai suoi privilegi, riuscendo a convincere anche la fidanzata e il suo tirannico padre. Il “grandioso spettacolo” finisce con un inno a Bonaparte cantato insieme dagli attori e dal pubblico. Il “cittadino" Gioannetti, leader giacobino e nipote dell'arcivescovo in carica, promuoverà una replica gratuita della commedia in funzione di istruzione del popolo. Nel grande Teatro comunale la gente accorrerà entusiasta, rispondendo a viva voce ai passi più interessanti. La serata sarà memorabile e segnerà l'inizio di un nuovo corso di eventi teatrali, le "commedie patriottiche", che vedranno il pubblico profondamente partecipe e protagonista dell'azione scenica.dettagli
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26 giugno 1797I "barbieri" della democraziaIl comitato centrale pubblica un editto contro i “cittadini turbolenti”, che provocano disordini a teatro, si radunano di notte per le strade e si permettono “insolenze”, quali obbligare le persone a tagliarsi le code dei capelli. Alcuni agitatori giacobini vengono arrestati, tra essi i fratelli Giuseppe e Ridolfo Gioannetti, i fratelli Ceschi, l'ex conte Riario. Viene fermato per errore anche il pittore Luigi Cini, rilasciato poco dopo. Per l'avvocato di Gioannetti gli arresti sono ingiusti: il bargello è considerato “un satellite del tribunale dell'inquisizione pontificia”, che anche nel nuovo ordine agisce secondo “quelle massime che si convenivano all'uffizio suo” nei tempi passati. Condannati e rinchiusi in un primo tempo nel castello di Ferrara, sette “faziosi” sono riportati a Bologna, dopo una richiesta di grazia al Generale Bonaparte da parte dei loro familiari, affidati a soldati polacchi e distribuiti in celle separate nel convento di San Giovanni in Monte. Processati per cospirazione contro la sicurezza interna della Repubblica, i giacobini arrestati saranno tutti assolti il 22 luglio 1802.dettagli
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29 giugno 1797L'Agenzia dei Beni Nazionali. Altre soppressioniIl nuovo governo della Repubblica Cisalpina crea l'Agenzia Dipartimentale dei Beni Nazionali, con sede nel Collegio Montalto. Ha il compito di amministrare gli immobili delle corporazioni soppresse e di gestire il loro patrimonio artistico, subentrando all'Accademia Clementina. Questa ritorna ai tradizionali compiti di educativi e di consulenza sui restauri. Mantiene però la custodia dei beni in deposito presso la casa del senatore Malvezzi. I depositi presso l'Istituto delle Scienze sono tutelati dai membri di questo istituto. Il 17 giugno 1798 l'Agenzia dei Beni Nazionali si trasferirà nel convento di San Salvatore, in precedenza sede della Giunta delle contribuzioni. Il governo cisalpino continua inoltre nell'opera di soppressione delle corporazioni religiose e alienazione dei loro beni. Nel 1797 è la volta di Santo Stefano, San Procolo, San Giovanni Battista dei Celestini, San Paolo dei Barnabiti (11 marzo) e della Certosa di San Girolamo.dettagli
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1 luglio 1797Giovanni Ristori e il giornale "L'Abbreviatore"Dopo alcuni mesi di vita separata, “L’Abbreviatore” e il giornale “Discussioni preparatorie sopra gli Affari Pubblici” si fondono assieme conservando il titolo “Abbreviatore degli Atti della Repubblica Italiana e delle Novelle politiche degli altri Popoli”. Di piccolo formato a una sola colonna, “L’Abbreviatore”, che esce al sabato, presenta solo gli atti ufficiali e poche notizie, escludendo i “dettagli minuti” e le “insignificanti e interminabili ripetizioni”. Per non “stancare il sistema nervoso” del lettore sono bandite anche le recensioni librarie e teatrali, come gli avvisi natalizi e mortuari. Editore e curatore del giornale è il cittadino Vincenzo Sforza. A Bologna lo si può acquistare da Pietro Trebbi al Caffè di Galliera o da Giuseppe Lucchesini alla stamperia di S. Tommaso d’Aquino. Le “Discussioni preparatorie” sono nate dalla convinzione dei redattori che sia vicino “il momento felice” in cui il popolo possa occuparsi direttamente dei propri interessi. Quasi tutti gli articoli sono curati dall’avvocato Giovanni Battista Ristori (1755-1830), teorico liberale, ex giudice consultore del Podestà di Bologna e fondatore delle “Memorie Enciclopediche”. Sostenitore della “perfetta eguaglianza“ e favorevole alla “costituzione unica per un popolo libero”, già prima dell’arrivo dei Francesi animò una società letteraria a cui parteciparono alcuni membri dell’elite cittadina, quali Carlo Filippo Aldrovandi, Ferdinando Marescalchi, Antonio e Giovanni Aldini, poi protagonisti dell’epoca napoleonica.dettagli
