Cartigli di Bologna

edifici storici

Girando per Bologna, è possibile vedere su edifici antichi e contemporanei cartelli informativi di forma ovale situati in prossimità dei portoni. Sono i cartigli, i cui testi riportano brevi notizie storico-artistiche relative agli edifici: proprietari, architetti, opere d'arte conservate, eventuali restauri.

copertina di Chiesa dei SS. Cosma e Damiano
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano
Costruita nel 1641-44 per una compagnia di quindici Preti Secolari, detta del Suffragio Sacerdotale, fondata nel 1614. L'interno è affrescato da Flaminio Minozzi e Filippo Pedrini (1789). Nel presbiterio si conserva un dipinto di Domenico Pedrini. Nel pavimento si trova una lastra sepolcrale dei fondatori del tempio, che reca l'epigrafe SUBSIDIUM QUI PRAESTITERUNT HIC PRAESTOLANTUR (Coloro che procurano aiuto (lo) aspettano). Fu sede dal 1851 fino all'ultimo dopoguerra della Congregazione dei "Barbieri e Parrucchieri".
copertina di Sepolcri dei Glossatori
Sepolcri dei Glossatori
Si deve ad Alfonso Rubbiani (1891) l'attuale risistemazione dei sepolcri. La prima arca appartiene ad Accursio, morto nel 1265, e a suo figlio Francesco; quella a doppio colonnato ad Odofredo, morto nel 1265 e quella con le colonne sostenute da quattro leoni a Rolandino dei Romanzi, morto nel 1284. Quest'ultima è opera di Alberto di Guidobono e Albertino d'Enrico.
copertina di Palazzo Dal Monte
Palazzo Dal Monte
L'elegante architettura classica fu probabilmente disegnata verso il 1529 da Andrea Marchesi da Formigine. Tra il 1782 e il 1787 l'edificio fu completamente modificato all'interno da Giovanni Storni, per conto del nuovo proprietario Stefano Monari. In quell'occasione Gaetano Gandolfi affrescò nella scala il Ratto di Deianira (1783-84); altre decorazioni spettano a Serafino Barozzi.
copertina di Santuario della Madonna del Baraccano
Santuario della Madonna del Baraccano
L'edificio, addossato ad un tratto delle mura vicino ad un "baraccano", torre sporgente, fu edificato a partire dal 1418 per il culto di un'immagine della Vergine affrescata, forse, da Lippo di Dalmasio e magnificamente modificata al tempo dei Bentivoglio da Francesco del Cossa (1472). Nel 1524 fu ampliato e dotato di portico; nel 1682 venne innalzata la cupola di A. Barelli. Nell'interno dipinti di F. Zuccari, P. Fontana, C. Aretusi, G. Marchesi.
  • Chiesa di San Giacomo Maggiore piazza Rossini
    Edificata dagli Agostiniani nel 1267-1315; l'abside e le cappelle radiali sono del 1331-43; il campanile del 1336-1472; il portico, voluto da Giovanni II Bentivoglio, è del 1477-81; le cappelle e le volte della navata sono del 1493-99. Nel peribolo è la cappella Bentivoglio, forse di Pagno di Lapo (1463-68), con dipinti di F. Francia (1494 c.) e L. Costa; tomba di A. G. Bentivoglio, di bottega di Jacopo della Quercia (1435). Nell'interno dipinti di P. Veneziano, Jacopo di Paolo, Simone de' Crocifissi, P. Fontana, E. Procaccini, B. Passarotti, Innocenzo da Imola, L. Carracci, P. Tibaldi (Cappella Poggi 1552-61), D. Calvaert, B. Cesi, O. Samacchini.
  • Oratorio di Santa Cecilia via Zamboni, 15
    Antica parrocchiale, nel 1323 passò agli Agostiniani che la riedificarono nel 1359. A seguito della costruzione della Cappella Bentivoglio in San Giacomo subì un ridimensionamento operato da Gaspare Nadi nel 1483. Nell'interno è conservato un importante ciclo di affreschi eseguito, per volere di Giovanni II Bentivoglio, da F. Francia, L. Costa, A. Aspertini, C. Tamaroccio e G. M. Chiodarolo (1504-6) con le Storie della vita dei Ss. Cecilia e Valeriano.
