copertina di I gatti persiani

I gatti persiani

Iran, 2009

"Qui non si può suonare quello che vuoi, qui non si può dire quello che vuoi..."
Quando sentiamo parlare di Iran, di certo il primo pensiero non corre alla musica, e anche fosse, sarebbe forse la musica tradizionale, secondo il classico stereotipo mediorientale. Invece anche in una nazione così distante per tradizioni e cultura dalla nostra, governata da un regime repressivo, ci sono tantissimi giovani che sfidano lo status quo per ascoltare e suonare la musica con cui noi siamo normalmente cresciuti, senza forse renderci conto della libertà di cui godiamo. Ashkan e Negar, i due giovani protagonisti della nostra storia, sono appena usciti dal carcere, dov'erano finiti solo per aver espresso le proprie opinioni, e hanno due obiettivi: formare un gruppo rock, e procurarsi dei passaporti contraffatti per scappare dal paese e recarsi a Londra, un po' la patria di chiunque voglia dedicarsi alla musica. Nella loro missione, scopriranno che a Teheran esiste una ricca scena di gruppi musicali di tutti i generi, dove essere "underground" non è una scelta, ma l'unica strada per continuare a esistere e portare avanti la propria battaglia per la libertà.