
Peppe Fiore, Nessuno è indispensabile, Torino, Einaudi, 2012
Le poche volte che non si portava il pranzo da casa in un tupperware lavabile verdolino scendeva in mensa con Simona Marchetti, la responsabile del settore yogurt. Da questi pranzi la Marchetti aveva ricomposto l'impressione di una ragazza non sgradevole, ma che aveva trovato il suo habitat nelle retrovie dell'esistenza: viveva da sola da qualche parte verso Ardea in un piccolo appartamento preso con l'aiuto dei suoi e l'accollo di un mutuo trentennale, era realizzata nel perimetro perfetto del suo contratto a tempo indeterminato, tutto sommato era contenta anche dei colleghi.(p. 17)