copertina di Pikkeli Mimù
Anne Brouillard

Pikkeli Mimù

traduzione di Manon Le Bourg
Babalibri, 2025
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dai 4 anni

Ecco la possibilità di incontrare nuovamente Killiok, la sua casa e la sua foresta.
La storia del compleanno di Pikkeli Mimù in realtà è antecedente a quella che porta proprio il nome di Killiok e ci porta nei suoi spazi intimi, nelle sue stanze, sul suo lago, a interrogarci, insieme a lui e a gatto Mistero, sull’opportunità di costruire una veranda.
Ritroviamo però intatta l’atmosfera della sua casa già nella prima tavola che riempie completamente la doppia pagina. Siamo in cucina e sembra quasi di avvertire il tepore della stanza mentre registriamo, guardando oltre le finestre, la neve che cade.

Ancora una volta l’autrice riesce, attraverso la raffigurazione dei gesti e degli oggetti quotidiani, dei cibi, delle stoviglie, di ciò che si intravede dentro un cassetto o uno stipo un po’ aperti, a trascinare dentro la pagina i lettori, creando quella piacevole sensazione che ci fa dire “mi sembra di essere proprio lì”. E quindi insieme a Killiok godiamo del calore della casa, ma poi usciamo nella neve, trasciniamo la slitta carica, ci inoltriamo nella foresta innevata per raggiungere la casa di Pikkeli Mimù e festeggiare il suo compleanno. La finestra illuminata segna l’arrivo e ad aspettare Killiok ci sono il festeggiato (un bambino col cappello a punta) e la bambina Veronica. I festeggiamenti sono tranquilli e pieni di calore: la torta e poi la notte trascorsa insieme mentre fuori tutto è gelo e foresta. Tranquilla è anche la solitudine di Pikkeli Mimù quando gli amici se ne vanno e il ritorno dei due attraverso la foresta.

È una storia meravigliosamente piana e calda, un’occasione per i bambini e le bambine di godere di una narrazione lenta, senza sbalzi e colpi di scena. Le illustrazioni raccontano quasi più del testo e ci invitano a guardare, a stare. 
Nelle ultime due pagine troviamo la ricetta della torta di compleanno che Killiok ha cucinato per Pikkeli Mimù.