  • Ex convento degli Agostiniani piazza Rossini, 2
    Prima delle soppressioni napoleoniche l'edificio apparteneva ai frati agostiniani dell'attigua chiesa di San Giacomo. Gran parte di questo vasto complesso conventuale, iniziato nel XIII secolo, fu modificato agli inizi del XIX secolo; rimane lo scalone progettato da Alfonso Torreggiani nel 1752, allora decorato con statue di A. G. Piò. Dal 1805 è sede del Conservatorio di Musica "Gian Battista Martini".
  • Palazzo Malvezzi de' Medici via Zamboni, 13
    L'edificio fu costruito su progetto di Bartolomeo Triachini nel 1560. All'interno si conserva un importante scalone realizzato, su disegno di Ferdinando Bibiena, da Alfonso Torreggiani nel 1725 e modificato attorno al 1930. Al piano nobile si trovano decorazioni ottocentesche di F. Cocchi, A. Muzzi, G. Dal Pane, G. Badiali, A. Pesci, L. Samoggia (1852-53).
  • Palazzo Malvasia via Zamboni, 16
    La costruzione duecentesca fu rimaneggiata ai primi del Cinquecento, epoca a cui risalgono le colonne scalanate e i ricchi capitelli corinzi. La facciata presenta un prospetto neopalladiano progettato da F. Tadolini nel 1760; in una sala affresco di G. Gandolfi. Nel cortile, al n. 18 di via Zamboni, è la statua di Pallade di P. Tadolini. Nel voltone, all'imbocco di via del Carro, c'è un mascherone dal quale veniva versato vino al popolo in occasioni speciali, come la nomina a gonfaloniere di un membro della famiglia.
  • Casa Rampionesi via del Carro, 4
    Edificio costruito nel XII secolo con un tipico portico a pilastri in legno con doppi puntoni. Nel sottoportico si possono osservare resti dell'antico basamento della casa-torre Marcheselli con mensoloni in selenite sull'antica porta.
  • Chiesa di San Donato via Zamboni, 10
    Edificata nel 1454 è stata modificata nel 1751, quando Francesco Orlandi dipinse con ornati architettonici l'intera facciata.
  • Palazzo Tubertini via Oberdan, 9
    L'antico palazzo dei Ludovisi fu del tutto ricostruito dalla famiglia Tubertini nel 1770, su progetto di Giandomenico Dotti, con l'assistenza di Raimondo Compagnini.
  • Monte del Matrimonio Via Altabella 21
    Fondato da Marc'Antonio Battilana nel 1583 per costituire la dote nuziale delle fanciulle povere "a beneficio de' figliuoli specialmente piccioli", l'Istituto si trasferì nell'attuale sede, già di proprietà dei Giovagnini, nel 1772. Nell'interno si trovano decorazioni settecentesche di Domenico Pedrini, Davide Zanotti, Vincenzo Martinelli, Giuseppe Jarmorini e stucchi di Antonio Gambarini e Giovanni Lipparini.
  • Casa già Ghisilieri via Altabella 10
    Nel cortile si conservano archi del XV secolo; di notevole pregio è la scala settecentesca, opera di Francesco Tadolini.
  • Torre Azzoguidi detta Altabella via Altabella 15A
    Costruita nel XII secolo, raggiunge l'altezza di circa 60 metri. La base, come in tutte le torri medioevali bolognesi, è in blocchi di selenite; a 28 metri da terra una risega restringe notevolmente la pianta della torre.
  • Torre Uguzzoni vicolo Mandria, 1
    Eretta nel XIII secolo, presenta due cavalcavia che la saldano alle case circostanti, già parte del ghetto ebraico cinquecentesco. Di notevole interesse sono la porta a sesto acuto e la finestra con terrecotte.
  • Ex chiesa di San Giobbe via Oberdan, Galleria Acquaderni
    Dell'antico edificio resta la facciata rinascimentale del 1494 con due portali. Qui ebbe sede l'ospedale degli infermi affetti dal "morbo gallico". Venne arricchita all'interno da stucchi di Giuseppe Mazza nel 1683. Dopo il 1808 l'ospedale fu trasferito nel luogo dell'attuale Sant'Orsola e la chiesa fu poi abbandonata; nel 1903 fu trasformata in luogo di passaggio e decorata da Giannino Lambertini.