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5 luglio 1797Il "Democratico imparziale"Il 5 luglio esce il bisettimanale “Democratico imparziale o sia Giornale di Bologna”, in quattro (poi otto) pagine. Riporta notizie dall'Italia e dall'estero e in chiusura offre recensioni di opere stampate da alcuni editori bolognesi. Diviene in breve il periodico più battagliero tra quelli pubblicati a Bologna. Nonostante l'imparzialità denunciata nel titolo, sarà in effetti molto partigiano e spesso al centro di polemiche. Il giornale esce dalla Stamperia del Genio Democratico di Floriano Canetoli, che pubblica altri due periodici giacobini dalla vita effimera. Sul “Genio Democratico o siano opuscoli di democratica istruzione”, stampato in sedici o venti pagine, scrive anche il poeta Ugo Foscolo, sostenendo l'indipendenza nazionale e la sovranità popolare. Il “Giornale Democratico del Gran Circolo Costituzionale” esce in formato piccolissimo ed è una sorta di organo ufficiale di questa importante associazione giacobina. Ne saranno pubblicati 19 numeri. Canetoli è un ex venditore di oggetti ed utensili in rame diventato tipografo nel 1792. La sua bottega, in via Altabella, sarà chiusa nel 1799, durante la Reggenza austriaca.dettagli
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12 luglio 1797Il Battaglione della SperanzaIl Battaglione della Speranza, formato di ragazzi dai 12 ai 18 anni, al comando del cittadino Salvaterra, ha il suo ritrovo nel convento soppresso di San Benedetto di Galliera. In questo locale i ragazzi compiono esercitazioni militari con canne e armi finte. La prima domenica di luglio, a tamburo battente e bandiere spiegate, marciano nell'Orto dei Poeti, dove si tiene un pranzo per gli ufficiali francesi, polacchi e delle guardie urbana e civica. Qui gli “speranzini” (speranzén in dialetto) fanno “diverse evoluzioni” e poi si dirigono verso l'albero della Libertà della via Imperiale, per ritornare infine al loro quartiere. L'istituzione della Guardia della Speranza sarà approvata dal comandante di piazza francese, generale Espert. Il 31 luglio il comandante Salvaterra rivolgerà un proclama agli alunni delle Scuole Pie per aumentare il numero degli "speranzini": Sortiti appena dall'infanzia, o piccoli cittadini, teneri arboscelli nel campo della Libertà, siete chiamati al servizio della Patria, la quale vi tende le braccia. Saranno molti gli scolari a rispondere all'appello, ma il corpo paramilitare non avrà lunga vita.dettagli
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25 luglio 1797San Michele in Bosco diventa ospedale militareL'ex convento olivetano di San Michele in Bosco, posto sulle colline a sud della città, è trasformato in ospedale militare per le truppe polacche. Il 25 luglio comincia a ricevere i soldati ammalati. Ben presto il magnifico monastero sui colli sarà in gran parte devastato e rovinato. Dal 1804 sarà adattato a casa di pena, arrivando a ospitare fino a 900 detenuti.dettagli
