Teste di legno a Bologna

I frequentatori del teatro di Angelo Cuccoli presero a voler bene a Fagiolino, dal capo coperto da un berretto bianco, dai lineamenti grossolani d'un birichino del popolo, la frase grassoccia, la parola franca, la facezia bonaria, i lazzi molto vivaci. Il popolo vide in lui l'uomo furbo, che dice di sì e di no secondo l'occasione; che ride di tutto e di tutti, che, con il randello di duro faggio non risparmia botte a nessuno, difende l'innocente, punisce il colpevole.

(Franco Cristofori, Bologna. Immagini e vita tra Ottocento e Novecento, Bologna, Alfa, stampa 1978, p. 297)