edifici storici

Girando per Bologna, è possibile vedere su edifici antichi e contemporanei cartelli informativi di forma ovale situati in prossimità dei portoni. Sono i cartigli, i cui testi riportano brevi notizie storico-artistiche relative agli edifici: proprietari, architetti, opere d'arte conservate, eventuali restauri.

  • Tempio del Sacro Cuore

    L'edificio è un tipico esempio di architettura religiosa di fine Ottocento. Il tempio e l'attiguo collegio furono progettati nel 1897 e ultimati nel 1928 da Edoardo Collamarini, il quale disegnò anche il ciborio e la tomba del cardinale Svampa. La chiesa, che appare di gusto vagamente bizantineggiante, è a pianta centrale con matronei ispirati a quelli di Santa Sofia a Costantinopoli. La cupola, che misura circa 60 metri di altezza, crollò all'improvviso il 21 novembre del 1929 e venne fedelmente ricostruita quattro anni dopo.
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  • Ville Lambertini

    L'architetto Ettore Lambertini è il progettista, negli anni tra il 1905 e il 1907, di queste due interessanti case (al n. 3 e al n. 5) che appaiono tra i migliori esempi di edilizia residenziale "liberty" sorta nella cintura dei viali. Questi interventi sono una diretta conseguenza delle indicazioni, scaturite dal Piano Regolatore del 1889, che prevedevano la demolizione della cerchia delle mura trecentesche e la sistemazione dei viali di circonvallazione.
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  • Casa Sanguinetti

    L'edificio fu progettato dall'architetto Ettore Lambertini, nel 1907. Vi appaiono evidenti i richiami alla Secessione viennese e al gusto plastico del milanese Giuseppe Sommaruga. La ricca decorazione, un tempo assai differenziata cromaticamente, di cui il palazzo fa sfoggio, risalta nel contesto più tradizionale e accademico della nuova via Irnerio aperta in quegli anni.
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  • Ex Reale manifattura dei Tabacchi

    Di questo grande stabilimento, progettato dall'architetto G. Di Napoli nel 1906, rimane l'edificio su via Riva di Reno, dove scorreva al centro della strada il canale, ora coperto. La facciata presenta una struttura e delle decorazioni che risentono del gusto dello Jugendstil.
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  • Villini floreali

    Questa villa fa parte di una vasta lottizzazione fra via Saragozza e via Andrea Costa, per villette economiche uni-bifamiliari, promossa dall'architetto Paolo Sironi tra gli anni 1904-10. E' una concentrazione unitaria che fa sfoggio degli elementi più appariscenti della moda 'liberty': decorazioni floreali e geometriche, largo uso del ferro lavorato ai balconi e nelle cancellate, inserimento di strisce di piastrelle decorate sulla facciata, colori vivaci. Esempi analoghi si trovano anche in viale Audinot (al n. 2, 9), in via Costa (al n. 12, 18), in via Roncati (al n. 3) e in viale Pepoli (al n. 28, 30).
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  • Casa Commerciale Barilli

    L'edificio, progettato da Leonida Bertolazzi nel 1906-7, è uno fra i primi "grandi magazzini" di Bologna. La sua struttura è a quattro piani diversamente caratterizzati esteriormente con decorazioni che ricalcano i modelli della Secessione viennese: archi ribassati, lesene a tutt'altezza, ringhiere in ferro lavorato e una finestratura pressochè continua.
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  • Mercato delle Erbe

    Il complesso, progettato da Arturo Carpi nel 1910, fu costruito per ospitare le "treccole", o baracche del mercato ambulante, allontanate da piazza Maggiore e poi da piazza San Francesco. L'edificio si apriva sulla piazzetta di San Gervasio dove era il monumento a Ugo Bassi. Ora la piazzetta è stata inglobata in moderni edifici commerciali che coprono l'originale facciata a lunettoni vetrati e pilastrini con fregi in ceramica. L'interno, a croce greca con due corpi aggiunti, è coperto con armatura metallica.
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  • Palazzo Ronzani

    L'edificio fu realizzato da Gualtiero Pontoni nel 1914 sull'area che si veniva demolendo attorno al pittoresco Mercato di Mezzo, dove prima era il palazzo della celebre famiglia Lambertini, ristrutturato nel 1522 da Baldassarre Peruzzi. Al piano terreno si conserva ancora, nella profumeria Goselli, l'arredo con vetrate originarie in stile floreale realizzato su disegno di Paolo Sironi. Sul fronte di via Rizzoli è collocata una pensilina a sbalzo in ferro battuto, opera di Umberto Costanzini.
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  • Policlinico Sant'Orsola

    Il moderno ospedale sorge sul luogo di un antico convento delle monache cistercensi, di cui rimane qualche traccia. L'attuale complesso fu iniziato nel 1869. Nel 1908 fu eretto il padiglione di ingresso su viale Ercolani, abbattendo il portico seicentesco.
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  • Ospedale Gozzadini

