Emily Dickinson

Emily Dickinson 1830-1886: l’arco della vita di Emily Dickinson: “Trascorsa in una grande casa, la Homestad paterna, nel cuore di una delle cittadine ancora oggi più spettacolarmente belle del Massachuttes. Là visse in reclusione volontaria, si racconta, dal 1866 in avanti. Raccontano infatti che si fosse una sera attardata a lungo con un amico, a chiacchierare sull’uscio di casa: al buio. Il padre le avrebbe fatto una scenata ed Emily Dickinson, spirito ribelle fin da bambina, avrebbe detto: “Bene, se è questa la fiducia che mi si dà, non uscirò mai più”. Detto, fatto. Raccontano, raccontano, raccontano. Così Barbara Lanati, studiosa e traduttrice delle poesie della Dickinson, ce la racconta nella sua biografia Vita di Emily Dickinson. L’alfabeto dell’estasi. Si dice che Emily non solo non uscì mai di casa se non una volta, per ammirare di notte una piccola chiesa costruita dal fratello, ma che vestisse sempre di bianco. Particolare confermato dalla sarta del paese, che non la vide mai: provava i modelli degli abiti sul corpo della sorella, e questi erano sempre, immancabilmente bianchi. Sul perché di questa scelta di tremenda solitudine, rimane il mistero: sicuramente non era malata né aveva problemi gravi. Il “caso” Emily Dickinson deflagrò in America solo nel 1890, anno di pubblicazione di una raccolta piuttosto smilza di poesie. Un successo tale che nel giro di due anni il volume contò undici ristampe. Ma finché era in vita, anche i suoi ammiratori consideravano le sue poesie “impubblicabili”… Bibliografia Poesie, Savelli, 1977 Lettere, Einaudi, 1982 Silenzi, Feltrinelli, 1986
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