  • Oratorio di Santa Maria dei Guarini via Oberdan, Galleria Acquaderni
    Sede della Confraternita omonima della Compagnia degli Artisti. L'attuale oratorio è un'elegante opera di Giuseppe Tubertini del 1788, decorato da stucchi e statue di Luigi Acquisti e pitture di Francesco Santini. Sull'altare si conserva una Presentazione al tempio di Bartolomeo Passarotti.
  • Chiesa di San Nicolò degli Albari via Oberdan, 14 Bologna
    Ricostruita completamente da Nicola Barelli intorno al 1680, ha subito restauri all'inizio del XIX secolo. Nell'interno è conservato un capolavoro giovanile di Giuseppe Maria Crespi, la Tentazione di Sant'Antonio (1690 c.)
  • Casa Azzoguidi via San Nicolò, 2 Bologna
    L'edificio risale al XIII secolo. La facciata a finestre gotiche presenta una caratteristica spia in laterizio sul fianco, verso via Oberdan.
  • Casa Bovi via Oberdan, 24
    L'edificio è quattrocentesco. In una finestra del cortile si può scorgere una statua in terracotta raffigurante il cane Tago che lo scultore Luigi Acquisti eseguì nel 1777 per volontà dei marchesi Bovi, che vollero così ricordare il loro fedele animale, caduto da quella finestra nel fare festa al ritorno dei suoi padroni.
  • Palazzo Bocchi via Goito, 16 Bologna
    Fu in antico sede dell'Accademia Hermatena fondata dall'umanista Achille Bocchi nel 1546. L'edificio, che la storiografia cinquecentesca vuole del Vignola, fu iniziato nel 1545 e modificato nell'interno da Ottaviano Mascherino. Sopra il basamento a bugne corrono versi latini tratti dalla prima epistola di Orazio e, in caratteri ebraici, versetti tratti dal Salmo 119 della Bibbia. All'interno sono conservati affreschi cinquecenteschi di P. Fontana.
  • Porta Govese o torresotto dei Piella via Piella
    Il torresotto o serraglio di via Piella appartiene alla seconda cerchia di mura, iniziata nel tardo XII secolo. Nel fianco del torresotto si conserva una Madonna con santi di Francesco Brizio, del XVII secolo.
  • Palazzo Grassi via Marsala, 12
    Di impianto duecentesco, il palazzo venne restaurato tra il 1910 e il 1913 conservando parzialmente il portico ligneo. Nell'interno si trova una galleria ornata con stucchi di Carlo Nessi e una cappella con l'Immacolata e angeli, di bell'effetto scenografico, opera dello scultore G. M. Mazza (1704) con decorazioni pittoriche di E. Graziani. In una sala, entro cornici in stucco, tempere seicentesche con prospettive di Andrea Monticelli.
  • Casa Bertalotti poi Buratti via Marsala, 25
    Nell'interno si trova una sala affrescata con Venere e Giove da G. B. Caccioli, G. Alboresi e F. Mondini (1661) e vaste tempere con il Sacrificio biblico di V. M. Bigari e il Ratto di Elena di G. Marchesi detto il Sansone (1725). Nel 1764 la casa fu acquistata da Antonio Buratti, amatore d'arte, per il quale Gaetano Gandolfi affrescò una Minerva.
  • Chiesa di San Martino via Oberdan, 25
    Fondata nel 1217, fu riedificata dai Carmelitani nel XIV secolo; il campanile romanico-gotico fu rinnovato nel 1728; la facciata è del 1879; nel portale laterale il rilievo con San Martino è di F. Manzini (1531). Nell'interno affreschi frammentari di Vitale da Bologna e P. Uccello (1437); dipinti di F. Francia, L. Costa, A. Aspertini, B. Cesi, Girolamo da Carpi, Girolamo Sicciolante da Sermoneta, A. Tiarini, L. Carracci, C. Gennari, V. M. Bigari. L'organo è di G. Cipri (1556). La sacrestia è del 1624; nell'oratorio affresco di L. Massari (1625). Sulla colonna nel sagrato Madonna di A. Ferreri (1705).
  • Palazzo Leoni via Marsala, 25
    Costruito nella seconda metà del Cinquecento secondo il gusto del Terribilia. L'edificio era decorato da affreschi, poi distrutti, di Nicolò dell'Abate; suoi anonimi seguaci hanno lasciato fregi dipinti in sale del piano nobile, con storie di Didone e della Guerra di Troia.