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27 luglio 1797Bologna da capitale a capoluogoIl Direttorio di Parigi decreta l'assorbimento della Repubblica Cispadana in quella Cisalpina, proclamata il 9 luglio da Napoleone. Milano è la capitale e Bologna diventa capoluogo del Dipartimento del Reno, come Vergato, piccolo borgo dell'Appennino, assurto al rango di capoluogo del Dipartimento delle Terme. Carlo Caprara è nominato Commissario dell'esecutivo del Dipartimento del Reno. Sfuma la speranza della città emiliana di essere centrale della Repubblica e inutili risultano le immense spese sostenute per la costruzione delle sale dei due consigli e del magnifico appartamento approntato per il Direttorio in Palazzo Pubblico, così come la preparazione di oltre cento abitazioni per i deputati della Cispadana. La nuova repubblica è indipendente solo formalmente: per eseguire le deliberazioni del Corpo Legislativo e del Direttorio occorre l'assenso di Bonaparte o di un suo rappresentante. Per compensare la delusione dei bolognesi, il nuovo Direttorio milanese delibera l'erezione nel capoluogo emiliano di una Scuola Militare, alla quale Bonaparte dona 800 fucili, “dé più inservibili”. La Scuola del Genio e di Artiglieria sarà in effetti realizzata a Modena.dettagli
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agosto 1797Luigi Galvani rifiuta il giuramento alla CisalpinaLo scienziato Luigi Galvani (1737-1798) rifiuta di prestare il giuramento civico previsto dalle leggi della Repubblica Cisalpina e richiesto a tutti i pubblici dipendenti. E' quindi costretto a rinunciare ai suoi incarichi. Invecchiato precocemente dopo la morte della moglie e in precarie condizioni di salute, con l'allontanamento dall'Università rimane anche privo di ogni forma di sostentamento economico. Il motivo dell'obiezione di coscienza è in buona parte legato alla sua profonda religiosità: di formazione filippina, egli è dal 1769 (19 giugno) terziario francescano presso il convento di S. Paolo in Monte.dettagli
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2 agosto 1797Muore Gaetano Lorenzo Monti, celebre naturalista ed eruditoIl 2 agosto muore il medico e filosofo Gaetano Lorenzo Monti (1712-1797) “esimio investigatore della natura, uomo d'ingegno e dalla memoria straordinaria”. Fu accademico benedettino, professore e presidente a vita dell'Istituto delle Scienze e Prefetto dell'Orto Botanico. Con la sua opera contribuì a fare della botanica una scienza indipendente dalla medicina. Nel 1753 pubblicò gli Indices botanici, compilati insieme al padre, anch'egli professore di scienze naturali e titolare della cattedra di semplici medicinali. L'edizione è arricchita da una storia documentata dell'Orto botanico bolognese. Oltre che celebre naturalista, fu anche un "instancabile raccoglitore di notizie patrie". Esaminò la maggior parte degli antichi documenti dell'Archivio di Bologna. Con la sua erudizione aiutò padre Mauro Sarti (1709-1766) per l'opera De claris archigymnasii Bononiensis professoribus a saeculo XI usque ad saeculum XIV, compilata per incarico del Papa e continuata dal Fattorini. Abitò in via San Donato, a poca distanza dalla chiesa della Maddalena.dettagli
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5 agosto 1797All'asta i beni degli istituti religiosi soppressiI beni degli istituti religiosi soppressi sono devoluti allo stato con decreto del 5 agosto e sono messi all'asta il 9 agosto. Le vendite servono a indennizzare i cittadini, che sono stati obbligati a versare grosse somme per le contribuzioni di guerra e hanno ricevuto in cambio cedole del debito pubblico. Alle prime soppressioni del dicembre 1796 ne seguiranno altre nel corso degli anni seguenti: nel 1797 verranno chiuse 46 corporazioni religiose, 189 nel 1798 e 36 nel 1799. Una seconda ondata di soppressioni sarà attuata tra il 1805 e il 1810, per un totale di quasi 300 conventi, monasteri, confraternite e congregazioni. Ad ogni corporazione verranno sottratte case, terreni, chiese, scuole. Saranno cancellate realtà millenarie come le abbazie di Nonantola e Monteveglio, assieme ai loro patrimoni artistici, archivistici e bibliografici. Parte dei conventi saranno utilizzati come caserme, magazzini, scuole, uffici governativi.dettagli
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11 agosto 1797"In una sola e medesima famiglia"Il Direttorio della Cisalpina, riunito a Milano in seduta plenaria, decide l'associazione delle provincie emiliane alla Repubblica. L'11 agosto il messaggio che annuncia “l'unione in una sola e medesima famiglia” dei popoli di Bologna, Ferrara e della Romagna è portato in città assieme all'ordine di Napoleone di mandare rappresentanti a Milano entro 24 ore per ricevere istruzioni particolareggiate. Quello bolognese è il primo dipartimento ad aggregarsi: senatori e anziani lasciano i loro incarichi ai funzionari del governo di Milano. Solo le istituzioni culturali, per intervento di Giovanni Aldini, mantengono la loro autonomia amministrativa.dettagli
