La vita è stare alla finestra

La vita è stare alla finestra

In ricordo di Enzo Biagi, attrverso i fumetti

 

Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l'acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata.

Enzo Biagi 

'Scompare con Enzo Biagi una grande voce di libertà. Egli ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione, presidiandone garantendone l'autonomia e il pluralismo': queste le parole che Giorgio Napolitano ha inviato ai familiari del giornalista nel giorno della sua morte.
Enzo Biagi amava raccontare, e aveva cominciato ancora ragazzino la professione (anzi il "mestiere", come preferiva dire) di giornalista al Resto del Carlino.
L'aveva interrotta nel momento delle scelte, quando era entrato a far parte della Divisione partigiana Bologna di Giustizia e Libertà.
Lasciò definitivamente il Carlino nel 1951, quando entrò in contrasto con la proprietà che lo considerava un 'comunista sovversivo' perché aveva firmato il Manifesto di Stoccolma contro la bomba atomica. Non sarebbe stata la sola porta sbattuta in tanti anni di professione, da quella di Epoca (che dopo la strage di Reggio Emilia aveva titolato la copertina della rivista che dirigeva 'Sette poveri morti'), a quella del Corriere della sera (quando vennero alla luce i legami tra la direzione del giornale milanese e la Loggia P2 di Licio Gelli).

La sua passione per le storie e il racconto non conobbe limiti: alla fine degli anni Settanta intraprese il racconto a fumetti dei fatti più salienti della storia d'Italia, dalla caduta dell'Impero Romano ai giorni nostri attraverso la collaborazione grafica dei grandi maestri come Milo Manara a Sergio Toppi, Dino BattagliaHugo Pratt.
Dopo diverse pubblicazioni, tutte firmate Mondadori, nel 2005 uscì La nuova storia del mondo a fumetti. Dalla preistoria ai nostri giorni.

L'ultima porta sbattuta fu, con l'indipendenza di sempre, nel 2002: accadeva alla Rai, dopo l'editto 'bulgaro' dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
In Salaborsa resta ricordo perenne del giornalista di Pianaccio nel nome che porta la sua più bella sala, l'auditorium.