copertina di Zerocalcare, Macerie prime: sei mesi dopo, Milano, Bao, 2018

Zerocalcare, Macerie prime: sei mesi dopo, Milano, Bao, 2018

Più ancora del precedente, racconta i problemi comuni di una generazione, quella degli ultra trentenni di oggi che si devono confrontare con le diverse sfumature della precarietà della vita. Un viaggio tra le incertezze che si manifestano in ambito lavorativo ma che coinvolgono anche i rapporti personali, tra amici o all’interno di coppie. Il senso di inadeguatezza di questa generazione all’interno della realtà di oggi è sottolineato in modo molto deciso, tra le pagine del fumetto. Ma senza riuscire a coinvolgere fino in fondo convincendo, emozionando, stimolando e a restituire una interpretazione universale. Per quanto Macerie prime (nel suo complesso, considerando sia il primo che il secondo volume) sia a tutti gli effetti un’opera corale, il punto di vista è unico, ed è quello dello stesso Zerocalcare. Nelle premesse del primo volume, però, ci trovavamo di fronte a un personaggio realizzato, con un lavoro che gli consente guadagni stabili, una nuova casa e tante attenzioni e di conseguenza anche richieste di attenzioni. Il suo conflitto personale, la sua precarietà nasce proprio dalle interferenze che la vita pubblica e i tanti “accolli” creano in quella privata, soprattutto nei rapporti dell’autore con i suoi amici storici, portando la narrazione su uno dei temi più cari all’autore, il senso di colpa.