copertina di Auslander

Auslander

Polonia, 1941, in un orfanotrofio. Decine di ragazzi magri e senza forze sono in fila, mezzi nudi, in attesa della selezione. A scegliere sono soldati in uniforme, vestiti di nero, che misurano tutto; chi viene mandato da una parte si salva, gli altri sono perduti. Sporchi polak, per il regime nazista, feccia inutilizzabile. Ma tra loro potrebbe trovarsi per caso anche qualche ragazzo di stirpe germanica, con sangue “ariano”: val la pena sottoporre tutti ad accertamenti razziali. In fila c’è anche Piotr, che dopo la morte dei genitori, con la casa requisita dai militari, senza documenti, è finito lì. Sui tavoli dei medici vede campioni di ciocche di capelli, e anche di occhi, e sa che chi non li ha del colore giusto viene scartato. Lui passa tutte le selezioni, e nota nei commenti dei soldati una certa ammirazione: sembra un esemplare perfetto di gioventù ariana, e verrà spedito a Berlino per iniziare una nuova vita, senza più fame né maltrattamenti. Anzi, verrà adottato da un professore di Scienza della Razza e dalla sua ricca famiglia, con il compito di rieducarlo, e instillargli il naturale orgoglio germanico e indottrinarlo. Ribattezzato Peter e inserito nella società bene, gode da un lato di questi privilegi, del benessere economico, del fascino delle parate, e dall’altro sa che sta tradendo i suoi ideali e sostenendo un sistema folle: non può dirlo a nessuno, ma si sente un ausländer, uno straniero. Ma proprio mentre la propaganda sta facendo il suo effetto e Peter sta cedendo alla trappola, arriva l’incontro con Anna, una ragazza che pare assolutamente allineata, la giovane nazista perfetta, e che invece nasconde un segreto…