copertina di Brian K. Vaughan, Paper girls, Milano, Bao, 2016

Brian K. Vaughan, Paper girls, Milano, Bao, 2016

Vaughan ha voluto inanzitutto dargli una ambientazione fantascientifica, che si appropria dell’estetica ‘anni 80’ come connotazione stilistica. Cliff Chiang l’ha definita come “Stand by Me incontra War of the Worlds”, per definire quell’incrocio tra ‘romanzo di formazione’ e ‘invasione aliena’ che ne costituisce il punto di forza. L'opera si svilupa in due volumi capace di utilizzare la nostalgia per parlare di nostalgia. La serie di Vaughan e Chiang si appropria infatti del decennio di riferimento come marca di stile, con lo scopo di proiettare riflessioni dalla portata più ampia. Certo, molti la vedranno come l’ennesimo tentativo revivalistico, sintomo della crisi creativa del momento contemporaneo, certo è che lavori come Paper Girls hanno un compito importantissimo, ossia riflettere sul decennio che ha cambiato radicalmente la percezione del fumetto in Occidente.