Dalla Maniera alla Riforma


Sulla metà del Cinquecento la civiltà figurativa bolognese si configura in un complesso intreccio di svariate tendenze artistiche che segnalano appassionati e fecondi scambi culturali coi centri più prestigiosi della "maniera", da Roma a Fontainebleau, da Genova a Parma e Ferrara. Sono gli anni che vedono al lavoro nelle chiese e nei palazzi della città artisti come Prospero Fontana, Giovan Battista Bagnacavallo, Nicolò dell'Abate, Pellegrino Tibaldi e Nosadella. Sono tempi particolarmente propizi anche per la fortuna politica della seconda città dello Stato pontificio. Nel marzo del 1547 il concilio di Trento si trasferisce a Bologna, dove rimane per tre difficili sessioni fino al settembre del 1549, inserendo la città , come ai tempi della incoronazione di Carlo V, al centro di una fitta trama di rapporti internazionali.

(V. Fortunati Pierantonio, in: Il Classicismo, Bologna 1993, p. 213)