  • Casa Graziani via Borgo di San Pietro, 3
    questa casa apparteneva ad una famiglia di mercanti, ed è singolarissima imitazione, in dimensioni minime, di un atrio magnifico con scalone da palazzo patrizio. L'idea architettonica del ricco interno è attribuita ad Alfonso Torreggiani (1762 c.), e la decorazione in stucco, con rilievi e statue delle Virtù Cardinali, si deve a Gaetano Lollini, che realizzò anche i dipinti illusionistici nel vano della scala.
  • Palazzo Bentivoglio via Belle Arti, 8
    Iniziato nel 1551 su probabile disegno di Bartolomeo Triachini, per un ramo collaterale della casata gentilizia dei Bentivoglio. Presenta un maestoso cortile, incompiuto, a due ordini, eseguito su progetto di Domenico Tibaldi e poi completato da Giovanni Battista Falcetti nella prima metà del XVII secolo. Nell'interno si conservano affreschi settecenteschi di U. Gandolfi, N. Bertuzzi e C. Lodi.
  • Palazzo Bianconcini via Belle Arti, 42
    L'ornato della porta è di Francesco Tadolini (1770). Lo scalone con prospettive fu dipinto da Pietro Scandellari. In un'alcova al pianterreno scenografici stucchi di Giuseppe Mazza con ornati di Ercole Graziani Seniore. Al piano superiore importanti sale affrescate da G. G. Dal Sole e E. Haffner con Arianna e Bacco, da G. Gandolfi e P. Fancelli con l'Abbondanza e una cappellina con l'Allegoria della Fede di G. Gandolfi e P. Scandellari (1774).
  • Collegio Venturoli via Centotrecento, 4
    Il palazzo costruito su progetto di G. B. e G. A. Torri e compiuto da G. A. Conti nel 1700, sino al 1781 ospitò l'antico Collegio Illirico - Ungarico. Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1822 per volere dell'architetto Angelo Venturoli, vi si costituì un collegio dedicato al sostegno di giovani artisti, compito tutt'ora svolto dalla Fondazione Collegio Artistico Venturoli, che custodisce anche l'importante Archivio Venturoli. Nello sfondo del cortile, paesaggio a fresco di R. Fantuzzi. All'interno affreschi con episodi della Storia della Croazia e dell'Ungheria di G. Pizzoli (1700).
  • Chiesa di Santa Maria della Mascarella via Mascarella, 48
    Originariamente settecentesca, è stata completamente distrutta dai bombardamenti del 1944. Nel nuovo interno sono stati ricollocati dipinti di T. Passarotti, B. Passarotti, Bagnacavallo, F. Torelli. Si conserva tuttora, al primo piano del n. 44, l'oratorio di Santa Maria Maddalena, ideato da Alfonso Torreggiani nel 1765, con dipinti di G. M. e L. Crespi. Sulla porta una Maddalena di Gaetano Pignoni entro ornato di Antonio Borelli.
  • Porta Mascarella Piazza di Porta Mascarella
    La porta appartiene alla terza e ultima cerchia delle mura della seconda metà del XIII secolo. Sono visibili resti della costruzione originale, poi rimaneggiata e abbassata nel corso del XVI secolo. Fu isolata agli inizi del Novecento, a seguito della demolizione delle mura.
  • Gioco del Pallone piazzale Baldi
    Ex arena o sferisterio progettato in forme classiche, ritmato da semicolonne doriche, da Giuseppe Tubertini tra il 1817 e il 1820. L'alta muraglia, contro la quale il pallone rimbalzava, delimitava il campo di questo giuoco, diffusissimo e assai popolare fino alla prima metà del Novecento.
  • Scalea della Montagnola piazza XX Settembre
    Costruita su disegno di Tito Azzolini e Attilio Muggia (1893-96) fu decorata da rilievi e gruppi scultorei, ispirati alla storia di Bologna, di D. Sarti, A. Orsoni, P. Veronesi, T. Golfarelli, E. Sabbioni, A. Colombarini. La Montagnola, destinata a passeggio fin dal Seicento, fu riprogettata da G. B. Martinetti, nelle forme attuali, nel 1805. La vasca centrale con statue fu eseguita da D. Sarti nel 1888 per l'Esposizione delle Province dell'Emilia tenuta ai Giardini Regina Margherita.
