Una serie di risorse digitali dedicate alla documentazione della storia, della cultura, della società e delle istituzioni di Bologna e provincia con particolare attenzione all’800-900.

Dalla Cronologia

Accadde oggi, 23 aprile.

immagine di Tragico bilancio dei bombardamenti su Bologna
23 aprile 1945
Tragico bilancio dei bombardamenti su Bologna
Alle 7 del mattino del 23 aprile la sirena dà l'ultimo segnale di cessato allarme aereo. Dal 14 giugno 1940 vi sono stati 612 allarmi, per un totale di 483 ore. Tra il 16 luglio 1943 e il 22 aprile 1945 sono state 94 le incursioni aeree su Bologna (118 se si considerano le ripetizioni negli stessi giorni), delle quali 32 eseguite da formazioni di bombardieri. 2.481 sono i morti accertati e 2.074 i feriti, ma notizie ufficiali sulle perdite nei bombardamenti non saranno mai comunicate. I danni edilizi ammontano a circa la metà del patrimonio cittadino: 1.336 fabbricati distrutti, 1.582 semidistrutti e 2.964 lesionati, per complessivi 121mila vani. Sono stati colpiti e gravemente danneggiati alcuni importanti edifici storici, come l'Archiginnasio e il teatro del Corso e molte chiese, da San Francesco, a San Giorgio in Poggiale, al Corpus Domini. Le infrastrutture hanno subito danni ingenti: sono state distrutti 6.500 metri di tubature stradali, metà delle vetture tramviarie sono fuori uso.  L'area urbana che si trovava lungo la linea degli incessanti bombardamenti sulla stazione ferroviaria appare totalmente distrutta. Essa comprende antichi borghi e più moderni complessi, come quello dell'Ospedale Maggiore, tra porta Lame e il canale di Reno. Nei dintorni della città si sono formate vere e proprie bidonville, abitate dagli sfollati. A circa 20mila profughi e 60mila sinistrati si aggiungono partigiani bisognosi, reduci da prigionia, internati militari e politici. L'ultima incursione aerea si è avuta nella notte del 22 aprile da parte di un solitario aereo tedesco, che ha lasciato cadere alcuni spezzoni incendiari nei pressi dell'ospedale Sant'Orsola, senza far danni.
immagine di Incendio al sacrario dei caduti partigiani di piazza Nettuno
23 aprile 1947
Incendio al sacrario dei caduti partigiani di piazza Nettuno
Un incendio distrugge per due terzi l'altare del popolo, il reliquario con le foto dei caduti durante la Resistenza, appeso al muro di Palazzo d'Accursio in piazza Nettuno. Il sacrario dei caduti partigiani sarà nuovamente danneggiato, da un atto di vandalismo neofascista, nel febbraio del 1973.
Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
1830
Un cardinale dall'animo filantropico
Il cardinale legato di Bologna Tommaso Bernetti (1779-1852) si rivela uomo dall'animo filantropico. Nella casa di ricovero di Bologna vengono ospitati moltissimi bisognosi e ammalati, che vivono per strada senza lavoro né cibo. Dato lo straordinario numero dei poveri, il prelato fa costruire ricoveri anche a Budrio e a Loiano. A lui si deve inoltre la chiusura del carcere del Torrone, ospitato fin dal 1352 nella torre all'angolo tra le attuali via Ugo Bassi e via Venezian. Il fortilizio viene mozzato e su via dei Vetturini è aperto un portone. La galera è trasferita in San Giovanni in Monte. Nel 1874 vi sarà, però, ancora rinchiuso l'agitatore anarchico Andrea Costa, arrestato prima del fallito moto bakuniniano.
9 novembre 1988
Il centro sociale "Isola nel Kantiere"
Situata in uno scantinato a due piani nel cuore della città, sul retro del teatro Arena del Sole, a due passi da via Indipendenza, l'Isola nel Kantiere è un centro sociale occupato, che diviene negli anni successivi il più avanzato laboratorio di sperimentazione dell'hip hop e del rap italiano. Ogni primo sabato del mese vi si svolgono serate chiamate Ghetto Blaster ("The world is a ghetto, our music is a blaster"), happening senza fine animati da dj, rappers e graffitisti quali Soul Boy, DJ R, Speaker Dee Mo, Papa Ricky, DJ Gruff, durante i quali il microfono e il palcoscenico sono a disposizione di tutti. Durante i suoi tre anni di vita all'Isola si attueranno le esperienze più diverse: dall'hip hop, al cyberpunk, dall'arte post-industriale ai trash movies di Nuovo cinema inferno. Vi suoneranno gruppi emergenti come CCCP e Sud Sound System. Il centro sociale sarà sgomberato nell'agosto 1991 e la nuova sede promessa, in un ex magazzino delle farmacie comunali, non sarà mai assegnata. Una parte del collettivo darà vita nel 1994 al "Link" di via Fioravanti, mentre gli irriducibili confluiranno nel "Pellerossa" di Piazza Verdi e in seguito daranno vita al "Livello 57".
