copertina di The giver

The giver

Il donatore scosse la testa. “Queste sono le cose che faccio. La mia vita è qui”. “In questa stanza, vuole dire?” “No”. Il Donatore scosse la testa e si portò una mano al viso e poi al petto. “Qui, dentro di me. Dove esistono le memorie”. Un mondo uniforme, perfetto. Pulito. Ordinato. Dove ogni cosa ha un posto in cui stare e ogni persona un ruolo a cui aderire. Dove non vuoi, non puoi essere niente di diverso da quello che devi essere. Non ci sono impulsi, desideri, bisogni. Ogni cosa è regolata, comoda e funzionale. Sai cosa devi fare e come. È questo il mondo che Jonas conosce e in cui si sente al sicuro. Ogni fase della vita è divisa in gruppi e lui fa parte del gruppo degli undici, va a scuola e passa il tempo libero tra ore di volontariato e la sua famiglia. Una famiglia tranquilla. Papà, mamma e la piccola Lily. Il passaggio al gruppo dei dodici significa diventare grande, gli anziani della comunità osservano i ragazzi attentamente da una vita, scelgono il lavoro, il ruolo all'interno per ogni persona. L'annuncio viene fatto durante una cerimonia solenne che avviene ogni anno, ad uno ad uno i giovani salgono sul palco, sorridendo al loro futuro, fidandosi ciecamente, non è previsto spazio anche solo per un dubbio. Ma Jonas non viene chiamato, il suo numero saltato. Solo alla fine gli diranno sei stato scelto, scelto per un compito d'onore, per cui ci vuole un coraggio illimitato...per Jonas cambiano le regole e cambia la vita. La comunità prende sfumature, forme imperfette e qualcosa spezza l'Uniformità. E Jonas comincia a guadare le crepe imparando a farsi e a fare domande.