  • Porta Galliera piazza XX settembre, 15
    Costruita su progetto di Bartolomeo Provaglia (1659-61) è una delle più elaborate e complesse porte dell'ultima cerchia di mura. Si presenta con due fronti di disegno assai dissimile: quello interno di fastosa e scenografica architettura barocca, quello esterno di carattere severo, che ne accentua la funzione difensiva. Venne isolata agli inizi del Novecento, a seguito della demolizione delle mura, e successivamente restaurata nel 1926.
  • Castello di Galliera piazza XX settembre, 6
    Questi ruderi sono ciò che rimane dell'antica fortificazione cittadina, costruita e distrutta cinque volte. La prima fortezza venne innalzata dal Cardinal Legato Bertrando del Poggetto nel 1330-32 e distrutta con la sua cacciata nel 1334; nella cappella trecentesca vi erano affreschi di Giotto e un polittico marmoreo di Giovanni di Balduccio (1334 c.). L'ultima costruzione, con fossato e otto torrioni di guardia, venne eretta per volontà di Giulio II nel 1507 e distrutta nel 1511.
  • Chiesa di San Benedetto via Indipendenza, 64
    Di origini duecentesche, fu completamente riedificata nel 1606 su disegno di G. B. Ballerini. La facciata, una volta su via Galliera, fu rifatta nel 1892, con aggiunta del portico, per adeguarsi al tracciato della nuova via dell'Indipendenza. Nell'interno dipinto di G. Cavedoni, A. Tiarini, C. Aretusi, L. Massari, E. Procaccini il Vecchio, U. Gandolfi (1769) e una statua di A. G. Piò.
  • Casa Gini via Righi, 9 Bologna
    Il Conte Massimiliano Gini, amatore delle arti e collezionista, chiamò a decorare la sua dimora G. Gandolfi e S. Barozzi con molti loro allievi: P. Dardani, D. Zanotti, E. Manfredi, V. Baldi e lo stuccatore B. Furlani. Di particolare rilievo sono la sala con Venere che incatena Cupido e l'alcova con Bacco e Arianna di G. Gandolfi, entro una quadratura di S. Barozzi, databili attorno al 1772.
  • Arena del Sole via Indipendenza, 44
    Fu edificata su progetto di Carlo Aspari nel 1810, in forma di teatro all'antica a cielo aperto, come "luogo dato agli spettacoli diurni" su una parte dell'antico convento di Santa Maria Maddalena. Il prospetto fu rimaneggiato con la costruzione dell'attuale facciata porticata nel 1888, su disegno di Gaetano Rubbi, con statue di Alfredo Neri.
  • Palazzo Merendoni via Galliera, 26
    Acquistato nel 1773 dai conti Merendoni venne interamente rifabbricato, su disegno di Raimondo Compagnini, intorno al 1774. All'interno si trova un importante scalone con stucchi e sculture di Domenico Piò e dei suoi allievi Giovanni Lipparini e Giacomo Rossi; nella volta si conserva l'affresco con Diana sul carro di Gaetano Gandolfi (1775 c.).
  • Palazzo Tanari via Riva di Reno, 126
    L'edificio, iniziato nel 1632 e completato nel 1671, si deve probabilmente ad un'idea di Giangiacomo Monti; sotto il portico la scultura in terracotta della Sacra famiglia è opera di Giacomo de Maria (1785-86). Al piano nobile si trovano sale affrescate da Giuseppe Valliani e Domenico Pedrini (1785 c.) con rilievi di G. de Maria e un grande Ercole seicentesco in rame di Orazio Provaglia.
  • Santuario di San Bartolomeo di Reno o Madonna della Pioggia via Riva di Reno, 124
    L'edificio, di origini duecentesche, fu ricostruito nel 1536 e nel 1730. Nell'interno, decorato nell'Ottocento da F. M. Zanotti, si conservano l'Adorazione dei pastori di Agostino Carracci, entro stucchi di G. Fiorini (1595), e opere di F. Pasqualini, F. Monti, E. Graziani.
  • Palazzo Gnudi via Riva di Reno, 77
    Già proprietà degli Zambeccari, fu acquistato nel 1747 da Raffaello Gnudi e rimodernato a partire dal 1780, su disegno di Francesco Tadolini, che lo compì nel 1796. Al piano nobile si trovano una saletta con il Sacrificio di Ifigenia affrescata da Gaetano Gandolfi nel 1789 e una magnifica galleria "all'antica" con specchi e rilievi in stucco di Petronio Tadolini.