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settembre 1797La Compagnia Pellandi al Teatro ComunaleA settembre si tengono al Teatro Comunale le recite della Compagnia Pellandi, che può contare su grandi attori come Giacomo Modena e Anna Fiorilli. Viene messa in scena “con concorso straordinario di popolo” la commedia repubblicana I doni democratici, che risulterà il più grande successo della stagione teatrale bolognese. Di aspetto imponente e dotato di gran voce, “ottimo dicitore d'ogni maniera di versi”, Giacomo Modena (1773-1841) avrà grande successo come interprete delle tragedie di Monti, Alfieri e Pindemonte. Nel 1798 pronuncerà al Circolo Costituzionale di Bologna un discorso anticlericale, in cui si scaglierà contro “il più assurdo dei governi dei Re”, quello teocratico. Il figlio Gustavo erediterà dal padre, oltre alla passione per il teatro anche quella politica e finirà implicato nei moti del 1831. Anna Fiorilli (1772-1840), sposata con il figlio del capocomico Giuseppe Pellandi, sarà considerata la più grande attrice della sua epoca. Nel 1807 sarà scelta come prima attrice della Compagnia Reale di Milano diretta da Salvatore Fabbrichesi. Terminata la sua splendida carriera, morirà in miseria nel 1840, dimenticata già “ventiquattro ore dopo aver lasciato il teatro”.dettagli
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13 settembre 1797Vietate le adunate. Controllo dei forestieriIl comandante militare della provincia generale Balland invita i cittadini a non radunarsi e a conservare la pubblica quiete. E' deciso uno stretto controllo dei forestieri, a partire dal loro ingresso in città. Essi possono rimanere solo con una carta di soggiorno, dopo aver denunciato le proprie generalità e il motivo della loro venuta. Gli albergatori sono inoltre tenuti a denunciare i loro ospiti. E' anche decretata l'espulsione entro 24 ore dei vagabondi forestieri. Per l'applicazione di queste disposizioni è creato un apposito ufficio di Polizia.dettagli
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ottobre 1797"Il ladro del Monte" in scena al Teatro ZagnoniSulla fine d'autunno la Compagnia Rossi tiene oltre quaranta recite al Teatro Zagnoni. Le commedie messe in scena sono di vario tipo, dalle tragedie di Alfieri all'azione serio-faceta Matilde Regina di Granata con Arlecchino suo buffone. Viene tra l'altro rappresentato un anonimo dramma popolare dal titolo Il ladro del Monte, ispirato alle imprese del falsario Girolamo Lucchini, che alcuni anni prima ha violato la cassaforte del Monte di Pietà bolognese. Il protagonista nella commedia, il ladro, appare come una sorta eroe popolare, mentre gli ululati dai palchi sono riservati soprattutto al pubblico accusatore Federico Pistrucci, il “più empio degli Uditori criminali della Corte di Roma”, che vuole il ladro del Monte “a tutta forza giustiziato”. Il magistrato fu tra l'altro responsabile dell'arresto e della condanna a morte di Luigi Zamboni e Giovan Battista De Rolandis, i protagonisti della fallita sommossa antipapale del 1794.dettagli
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1 ottobre 1797Il "Quotidiano Bolognese"Esce il 1° ottobre il “Quotidiano Bolognese”, erede dell'effimero “Il Repubblicano” e primo giornale a Bologna ad uscire ogni giorno. “Assai esteso e diffuso“ (Sorbelli), per la sua pubblicazione viene costruita un'apposita tipografia, la Stamperia del Quotidiano, diretta da Jacopo Marsigli. Contiene notizie locali e si chiude con numerosi annunci commerciali e avvisi pubblicitari. Dal novembre 1797 pubblica gli articoli del Barbiere di Scaricalasino, prima attivo sull' “Osservatore politico”. Ogni numero è un fascicolo di otto pagine e a fine mese trenta fascicoli sono rilegati assieme in un volume intitolato “Il Quotidiano Bolognese ossia Raccolta di notizie secrete”. Il giornale imita fogli analoghi pubblicati a Parigi, Londra, Milano, ma fin da subito assume un tono aggressivo, polemico, promettendo, al bisogno, di “far la guerra con tutti i giornalisti”. Nel giro di pochi mesi assorbirà, oltre che l' “Osservatore Politico”, anche l' “Abbreviatore”.dettagli
