"Matilde di Shabran" per la Granduchessa vedova di Toscana e il Principe di Sassonia

16 aprile 1828, 12:08

Il 16 aprile la granduchessa vedova di Toscana Maria Ferdinanda di Sassonia giunge a Bologna per incontrare il fratello, principe Federico Augusto di Sassonia, in viaggio dal 1° aprile attraverso varie città italiane.

Il giorno seguente i nobili ospiti vengono accompagnati alla Certosa, “cimitero che si può chiamare museo”, dal cardinal legato in persona.

La sera al Teatro comunale si tiene in loro onore una speciale replica del melodramma giocoso in due atti Matilde di Shabran, composto dal maestro Rossini su libretto di Jacopo Ferretti.

L‘opera era in programma dal 9 aprile al Teatro Contavalli, con la prima donna Getrude Berti, il tenore Paolo Ziglioli e il buffo Rota, “reduce dalle Russie“.

Al debutto l‘esecuzione era stata buona, ma il teatro era deserto: “Non par veramente che di questo secondo avvenimento - si era affrettato ad aggiungere il cronista - addovesse aver molta colpa lo spartito”.

Ben diversa è la situazione il 17 aprile, con lo spettacolo trasferito “per Superiore volere” al Gran Teatro:

“Gli applausi condotti fino all'entusiasmo compartiti ai Primari Attori, dall'immenso popolo ivi accorso, fecero conoscere, che potevano essi gareggiare con chiunque, ed in qualunque vasto Teatro, cosicché comune è il voto de' Bolognesi di nuovamente udirli in detto primario Teatro”.

Approfondimenti
  • La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria, a cura di Giovanna Pesci, Bologna, Compositori, 1998, p. 124, 128
  • Waltraut Schwarz, Bologna ja, Bologna nein. La città nella letteratura tedesca dal Medioevo ad oggi, Bologna, Cappelli, 1975, p. 303
  • “Teatri Arti e Letteratura”, supplemento al n. 207, 24 aprile 1828, pp. 1-2
  • Oreste Trebbi, Il Teatro Contavalli. 1814-1914. Cronistoria pubblicata nell'occasione delle feste centenarie del teatro, riaperto il 19 dicembre 1914, Bologna, Tip. Succ. A. Garagnani, 1914, p. 9
  • Roberto Verti, Il Teatro comunale di Bologna, Milano, Electa, 1998, p. 62