Il fumetto a Bologna
A Bologna si comunica. Anche nei mestieri più individuali e solitari che ci siano, come scrivere e disegnare, il livello di comunicazione è altissimo, spesso arriva all'amicizia, per certi versi alla comunità ...
Valvoline Motorcomics
I miei compagni di strada, amici che erano confluiti in un gruppo, che chiamammo Valvoline Motorcomics, come fosse una rock band o meglio un progetto, un gruppo di azione artistica, parafrasando le avanguardie storiche, mi stimolavano, davano la forza del confronto sul terreno fertile delle idee. Notti insonni a chiacchierare davanti a tazze di té nero cinese, sventolando visioni e dichiarazioni di amore perduto nei confronti di un'avanguardia fumettistica che ci sentivamo di incarnare. (Igort, Sinfonia a Bombay, Bologna, 2103, p. 10)
Arpad Weisz e il razzismo nello sport
Contro il razzismo nello sport Non fosse stato per le leggi razziali che comparvero nel ‘38, nel Bologna Arpad Weisz ci sarebbe rimasto chissà quanto. Dovette andarsene, dapprima a Parigi e poi in Olanda, ma la cosa più brutta fu il silenzio gelido che l’accompagnò. Nemmeno una riga sui giornali, nemmeno l’ombra di un pubblico apprezzamento per il lavoro fatto. Questo debito di gratitudine e di rispetto il Bologna purtroppo non ha mai potuto saldarglielo. Di Arpad Weisz e della sua famiglia si seppe un giorno che erano morti in un lager. (G. Marchesini, Bologna: 80 anni di gloria, Bologna 1988, vol. 1., p. 136)
Andrea Pazienza
Parlare di Andrea Pazienza (1956-1988), tra i più geniali artisti che il mondo del fumetto abbia mai avuto, usando parole nuove, è un'impresa quasi impossibile. Tutto è già stato scritto e detto. Tuttavia nel 2016 Paz avrebbe compiuto i fatidici sessanta anni e quindi anche noi di Salaborsa vogliamo ricordarlo. Lo facciamo, semplicemente, con una bibliografia di sue opere, - a partire dai grandi capolavori: Pentothal, Zanardi, Pompeo - e di saggi, cataloghi, video, testimonianze a lui dedicati, tutti a disposizione dei lettori in biblioteca.
Nuvole in Appennino
Può capitare che gli autori di fumetti - tipi strani, un po' matti, solitari - si ritirino a disegnare o a vivere fuori città, portando con sé solo carta e matita. Ogni tanto, però, nei loro lontani rifugi si radunano e allora son chiacchiere e bicchieri di vino. 
La statua racconta ...
Il 22 aprile 1945, il giorno dopo la Liberazione di Bologna, nello stadio Littoriale si installa il 56° ospedale militare d'evacuazione gestito dall'esercito americano. Un pilota brasiliano, che viene qui ricoverato, riferisce che, al suo arrivo, nello stadio vi era "uma enorme estatua equestre de Mussolini".