... e altre prigioni

I partigiani arrestati furono quasi sempre torturati dai fascisti e dai nazisti.  La polizia militare tedesca e la Gestapo operarono nella loro base di via Santa Chiara e in via Albergati, i fascisti nelle sedi della Guardia Nazionale Repubblicana e della polizia politica, presso le Facoltà di Ingegneria e Chimica industriale (a partire dall’ottobre 1944), ma particolarmente nelle caserme di via Borgolocchi e di via del Piombo, covi delle Brigate Nere. A “Villa Triste”, in via Siepelunga, operò la famigerata CAS (Compagnia Autonoma Speciale) di Renato Tartarotti. Il principale centro di detenzione fu il carcere di San Giovanni in Monte, dal quale, durante l’estate e almeno fino ad ottobre del 1944, decine di prigionieri furono prelevati e fucilati al Tiro a Segno Nazionale di via Agucchi, mentre altri furono trascinati in piazza Nettuno. Qui vennero giustiziati in pubblico e appesi a ganci da macellaio, in quello che fu definito spregiativamente “il posto di ristoro dei gappisti” e che divenne dal 21 aprile 1945 il Sacrario dei caduti partigiani.