il rapimento e la strage di via Fani. la prigionia e l'uccisione

Roma, Via Mario Fani, 16 Marzo 1978 L'auto dell'On. Moro e quella della scorta vengono tamponate da due auto dalle quali scende una parte del commando terrorista, mentre altri sono in agguato sul posto. La banda è presumibilmente composta da 11 uomini e una donna, che massacrano la scorta e rapiscono il presidente della Democrazia Cristiana. Cadono la guardia di PS Raffaele Iozzino, il maresciallo dei CC Oreste Leonardi, l'appuntato dei CC Domenico Ricci, la guardia di PS Giulio Rivera e il vice-brigadiere di PS Francesco Zizzi. Il 18 marzo, dopo i funerali degli uomini della scorta, le B.R. telefonano al quotidiano "Il Messaggero" e indicano una cabina telefonica in cui viene rinvenuto il “Comunicato n.1” con la foto di Aldo Moro e sullo sfondo la Stella a 5 punte delle Brigate Rosse. A Torino, durante il processo a Renato Curcio e ai capi storici della B.R., viene ulteriormente rivendicata la responsabilità politica del rapimento. Sono 9 i comunicati che le B.R. fanno ritrovare nel corso dei mesi di prigionia dell'uomo politico, insieme ad alcune lettere autografe dell'On. Moro che scandiranno tutto il periodo fino all'8 maggio, giorno del ritrovamento del corpo dello statista trucidato. Roma, 9 Maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia, il corpo di Aldo Moro, crivellato di proiettili, viene fatto ritrovare in via Caetani, nel bagagliaio di una Renault rossa.

tratto dalla scheda su A. Moro, in

AIVITER Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell'Eversione Contro l'Ordinamento Costituzionale dello Stato