"Pietre d'inciampo" a ricordo della Shoah
Blocchi di pietra ricoperti di ottone con i nomi delle persone deportate nei lager nazisti.
Sono le cosiddette “pietre d'inciampo” realizzate personalmente dall'artista tedesco Gunter Demnig e collocate in varie città europee, davanti alle abitazioni delle vittime del nazismo e del fascismo.
Le prime furono posate nel ghetto di Roma nel 2010. Il 10 gennaio 2020 alcune vengono collocate anche a Bologna, su iniziativa del Comune e di vari enti riuniti nel Tavolo della Memoria.
In via Rimesse ricordano i Baroncini, una famiglia antifascista che visse l'esperienza dei campi di sterminio. Dei cinque componenti sopravvissero le due figlie più piccole, Angela e Nella.
Altre pietre sono murate in via del Cestello, dove risiedeva Mario Finzi, giovane avvocato e promettente pianista. Come delegato della DELASEM fu protettore di tanti ebrei. Tra essi i ragazzi di Villa Emma a Nonantola.
In Strada Maggiore, invece, abitavano i Calò, una famiglia di ambulanti, consegnatasi per la disperazione ai carabinieri di Savigno. Deportati a Fossoli e poi in Germania, non sopravvissero al lager.
Infine due pietre vengono posate in via Gombruti, davanti all'abitazione del rabbino Leone Alberto Orvieto e della moglie Margherita Cantoni, arrestati a Firenze dalla famigerata Banda Carità e uccisi al loro arrivo ad Auschwitz.
L'applicazione della legislazione antisemita in Emilia Romagna, a cura di Valerio Marchetti, Bologna, Il nove, 1999
Il difficile rientro: il ritorno dei docenti ebrei nell'Università del dopoguerra, a cura di Dianella Gagliani, Bologna, CLUEB, 2004
Antonia Grasselli, Stranieri in patria. Gli ebrei bolognesi dalle leggi antiebraiche all'8 settembre del 1943, Bologna, Pendragon, 2006
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Pietre d'inciampo, a cura del Comune di Bologna, Bologna, s.e., 2020
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Iperbole - Le prime pietre d'inciampo a Bologna