7 novembre 1944

A Porta Lame la più grande battaglia

Verso mezzogiorno incominciavano gli assalti alla Palazzina, con lancio di bombe a mano e fuoco di mitra, ma i nostri superstiti, quasi tutti feriti, tenevano, respingendo ben tre attacchi nello spazio di due ore finchè, ridotti ormai a pochissimi, decidevano di abbandonare la posizione e di ritirarsi nell'altro edificio. La Palazzina era accerchiata, i partigiani si disponevano in fila davanti alla porta e la varcavano d'un balzo, scaricando le armi automatiche...

(Epopea partigiana, a cura di A. Meluschi, Bologna, S.P.E.R., 1947, p. 35)

Doveva esserci l'insurrezione. Per questo circa 300 partigiani combattenti erano radunati nelle due basi del Macello e dell'Ospedale Maggiore. Ma il fronte si fermò e la battaglia fu un esercizio eroico e disperato. L'inverno del 1944, con le brigate nere e le SS in città, fu il più tremendo. Le spie rivelavano le basi, facevano catturare i gappisti. I prigionieri sparivano. I giovani partigiani di Minguzzi a Porta Lame, stanchi e pensosi, sembrano dirci: la guerra è tremenda. Mai più guerra.