O la borsa o la vita
La vita. Passata in Borsa, nella sua biblioteca libreria iaia o, da favola, che per piccina che lei sia e' pur sempre un po' anche mia! Collane di libri attorno al collo, per decollare, libri per librarsi, leggere tra le righe, anche il non scritto e il mai detto, sfogliare e spogliarsi, arsi, da un farehnight letterario che va da Giovanni fino a Mario, per la gente (intelli-gente) un luogo a procedere, un deformarsi più che informarsi, plasmarsi e mai uniformarsi al di fuori del credere ubbidire e combattere, dentro piuttosto al dire fare lettera e testa-mente….. Baciati solo dalla fortuna che da' un libro nero se ti attraversa la strada, se ti scompagina per pagina, oltre i confini della realtà doganiere del verbo leggere, leggo ergo sum….. Avevo uno zio che non e' mai entrato in una biblioteca :e' morto! Si salvi chi legge, chi si sdraia sul materasso della scrittura e dice “Letto!”, chi fa' del libro un labbro per parlare del libro che si e' sussurrato, o magari quello che si e' sognato credendo che un suo dito facesse parte di un libro: l'indice. E' quasi un verbo: io libro(tu libri egli libra noi libriamo voi li catalogate)Il mestiere di metterli di vederli e farli vedere, di sdraiarli di accomodarli, di farli sedere, ma non addormentare, di farli strafare moltiplicarli, come nel miracolo della moltiplicazione dei libri e dei pesci, grande parabola non televisiva che dimostra come un libro non contenga mai solo quel libro e possa diventare anche cibo per la mente, fosforo, guizzo, inchiostro che va via per portarti via e non per lasciarti li… Oh giovane bibliotecario/a dacci oggi il nostro libro quotidiano,(magari possiamo non leggere il quotidiano), ma il libro prestacelo, daccelo, passacelo, come un contagio inverso, una specie di anti lebbra, un "libbro"….. Ammalateci senza ritorno guai a guarirci, assediateci insediateci ammagliateci, circondateci, voi che siete come fate, fate si di non dirci mai di no, perché un libro non si nega a nessuno, e allora alziamo i volumi facciamo sentire il rumore delle prefazioni, con sprezzo del prezzo, anche se un libro non si può mai considerare scontato nella sua essenza (forse solo nella sua assenza)… Una pagina al giorno toglie l'editore di torno! Chi si ferma non e' perduto, ma forse sta solo sbirciando tra i capitoli, ma non sta per nulla capitolando, anzi sta vincendo la paura di non saper leggere e sfatando la scritta muraria più vecchia e più stupida dai tempi dei tempi “Asino chi legge!” “Dura lex sed lex”; e cioè è duro leggere se si legge per legge. Narrare umanum est perseverare idem, rilegare necessitat, vendere et noleggiare potest ubi semper … Inventiamoci la “pagina Banca” un istituto di credito della fantasia che da la possibilità di scrivere e leggere anche se apparentemente non sembrano essercene i mezzi, un enorme legg'io su cui poggiare le proprie potenzialità di lettore o scrittore, mettiamoci la faccia ,facciamolo come fosse una specie di investimento culturale sociale tribale irreale Montale che sia anche un po' esia. E chi e' senza libro scagli la prima pietra! Liberamente e libramente sempre vostro Alessandro Bergonzoni