Il restauro del Gigante

Il monumento era assai degradato soprattutto per lo spesso strato di incrostazioni calcaree che ricopriva tutte le parti bronzee, tanto che le naiadi venivano generalmente credute sculture di pietra. Il rivestimento lapideo della fonte era assai dissestato, incrostato di calcare e ricoperto da muschi e licheni cresciuti su un deposito ricco di materiali organici, tra i quali prevalevano le deiezioni dei piccioni.

(G. Morigi, in: Il restauro del Nettuno, la statua di Gregorio XIII e la sistemazione di piazza Maggiore nel Cinquecento, Bologna, Minerva, 1999, p. 101)