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4 ottobre 1797I sacerdoti devono giurare fedeltà alla RepubblicaUna legge del 4 ottobre obbliga vescovi e parroci a giurare fedeltà alla Repubblica. Papa Pio VI giudicherà “il giuramento civico“ illecito. Molti sacerdoti ritratteranno nel periodo della Reggenza, non intendendo “favorire l’esecrando sistema di libertà, vero Mistero d’iniquità, proposto dalla perfida fazione Francese”.dettagli
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5 ottobre 1797Gli Ussari bolognesiSu richiesta di Napoleone, in varie città della Repubblica inizia l'arruolamento forzato di 480 giovani provenienti dalle famiglie più benestanti, che dovranno vestirsi, armarsi e mantenersi a proprie spese (a parte il foraggio per i cavalli) e formeranno un corpo di Ussari diviso in tredici compagnie. E' il primo esperimento di leva forzata fatto a spese dei "benemeriti cittadini". A Bologna 41 coscritti fanno la loro prima uscita pubblica il 5 novembre, radunandosi in Piazza San Francesco e recandosi poi ad un ricevimento nella Sala d'Ercole del Palazzo comunale, dove il Preside Marescalchi consegna loro la bandiera tricolore. In seguito gli Ussari bolognesi compiono un giro per la città, accompagnati dai Corpi Civici e dalla banda militare, tornano a Palazzo per un lauto rinfresco e alla sera partecipano ad una festa da ballo in loro onore nel Casino Civico. L'11 novembre i giovani partono per Milano, lasciando le famiglie in grande apprensione. Nella capitale saranno spesso maltrattati, ma presto impareranno che, sborsando una adeguata somma di denaro, non sarà difficile ottenere il congedo.dettagli
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13 ottobre 1797I Raminghi alla MisericordiaL'Amministrazione centrale concede il convento della Misericordia fuori porta Castiglione - già occupato in parte da miserabili che vi alloggiano una sola notte - al conte Marcantonio Aldo della Badia, che nel 1795 ha fondato a Bologna una congregazione pia dedita al soccorso di bambini abbandonati per strada. I “ramenghi” sono accolti, mantenuti ed educati in conservatorio e si procacciano qualche soldo filando la lana o con altri lavori adatti alla loro età. Vestono di nero, con una croce rossa sul petto, e indossano un copricapo tondo. Il conte Aldo è aiutato da Cesare Calini (1743-1806) - che a sua volta ha aperto un istituto per fanciulle “derelitte” vicino al canale delle Moline - e da alcuni benefattori bolognesi. A favore dell'Opera dei poveri figli raminghi verranno organizzate a più riprese raccolte “in contanti e in generi”. Il complesso della Misericordia era, fino all'arrivo di Napoleone, dei padri Agostiniani. Anche l'antica chiesa è stata espropriata e spogliata dei suoi tesori d'arte. Le prestigiose tavole di Lorenzo Costa e Francesco Francia, dopo un periodo di permanenza al Louvre, torneranno con la Restaurazione ad abbellire le pinacoteche di Milano e Bologna.dettagli
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22 ottobre 1797Scossa di terremoto lunga e fortePoco prima delle 5 del mattino è avvertita una forte e lunga scossa di terremoto, che provoca il crollo di molti camini. Il sisma si fa “gagliardamente” sentire fino in Lombardia, in Toscana e nel cuore della Romagna.dettagli
