Osvaldo Cavandoli

Osvaldo Cavandoli

I 100 anni dell’autore de La Linea

 

Non amavo i personaggi molto complessi perché la tecnica dell’animazione richiede una media di sette disegni al secondo.

Osvaldo Cavandoli

Cent’anni fa nasceva Osvaldo Cavandoli, conosciuto in tutto il mondo grazie alla fortunata serie di brevi film intitolati La Linea.

La Linea nasce con Carosello, dove compare per la prima volta nel 1969.
Bidimensionale e sonora, è accompagnata da un grammelot linguistico in cui non si comprendono le parole ma il senso traspare immediato nelle tante esclamazioni, lamentele e brontolii.

Pare che l’idea nasca da Osvaldo Piccardo, e il successo ottenuto è tale che ne scaturiscono dei film a soggetto dove il personaggio supera le difficoltà che animano... la la sua stessa linea.

Dopo le prime importanti esperienze insieme ad Osvaldo Piccardo come aiuto animatore nella produzione del film I Fratelli Dinamite dei Fratelli Pagot, nel 1950 Osvaldo Cavandoli si mette in società con l’amico Ugo Moroni aprendo lo studio specializzato in pupazzi animati Pupilandia.

Verso la fine degli anni Cinquanta - quando la scoietà di scioglie - Cavandoli mette mano su alcune commesse pubblicitarie destinate a Carosello: suoi sono, ad esempio, la Mucca Carolina e I cavalieri della tavola rotonda.

Ma la fama della sua creatura più famosa si traduce poi in un freno: il nuovo montaggio fatto da Cavandoli delle sue creature di Carosello ha successo ovunque tranne che in Italia, dove la tv di stato gli chiude le porte in faccia perché La Linea è troppo compromessa, nell’immaginario comune, con la nota marca di pentole.

Nel 1997 ritroviamo Mr. Linea travestito da Pinocchio nella sigla del programma omonimo di Gad Lerner. Nel 2006 alla cerimonia d’apertura del Festival del Cinema d’animazione di Annecy Cavandoli viene osannato come uno dei più grandi umoristi e animatori del mondo. Ancora oggi questo esempio di puro genio grafico viene utilizzato nelle attività di laboratorio didattico rivolto alle scuole primarie e secondarie, per far comprendere come un’idea funziona quando è più semplice possibile - anche se questo non significa che sia di facile realizzazione.