
Arpad Weisz e il razzismo nello sport
Contro il razzismo nello sport
Non fosse stato per le leggi razziali che comparvero nel '38, nel Bologna Arpad Weisz ci sarebbe rimasto chissà quanto. Dovette andarsene, dapprima a Parigi e poi in Olanda, ma la cosa più brutta fu il silenzio gelido che l'accompagnò. Nemmeno una riga sui giornali, nemmeno l'ombra di un pubblico apprezzamento per il lavoro fatto. Questo debito di gratitudine e di rispetto il Bologna purtroppo non ha mai potuto saldarglielo. Di Arpad Weisz e della sua famiglia si seppe un giorno che erano morti in un lager.
(G. Marchesini, Bologna: 80 anni di gloria, Bologna 1988, vol. 1., p. 136)

La statua racconta ...
Il 22 aprile 1945, il giorno dopo la Liberazione di Bologna, nello stadio Littoriale si installa il 56° ospedale militare d'evacuazione gestito dall'esercito americano. Un pilota brasiliano, che viene qui ricoverato, riferisce che, al suo arrivo, nello stadio vi era "uma enorme estatua equestre de Mussolini".

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