Il rifugio antiaereo di Villa Revedin

Viene però da chiedersi dove mai potesse sostare quella moltitudine di sventurati: il personale dell'ospedale, i residenti del vicinato accorsi al suono della sirena, ma soprattutto i degenti dell'ospedale, verosimilmente necessitanti di cure, di una medicazione, di una sutura o addirittura di un'amputazione, in un trambusto di grida, di pianti, di voci di speranza per un nuovo sole che forse non sarebbe mai arrivato.

(Sul colle di Villa Revedin. Il Seminario Arcivescovile, la Villa, il rifugio antiaereo Vittorio Putti, testi di Massimo Brunelli, Lilia Collina, Danilo Demaria, Roberto Macciantelli, Bologna, Ante Quem, 2019, p. 49)

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