Pubblica assistenza e beneficenza
Gli istituti di beneficenza, considerati un importante strumento di potere e controllo sociale, sono in gran parte retti da privati, con l'aiuto del comune e della provincia.
La filantropia dei ceti dirigenti moderati, anche se in parte interessata, trae origine da una antica tradizione cittadina.
Nel 1880 a Bologna vi sono otto istituti di primo livello: gli ospedali Maggiore e Sant'Orsola, l'Ospizio degli esposti, l'Opera pia dei Vergognosi, gli istituti educativi, la Congregazione di Carità, il Monte di Pietà e il Ricovero di Mendicità.
Vi sono inoltre una ventina di istituzioni secondarie, quali gli Asili infantili, gli istituti Aldini Valeriani e Pallotti, le Scuole Pie, l'Asilo Primodì. 335 tra fondazioni e legati sono disseminati nelle parrocchie. Il patrimonio degli enti benefici ammonta a 36 milioni.
Un Consorzio di beneficenza, costituito dal 1871, riceve il frutto dei divertimenti e degli spettacoli pubblici organizzati in città e lo distribuisce soprattutto al Ricovero, agli asili infantili e agli ospizi marini.
Nel 1897, in un articolo apparso sul giornale "L'Amico del Povero", i socialisti accuseranno le opere pie di alimentare l'apatia "ributtante" di gran parte del popolo bolognese.
- Franco Cristofori, Bologna. Immagini e vita tra Ottocento e Novecento, Bologna, Alfa, 1978, pp. 189-190