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novembre 1797Riforme all'Università. Aboliti i collegi. Mons. Zambeccari Rettore unicoSono adottate misure di riforma degli studi universitari. In novembre sono abolite tutte le cattedre di diritto canonico, teologia e altre di scienza sacra “a carico della repubblica”. In dicembre si eliminano le corporazioni degli studenti, che eleggevano i Rettori e gli altri Ufficiali universitari. Con la nuova Costituzione viene meno la secolare potestà del Comune sullo Studio, che passa alle dipendenze dell'Amministrazione del Dipartimento del Reno. Essa elegge un Rettore unico provvisorio, nella persona di mons. Vincenzo Emilio Zambeccari, che sarà riconfermato per il 1798-99 e destituito poi dalla Reggenza austriaca. Nell'aprile 1798 saranno soppressi i collegi Pontificio e Cesareo, e quelli di Legge, Filosofia e Teologia, che abilitavano alle relative professioni. I loro beni saranno incamerati dopo il 29 luglio 1800. La loro sede, nel palazzo accanto alla cattedrale di San Pietro, verrà in parte trasformata: distrutta la cappella, gli altri spazi saranno trasformati in residenze. Dopo la Restaurazione i locali torneranno di proprietà della Curia e ospiteranno il copioso Archivio Arcivescovile.dettagli
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19 novembre 1797"Sgravi" a favore del popoloIl giornale "L'Abbreviatore" del 19 novembre elenca una serie di provvedimenti e di "sgravi" che favoriscono il popolo. Sono stati decisi a partire dal mese di luglio dalle autorità governative su iniziativa dei giacobini e nonostante l'opposizione dell'artistocrazia bolognese. Tra essi l'abolizione dei titoli nobiliari e dei feudi, la riforma del diritto penale, la tolleranza verso gli ebrei. A Bologna sono state eliminate le cedole e la moneta erosa, mentre il dazio sulla macina è diminuito di un quarto. Le tasse doganali sui prodotti "di universale consumazione" sono state ridotte. La decisione di unificare il prezzo dei sali in tutta l'Emilia ha portato "un ribasso di due quattrini e mezzo sopra ogni libbra". Al contempo è aumentato il prezzo di fabbricazione concesso ai poveri salinari di Cervia (RA), che da tanto tempo e invano reclamavano il provvedimento presso la corte pontificia.dettagli
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22 novembre 1797Liquidazione del patrimonio immobiliare dei Monti di PietàSu proposta dell'avvocato Giacomo Pistorini, incaricato dal governo di rispondere alle richieste dei creditori dei Monti di Pietà, è raggiunto, dopo molti vani tentativi, un compromesso. Esso prevede la liquidazione del patrimonio immobiliare dei Monti, ad eccezione delle loro sedi, e la restituzione ai creditori dell'ottanta per cento dei loro averi, con la promessa dei presidenti di corrispondere in seguito il resto del denaro.dettagli
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22 novembre 1797Legge sulla polizia tipograficaI fogli giacobini si moltiplicano, predicando l'ortodossia repubblicana: "Democratico imparziale", "Quotidiano Bolognese", "Genio Democratico" combattono una battaglia incessante contro i cattivi patrioti, gli aristocratici, il clero, gli speculatori. A volte se la prendono anche contro il governo o i francesi occupanti. Oltre i giornali fioriscono i libelli, i fogli volanti. La legge sulla polizia tipografica intende porre rimedio a questa "valanga di carta" incontrollata, “onde impedire tutti i mali effetti, che per colpa d‘intemperanti Scrittori derivar potrebbero in pregiudizio della Repubblica“. La stampa deve essere libera, ma non può degenerare in licenza. Secondo la nuova legge non è permesso "parlare con disprezzo di alcun governo", attaccare la Costituzione, calunniare i cittadini o le autorità, offendere la religione. Su ogni stampato, anche se anonimo, è obbligatorio il nome dello stampatore.dettagli
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3 dicembre 1797Opere di Voltaire e di Rousseau al Teatro MarsigliIl 3 dicembre al Civico Teatro Marsigli vanno in scena la Marianna di Voltaire e il Pigmalione di Rousseau, una cantata patriottica eseguita da Maria Brizzi Giorgi e dal tenore Luigi Zamboni e la farsa La Notte di Francesco Albergati Capacelli. Per il Teatro Civico, votato alle commedie patriottiche, è un periodo di stanca. Le recensioni del “Monitore Bolognese” testimoniano della scarsa affluenza di pubblico. La crisi è dovuta anche alla concorrenza del Teatro Zagnoni, votato in passato all'opera in musica, primo a Bologna a proporre il nuovo genere del melodramma. Dopo l'arrivo dei Francesi ha allargato il suo repertorio al teatro patriottico e rivoluzionario.dettagli