Edifici, giardini e canali
Ex Chiesa di Santa Lucia
Fatta erigere dai Gesuiti, a partire dal 1623, su disegno di Girolamo Rainaldi. Il maestoso interno, a navata unica, riprende lo schema della chiesa del Gesù di Roma, con ricca decorazione in stucco. La facciata è rimasta incompiuta così come la parte absidale e la cupola. L’attuale abside è di Vincenzo Vannini (1840). All’interno si conserva una Madonna col bambino dello scultore Giuseppe Mazza. La chiesa, restaurata nel 1988, è ora adibita ad Aula Magna dell’Università.
Giardino della Lunetta Gamberini
Il nome del giardino ricorda la linea difensiva voluta dal generale Fanti tra il 1860 e il 1867, che contava 9 forti e 17 lunette munite di cannoni intorno a Bologna e sparse fortificazioni sulle colline. La lunetta prese il nome da una Cà Gamberini che sorgeva nei pressi della via Emilia. L’ingombrante trincea fu un’apparizione effimera, perché il piano regolatore del 1889 ne decretò il rapido smantellamento. Furono conservati solo piccoli presidi, come la Lunetta Gamberini, adibita alla fabbricazione di fulminato di mercurio. Il complesso dell’area verde, che si estende per 14,5 ettari, è frutto di una serie di acquisizioni degli anni ’70. Circondata da una folta siepe con alberi di Giuda, forsizie, scotani, sanguinelli, sinforine e altri arbusti ornamentali, ospita al suo interno impianti sportivi, scuole, un centro sociale e un centro giovanile. Gli ampi prati sono spesso ombreggiati da filari di pioppi bianchi e tigli. Dall’ingresso di via Sigonio, oltre un prato alberato, si alza un rilievo, con le pendici rivestite di robinie, biancospini e olmi, che era probabilmente il nucleo centrale della vecchia postazione.
Esplora il sito
biblioteca. salaborsa
Esplora il sito
biblioteca. salaborsa. ragazzi
Scrittori e scrittrici
Palazzo Zucchini Solimei
Una sera intervenne anche Oriani; ma allorché si avvide che gli altri invitati, consegnando il pastrano alla guardaroba, scoprivano una regolare marsina, non ardì presentarsi col suo "smoking" da ciclista, e non si avanzò oltre l'anticamera. (L. Federzoni)
Giorgio Bassani
Studente a Bologna Giorgio Bassani nasce a Bologna in viale XII Giugno, da una famiglia ebraica benestante. Pochi mesi dopo la nascita va a vivere a Ferrara, dove frequenta le scuole e si diploma con buoni voti al Liceo "Ariosto". Nel 1934 si iscrive a Lettere all'Università di Bologna. Grazie a Francesco Arcangeli inizia a frequentare le lezioni di storia dell'arte di Roberto Longhi, che si rivela un maestro fondamentale. Il rimando tra letteratura e arte sarà una costante della sue opere narrative. Attorno al maestro di Alba si forma, tra i colleghi universitari, un gruppo di amici accomunati da interessi letterari: oltre ai ferraresi Lanfranco Caretti e Franco Giovanelli, vi sono Francesco Arcangeli, Attilio Bertolucci e Antonio Rinaldi. Alcuni di essi sono ammessi alle famose "esercitazioni" - sedute di riconoscimento e attribuzione di dipinti e affreschi - svolte dal professore con pochi intimi, in parallelo alle lezioni. Assieme frequentano la bottega di Giuseppe Raimondi, in piazza Santo Stefano e lo studio di Giorgio Morandi in via Fondazza. Il costante confronto con questi protagonisti della vita culturale bolognese, lo aiutano a definire il suo stile e la sua poetica. Appare nel 1935 sul "Corriere padano" il suo primo racconto, III classe, sugli studenti pendolari tra Ferrara e Bologna. Il tema del viaggio in treno sarà un leitmotiv nella sua futura produzione letteraria. Altri temi sono legati all'immaginario pittorico: riproduzioni da De Pisis e Morandi ricorrono sulle copertine dei suoi libri. La mediazione artistica, assieme alla memoria, diviene una componente essenziale della sua visione della realtà. Le poesie del periodo universitario, basate sull'insistenza attorno a pochi elementi costanti, sono accostabili alle nature morte di