Per papa Benedetto XV la guerra è una "inutile strage"
Nell'anniversario del conflitto mondiale papa Benedetto XV definisce la guerra una “orrenda carneficina che disonora l'Europa”.
L'ex arcivescovo di Bologna, al secolo Giacomo Della Chiesa (1854-1922), ha denunciato la tragedia della guerra fin dal suo primo messaggio alle nazioni, nel settembre del 1914, dopo di che non ha mai cessato di prodigarsi per la cessazione delle ostilità.
Ha condannato l'odio generato dal nazionalismo e dall'imperialismo, il “sacro egoismo” diventato “legge suprema”, il progresso tecnologico degli armamenti, la creazione di ordigni capaci di distruggere intere città.
Durante la guerra si prodigherà, con l'aiuto di oltre 2.000 cappellani militari, per l'assistenza ai soldati al fronte.
Impegnerà le finanze del Vaticano - fin quasi alla bancarotta - per portare soccorso alle popolazioni colpite. Si batterà, attraverso l'Opera dei Prigionieri, per il trattamento umano dei prigionieri di guerra e in seguito per il loro rimpatrio.
Farà proposte di pace alle nazioni belligeranti e cercherà di convincere il presidente americano Wilson al non intervento. Definirà la guerra una "inutile strage" e il "suicidio dell'Europa civile".
I suoi reiterati appelli alla pace gli procureranno la fama di disfattista e "austriacante". Durante la commemorazione di Cesare Battisti, giustiziato il 12 luglio 1916, Bissolati lo accuserà di essere corresponsabile della sua morte.
- Pietro Alberghi, Il fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989, p. 51
- Luciano Gherardi, Il sole sugli argini. Testimonianza evangelica di S. Clelia Barbieri, 1847-1870, e storia di famiglia delle Minime dell'Addolorata, Bologna, Il mulino, 1989, p. 201
- Grande guerra e fronte interno. La svolta del 1917 in Emilia-Romagna, a cura di Carlo De Maria, Bologna, Pendragon, 2018, p. 103
- Rossano Pancaldi, La prima guerra mondiale a Bologna, in: "Il pensiero mazziniano", 2 (2017), pp. 116, 121-122, 126-129