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7 dicembre 1797Abolite le corporazioni artigianeLe Corporazioni delle Arti vengono soppresse sulla base dell'articolo 384 della Costituzione Cispadana. Il 7 dicembre 1797 (17 Frimaio anno VII) il Ministro dell'Interno della Cisalpina decreta che i loro beni vadano all'Amministrazione centrale di Bologna. Questa ne delega il ritiro alle quattro Municipalità del Comune. Il 20 dicembre il Governo prende possesso dei beni dei Muratori, il 22 dicembre vanno al Demanio quelli dei Brentadori. Il 26 dicembre 1797 l'influente Università dei Notai, fondata nel XIII secolo, deve consegnare i propri beni al demanio per ordine dei Francesi. Nel 1800 sarà soppresso anche il Collegio Notarile, creato al posto della antica Compagnia. Il 28 dicembre sono demaniati i beni degli Speziali, una delle più antiche e prestigiose società bolognesi. Lo stesso giorno vanno alla nazione gli stabili dei Salaroli in via dei Ranocchi e i possessi dei Cartolari e dei Pellicciari. Nei mesi di gennaio e febbraio del 1798 - sempre su ordine del Ministro dell'Interno - le proprietà delle Arti vengono concentrate nell'ammasso dei Beni Nazionali. Il 3 gennaio è soppressa l'Arte dei Sartori, proprietaria di una "grandiosa" sala e di una cappella dedicata a S. Omobono. Il 5 gennaio vengono requisiti i beni della ricca Società dei Merciari. Il 7 il Governo si impossessa di quelli della Compagnia dei Calzolari. L'11 gennaio l'Arte dei Gargiolari deve lasciare la sua residenza in via Cimarie e i suoi beni sono avocati alla nazione. Il 14 è soppressa la Compagnia o Società speciale dei Cappellari, dei Tessitori, Cimatori e Scardassatori di Lana. Lo stesso giorno la Compagnia dei Barbieri consegna i suoi locali. Durante la Reggenza gli immobili, i beni mobili, i capitali delle corporazioni artigiane, consegnati alle varie Municipalità, saranno rivendicati dagli amministratori delle stesse, che faranno ricorso ai Tribunali, ottenendone la restituzione il 6 febbraio 1800, ad eccezione di quelli destinati a pubblica beneficenza.dettagli
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8 dicembre 1797Unione dei collegi. Abolite le accademie letterarie e le lezioni in latinoLe municipalità decidono l'unione dei due collegi di San Saverio dei Nobili e di San Luigi dei Cittadini. Il collegio dei Cittadini, in via Cartolerie, diventa una caserma. Il maestoso edificio fu iniziato per conto dei Padri Gesuiti da Antonio Torri (1655-1713) e terminato dopo la sua morte da Alfonso Torregiani (1682-1764). Nelle Scuole Pie, le scuole pubbliche attive dal 1616, si fanno bruciare gli staffili con i quali gli scolari venivano battuti per punizione ed è abolito il baciamano ai maestri, i quali mantengono il solo titolo di “cittadini”. Con il nuovo governo cessano le accademie letterarie e per il primo anno non si tiene quella dei Gelati in San Francesco per la festa dell'Immacolata. Nello Studio e nei collegi le orazioni di apertura dei corsi e le lezioni preliminari non si recitano più in latino. E' ammessa solo la lingua italiana.dettagli
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11 dicembre 1797Si levano i paracarri dai porticiPer ordine della municipalità di San Domenico vengono tolti i “fittoni” e i gradini a capo dei portici cittadini, visti, oltre che come intralcio alla circolazione, come appropriazione indebita di suolo pubblico. Laddove vi sono più di tre gradini vengono costruite delle rampe o discese. Tra i paracarri abbattuti ci sono i famosi Stelloni che delimitavano la piazza del Nettuno separandola dal Mercato di Mezzo e le colonnette con i leoni poste davanti al Foro dei Mercanti. Nel febbraio 1798 l'ex senatore Aldrovandi farà cavare dalla facciata del suo bel palazzo in via Galliera i 23 fittoni di marmo d'Istria presenti, rovinando il marciapiede. Viste come simboli del passato, anche le catene tra i paracarri saranno in alcuni casi rimosse e deposte come trofei attorno agli alberi della libertà.dettagli