    L'edificio, adibito alla cura dei bambini, fu progettato in gusto liberty da Leonida Bertolazzi e costruito tra il 1904 e il 1914. Le decorazioni plastiche di soggetto allegorico si devono ad Alfonso Borghesani; vi compare in facciata tra le cariatidi la scritta: CARITAS SCIENTIA PRO PARVULIS (La carità e la scienza a favore dei bambini).
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  • Casa neogotica

    L'edificio, costruito attorno agli anni venti del Novecento, rispecchia molto bene il gusto medioevaleggiante che a Bologna prese piede a seguito dei restauri interpretativi di Alfonso Rubbiani. Il fronte della casa è caratterizzato dall'uso del mattone a vista, da finestre e porte cuspidate e da cornici merlate.
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  • Case per ferrovieri

    L'intero isolato che si affaccia sulle vie Sebastiano Serlio (al n. 18, 20, 22, 24), fu progettato da Angiolo Mazzoni nel 1923-24. E' un intelligente intervento di edilizia popolare che trova una sua peculiare identità negli accorgimenti formali adottati per sottolineare l'individualità di ogni singola unità abitativa. Le facciate delle case, che mostrano in alternanza mattoni a vista ed intonaco, si caratterizzano per il disegno differenziato di ciascun ingresso.
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  • Littoriale

    Sede per le grandi competizioni sportive, ma anche luogo simbolico dell'educazione fisica fascista, il Littoriale (così detto dal fascio littorio) fu voluto dal podestà Leandro Arpinati. L'impianto fu progettato da Umberto Costanzini nel 1925-27, mentre la torre di Maratona, eretta nel 1928, è opera di Giulio Ulisse Arata. Nella torre figurava, fino alla caduta del fascismo, una grande statua bronzea equestre di Benito Mussolini, opera di Giuseppe Graziosi. Lo stadio, cui sono annessi altri impianti sportivi, tra cui due piscine, costituì un incentivo per l'espansione edilizia in questa zona.
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  • Case neogotiche del Quadrilatero

    Tra il 1926 e il 1928 la Società Anonima Rinnovamento Edilizio ristrutturò, su progetto di Giulio Ulisse Arata, un ampia porzione del nucleo antico della città tra via Marchesana e via De' Toschi. Il rifacimento consistette nella conservazione di alcune parti degli edifici originali, ma sostanzialmente privilegiò una ricostruzione in stile goticheggiante e di aspetto neomedievale, come con evidenza appare nei fronti di questi edifici.
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  • Casa d'abitazione della Coop. Mutilati e Invalidi di Guerra

    L'edificio venne progettato dall'architetto Giuseppe Vaccaro nel 1929-30 per la Cooperativa fra invalidi e mutilati di guerra. L'opera, di notevole chiarezza formale, con facciata in mattoni e arenaria, costituisce una personale interpretazione del gusto architettonico di Marcello Piacentini. Interessanti le decorazioni delle scale e la perfezione esecutiva dei dettagli.
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  • Casa d'abitazione della Coop. Mutilati e Invalidi di Guerra

    L'edificio venne progettato dall'architetto Giuseppe Vaccaro nel 1929-30 per la Cooperativa fra mutilati ed invalidi di guerra. Interessante il trattamento della facciata rivestita in mattoni e arenaria, il grande portale e l'adozione di una soluzione curvilinea sul fronte che, all'interno di un impianto di "scuola romana" richiama moduli affini a quelli adottati da Giovanni Muzio a Milano.
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  • Ippodromo Arcoveggio

    Il complesso, voluto dal podestà Leandro Arpinati, fu affidato per il progetto di massima a Umberto Costanzini e all'ingegnere Armando Villa, nel 1930-32. Al carattere tradizionale della facciata si contrappone l'ardito strutturalismo della pensilina a sbalzo delle tribune, mentre gli edifici delle scuderie sono connotati da un gusto eclettico.
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  • Questura

    L'edificio venne progettato dall'architetto Adriano Marabini e dall'Ufficio Tecnico del Genio Civile nel 1930-34, nell'ambito del piano per il rinnovamento del centro storico di Bologna che ha dato luogo alle attuali piazze Roosevelt e Galilei. L'architettura della facciata prende chiaramente spunto da una semplificazione dell'architettura classica. I bassorilievi si debbono ad Amleto Beghelli.
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  • Facoltà di Ingegneria

    Il complesso architettonico fu progettato dall'architetto Giuseppe Vaccaro nel 1931-35. La nuova sede della "Scuola degli Ingegneri" è il più evidente simbolo di una volontà di rinnovamento dell'edilizia italiana moderna ed un raro esempio di padronanza del patrimonio culturale delle avanguardie europee. Vi prevalgono corpi orizzontali di razionale struttura, cui fa contrasto l'alta torre, adibita a funzioni archivistiche e bibliotecarie.
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  • Villa Gotti

    La villa è l'opera più importante realizzata a Bologna dall'architetto Enrico De Angeli, il quale nel 1933-36, su un piano già esistente, ideò questo edificio, una chiara espressione dell'essenzialità razionalista in architettura. Il progetto non venne realizzato completamente.
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