Morandi. A Bologna conosce Carlo Ludovico Ragghianti, critico d'arte lucchese e esponente antifascista del Partito d'Azione, che lo avvia all'impegno politico nella Resistenza. Benché desideri laurearsi con Longhi, per motivi pratici preferisce fare una tesi su Niccolò Tommaseo con il prof. Calcaterra. Nel 1940 pubblica Una città di pianura, con lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Ad Arcangeli confessa la sua fatica a trovare uno stile adatto a descrivere le persone intimamente. Vorrebbe farlo con pochi dialoghi, attraverso elementi razionali: luci, ombre, oggetti, silenzi ... A me piacerebbe di costruire partendo finalmente da una posizione completamente oggettiva; esser capace di costruire con freddezza, armoniosamente. Ah, poter scrivere un racconto ordinato e organizzato come un saggio critico. Vita e opere A Ferrara, durante la seconda guerra mondiale, Giorgio Bassani insegna italiano e storia agli studenti ebrei espulsi dopo le leggi razziali e svolge un'intensa attività politica clandestina come membro del Partito d'Azione. Nel 1943 è arrestato come antifascista. All'uscita dal carcere sposa Valeria Sinigallia e lascia la sua città, rifugiandosi a Firenze e poi a Roma. Nella capitale trascorre il resto della vita. Dopo la pubblicazione dei primi versi e racconti, è invitato a collaborare alla rivista letteraria "Botteghe Oscure". Nel 1953 esce La passeggiata prima di cena, nel 1955 Gli ultimi anni di Clelia Trotti. Nello stesso anno diventa redattore di "Paragone", la rivista di Anna Banti e del suo maestro Roberto Longhi. Ha qui occasione di frequentare e stringere una duratura amicizia con Pier Paolo Pasolini. Entrambi non si riconoscono nel neorealismo, non riconoscono la soggezione della letteratura alla politica. Democrazia nella cultura è per loro "accrescimento di conoscenza per il fine della libertà" (Siciliano). Nel 1955 entra in contatto con il gruppo della rivista "Officina", promossa dal poeta di Casarsa assieme ad altri amici bolognesi. Lo stesso anno fonda l'associazione "Italia Nostra". Nel 1956 pubblica Cinque storie ferraresi, con cui vince il Premio Strega. Inizia a scrivere sceneggiature di film per Mario Soldati, Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Luigi Zampa. Per dieci anni, dal 1957, insegna storia del teatro all'Accademia nazionale d'arte drammatica "Silvio D'Amico". Nel 1958 pubblica Gli occhiali d'oro. E' direttore editoriale alla Feltrinelli e in questa veste promuove capolavori sconosciuti quali Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e Il dottor Živago di Boris Pasternak. Lascia l'incarico nel 1963 per un dissidio con l'editore sulla pubblicazione del libro di Arbasino Fratelli d'Italia. Nel 1960 escono Una notte del '43 e Le storie ferraresi, suoi capolavori narrativi. Continua a collaborare a vari giornali e riviste e a scrivere sceneggiature. Nel 1962 ottiene il suo massimo successo editoriale con il romanzo Il giardino dei Finzi-Contini, in cui ricostruisce il mondo della ricca borghesia ebraica ferrarese durante il fascismo. Da esso è tratto un fortunato film diretto da Vittorio De Sica, che ottiene l'Oscar, ma è da lui sconfessato. Nel 1964 esce Dietro la porta. Diventa per un anno vicepresidente della RAI e presidente di Italia Nostra. Si allontana dal Partito Socialista per aderire ai repubblicani dell'amico La Malfa. Iniziano nel 1967 i suoi soggiorni estivi a Maratea, dove ambienta le poesie delle raccolte Epitaffio (1974) e In gran segreto (1978). Pubblica L'airone (1968), L'odore del fieno (1972), Dentro le mura (1973) e Il romanzo di Ferrara (1974). Nell'ultimo periodo della sua vita, dopo la separazione coniugale, convive con l'americana Portia Prebys. Muore a Roma nel 2000 a seguito una lunga malattia, che ne mina il fisico e la mente. È sepolto, per sua volontà, nel cimitero ebraico di Ferrara.
Nuvole in Appennino