Francesco Arcangeli
Questa bibliografia intende illustrare, nel nome di Francesco Arcangeli (1915-1974), una vicenda culturale di grande importanza, svoltasi a Bologna tra gli anni Trenta e gli anni Settanta del Novecento: la ricostruzione e il recupero, dal punto di vista storico e critico, della tradizione artistica emiliana.
Settantasette (+ 40)
Iniziò con una jacquerie, quante volte ce lo siamo ripetuto, ed entrammo nella storia. Volevamo eliminare tutti i miti, ne abbiamo distrutti tanti, ma anche costruiti di nuovi, a tal punto che finita la meravigliosa illusione, il sogno, ci siamo trovati schiacciati dalla storia, quella pubblica, degli altri. La nostra, fatta di tenerezze, scritte sui muri, cortei gioiosi e militari, tensioni, rimane nostalgico ricordo, per alcuni neanche consapevole memoria. (E. Scuro, Malgrado voi. Immagini di due anni di battaglie del movimento di Bologna, Bologna, B.F.T., 1979, p. 1)
Il sogno della poesia
Gli scrittori di passaggio a Bologna nella prima metà dell’800 erano accolti con grande favore nei circoli e nei salotti alla moda. Spesso erano ospiti di graziose dame appassionate e competenti - come e più degli uomini - di poesia e letteratura: così la bella Cornelia Martinetti, la “Venere bruna” di Canova e del Foscolo, così la Teresa Carniani Malvezzi, che al giovane Leopardi suscitò inedite emozioni, facendo palpitare il suo cuore “dopo un sonno, anzi una morte completa, durata per tanti anni”.
Bibliografia della mappa letteraria di Bologna
Vengono elencati qui i volumi utilizzati per la redazione della Mappa degli scrittori di Bologna. Le note sono tratte direttamente dai libri.
Le rose antiche di Bologna
Le corse dei cavalli all'ippodromo Zappoli, gli esperimenti di aviazione ai Prati di Caprara, le passeggiate al Pincio, con le sue belle scale di marmo bianco e i lampioni a gaz, i music hall e i café chantant della via "direttissima" alla stazione, "gli" automobili rombanti nei circuiti fangosi, la passione per Wagner e Verdi ...
Dino Gavina
"La produzione è il mezzo di comunicazione più efficace del nostro tempo, un mezzo che può essere usato come veicolo di stupidità o di civiltà. La macchina che produce si configura così come un'arma meravigliosa o terribile e chi ne dispone ha il dovere di capire cosa sta facendo" (Dino Gavina)
Baracche e burattini
Chissà se a Bologna qualcuno ancora dice: "Finir int al paniran ed Cuccoli" ? Un tempo finire nel cestone di Cuccoli significava essere dimenticati oppure andare in disgrazia. Nella realtà dell'800 voleva dire essere uno dei burattini di Angelo Cuccoli (1834-1905), il più noto burattinaio di Bologna, che alla sera, dopo lo spettacolo, riponeva le sue teste di legno nel famoso paniran.
Augusto Majani Nasica
Augusto Majani (1867-1959) fu pittore, disegnatore, cartellonista, illustratore, umorista tra i più apprezzati della Belle Epoque. Fu inoltre per trent'anni professore dell'Accademia di Belle Arti, dove ebbe come allievi Giorgio Morandi e Bruno Saetti.