copertina di Bernardo e l’angelo nero

Bernardo e l’angelo nero

Avevo disobbedito al mondo intero, ma avevo obbedito a me stesso. Seconda guerra mondiale, in un paesino della toscana, un ragazzino compie una vera e propria impresa, riesce a sottrarre alle grinfie dei fascisti un aviatore Americano. Bernardo è un ragazzino gracile, con l'asma e la miopia, ma anche il figlio del podestà del paese. E per un giovane balilla questi limiti non sono certo apprezzati, soprattutto se si è figli del capo dei fascisti ed ex campione di pugilato. Bernardo ha sempre cercato l'ammirazione del padre e l'occasione gli si presenta sotto forma di un aviatore di colore Americano. Che fare? Consegnarlo alle autorità ferito, oppure curarlo e consegnarlo da eroe? Bernardo decide di seguire la convenzione di Ginevra nella quale c'è scritto che i prigionieri di guerra devono essere trattati umanamente, curati, e poi rimpatriati a fine conflitto. Ma se Bernardo venisse scoperto che figura ci farebbe suo padre? La situazione inoltre inizia a prendere una piega che Bernardo non si aspettava, voleva si un avventura, ma non così difficile e rischiosa. Infatti le condizioni del prigioniero peggiorano di giorno in giorno, la ferita si è infettata e l'unico modo per salvarlo è procurarsi degli antibiotici, ma l'unico che può procuraglieli è Fosco, un amico del padre, ma anche dei partigiani. Arrivati a questo punto è da codardi rinunciare, pensa Bernardo, e decide di andare fino in fondo, anche se il rischio è altissimo.