Anna Maria Pepoli Sampieri

1783-1844

Allorquando esce un qualche libro specialmente d'una donna, molti con disprezzo si fanno a dire: queste sono le cose usate e dette per molti. A tali acerbi censori risponderò modestamente solo con quella sentenza del Castiglione: "E che ci ha mai di nuovo sulla terra?".

Anna Maria Pepoli Sampieri è tra le scrittrici più significative della sua epoca. Nasce a Bologna nel 1783 dal conte Rizzardo, esponente di uno dei rami principali della nobile famiglia Pepoli. Suo fratello Carlo è patriota a lungo esule, letterato amico di Leopardi, futuro sindaco di Bologna. Anch'essa è permeata di idealità e amor patrio, ma insieme legata a valori tradizionali. Incarna al meglio lo spirito del suo tempo.

"Alle buone lettere formata", Anna si dedica in gioventù allo studio dei classici, arricchendolo con la lettura degli umanisti e degli scrittori e filosofi posteriori. Il bagaglio di conoscenze acquisite affiora nelle sue opere: il Libro de' costumi attribuito a Dioniso Catone e la lettera introduttiva al Manuale di Epitteto tradotto dal Salvini, entrambe del 1827.

Nel 1802 va in sposa a Francesco Saverio Sampieri Bugami e dalla loro unione nasce l'adorata figlia Camilla. Nel 1824, in occasione del matrimonio di questa con il cavaliere Beccadelli Grimaldi, dà alle stampe, presso la tipografia di Annesio Nobili, il volume Sentenze e detti memorabili d'antichi e di moderni autori, definito "libro d'oro" da Salvatore Betti, letterato redattore del "Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti".

Si tratta di un libro di genere moralistico, di un centinaio di pagine appena, un insieme di istruzioni di comportamento per la giovane sposa, riunite in modo da avere "assai piacevole ricreamento dalle domestiche cure". L'opera ha grande successo e viene ristampata dallo stesso Nobili nel 1826 e a Milano da Sonzogno nel 1828. Anche il principe Pietro Odescalchi l'apprezza grandemente, definendola

di grande utilità per tutti coloro che si piacciono né gravi studi della morale e della filosofia e piena di sostanzievole sugo e tale che più vale a formare gli umani costumi di tutta l'etica di Aristotele.

Il favore ottenuto incoraggia Anna a pubblicare, nel 1838, i tre volumi de La donna saggia e amabile, pubblicati a Capolago, nel Canton Ticino, presso la Tipografia Elvetica, per non incorrere nella censura papalina.

Sono libri scritti con il dichiarato pretesto di "occupare con qualche profitto il tempo" rimasto dopo il matrimonio della figlia. Ogni volume è dedicato al comportamento della donna in uno dei suoi ruoli fondamentali: come reggitrice della casa, educatrice dei figli e conversatrice nei salotti.

Il ruolo che la marchesa le riconosce come principale è quello di madre. Essa deve essere in grado di trasmettere alle figlie i precetti, che permetteranno loro di affrontare con successo ogni circostanza della vita. E citando Voltaire afferma che "una madre di famiglia è come un ministro di stato".

Muore nel 1844 nella sua casa di via Santo Stefano. Il monumento funebre in Certosa, scolpito da Giovanni Putti, la raffigura, giovane madre premurosa, assieme a Camilla bambina.

  • Serena Bersani, 101 donne che hanno fatto grande Bologna, Roma, Newton Compton, 2012, pp. 150-152
  • Nicola D'Amico, Un libro per Eva. Il difficile cammino dell'istruzione della donna in Italia. La storia, le protagoniste, Milano, Angeli, 2016
  • Dizionario dei bolognesi, a cura di Giancarlo Bernabei, Bologna, Santarini, 1989-1990, vol. 2., pp. 401-402
  • Donne celebri dell'Emilia-Romagna e del Montefeltro. Dal Medioevo all'Ottocento, a cura di Giancarlo Roversi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1993, pp. 145-150
  • F.I.L.D.I.S., Donne a Bologna, Castelmaggiore, Cantelli, 1987, p. 46
Luoghi
  • Tipografia Nobili Via de' Toschi, 11
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