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20 dicembre 1797Tolti i ritratti dei prigionieri politici dal muro del TorroneIl 30 brinoso (20 dicembre) "dietro ricorso di onorevoli cittadini" la Municipalità fa finalmente togliere i ritratti "infamanti" dei prigionieri politici dipinti sul muro del Torrone che guarda la Dogana (in via dei Vetturini, poi via U.Bassi). Tra essi, "per volere dei Giudici del dispotismo", è stato collocato quello di Luigi Zamboni (1772-1795), promotore nel 1794 assieme a Giovanni Battista De Rolandis di una sommossa - subito fallita - contro il governo papalino. Arrestato e detenuto a lungo in una delle peggiori celle del carcere del Torrone, il 18 agosto 1795 il giovane studente fu trovato morto, ucciso da "empia mano".dettagli
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23 dicembre 1797Apre il Circolo CostituzionaleIl 23 dicembre, in un locale attiguo al Teatro Anatomico dell'Archiginnasio, è inaugurato il Circolo Costituzionale bolognese. Tra i fondatori vi sono il prof. Luigi Valeriani e il conte Giuseppe Gioannetti. Ad esso si affianca il Piccolo Circolo o Circolo del Genio Democratico, sostenuto da Floriano Canetoli. Durante le adunanze, aperte a tutti i cittadini, si cantano inni patriottici, si ascoltano i discorsi degli oratori, si fanno collette per i poveri. I discorsi più meritevoli vengono pubblicati da Canetoli nella Stamperia del Genio Democratico. Tra le iniziative del circoli di Bologna, importanti saranno i pranzi patriottici, volti a sancire in forma cerimoniale l'uguaglianza di nobili e plebei, di ricchi e poveri. Le attività di questi particolari club rappresentano, nel periodo giacobino, tra il 1797 e il 1799, il tentativo di coinvolgere la popolazione urbana nella costruzione di una nuova società libera e laica, fondata su tre pilastri: buone leggi, conoscenza dei diritti e osservanza dei doveri.dettagli
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24 dicembre 1797Salvati gli stemmi dell'ArchiginnasioPer intervento dell'Accademia Clementina sono preservati gli stemmi degli studenti e dei docenti, che ornano le pareti dell'Archiginnasio, divenuto sede del Circolo Costituzionale. Essa infatti ottiene che venga conservato tutto ciò che può servire alla storia patria. Il salvatore degli stemmi è in realtà il cittadino Pietro Bacchelli, che ferma gli iconoclasti descrivendoli come "trofei dell'antiche grandezze dello Studio". Intanto nella vicina Sala Anatomica una mano di calce copre i preziosi legni ivi presenti, per proteggerli dai “rastrellatori di monumenti” (Ori). Una volta pareggiate statue e decorazioni, rimane solo un'aula disadorna, secondo "il gusto dei democratici".dettagli
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29 dicembre 1797Il clero messo in ridicoloAl Teatro Zagnoni è messa in scena la commedia intitolata Fenelon, ovvero le monache di Cambrai, di Marie-Joseph Chenier (1864-1811), fratello minore di André Chenier e compositore di commedie e inni rivoluzionari. Con un certo scandalo si vedono recitare monache e monsignori: il tutto per prendere in giro e mettere in ridicolo le autorità ecclesiastiche.dettagli
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29 dicembre 1797Riduzione delle feste di precettoUn editto dell'arcivescovo di Bologna cardinale Gioannetti riduce il numero delle feste di precetto. La decisione è motivata con la necessità di unificare il calendario festivo in tutta la Repubblica Cisalpina, prendendo a riferimento quello della capitale Milano. Si vuole inoltre favorire l'agricoltura e le altre arti, le cui attività sono impedite "dalla strettezza del tempo atto ai lavori" per i troppi giorni festivi. Tra le festività abolite vi sono quelle dedicate agli apostoli, ai SS. Innocenti Martiri, al rinvenimento della Santa Croce, a S. Anna madre della Vergine Maria. L'arcivescovo raccomanda comunque l'osservanza delle feste rimanenti "con maggiore puntualità, ed esattezza", assistendo alla Messa, compiendo buone opere e tenendo lontani "i bagordi, i tripudii e ogni altra cosa profana".dettagli