Sale, fenicotteri e piadina romagnola

Per la loro formazione ed estensione costituivano (e in parte costituiscono tuttora) un paesaggio oltremodo pittoresco, specialmente d'estate quando, prima della loro trasformazione, erano intersecate da argini, arginelli, dossi, interrotti qua e là da cumuli candidissimi di sale; e al tramonto allorché sulla grande distesa d'acqua si specchiava il cielo rosso, suscitando tonalità varie di colore e riflessi.
D'inverno poi sulla sterminata pianura grigia s'aggiravano stormi di gabbiani in cerca di cibo.
E gli argini e i dossi si coprivano, nella loro stagione, della vegetazione tipica delle terre impregnate di salsedine: salsole, statici, salicornie, artemisie e perfino colchici lilla.

(Umberto Foschi, Le saline, in: Mestieri della terra e delle acque, Federazione delle Casse di Risparmio dell'Emilia e Romagna, 1979, p. 152)