Amico Aspertini e il primo 500 a Bologna

La mostra “Amico Aspertini (1474-1552) artista bizzarro nell’età di Durer e Raffaello”, aperta alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 27 settembre 2008 al 26 gennaio 2009, è l’occasione per una semplice rassegna di opere presenti in Biblioteca Sala Borsa sull’artista e sull’arte e la storia bolognese del primo Cinquecento.

E’ un periodo importante per la città, che vede nel volgere di pochi anni il tormentato tramonto della signoria dei Bentivoglio, il consolidarsi del potere pontificio, lo svolgersi tra le sue mura di eventi di portata mondiale, quali l’incoronazione di Carlo V e una sessione del Concilio di Trento. E’ l’occasione per la presenza a Bologna - o per l’arrivo di opere - di grandi artisti del tempo: Michelangelo, Raffaello, Bramante, Parmigianino, Durer … Attivo e curioso di tutto, ma da tutti distinto e appartato, sta per tutta la prima metà del secolo, la figura singolare di Maestro Amico.

“Amico pittor bolognese […] fu sempre un capriccioso e pazzo cervello, come pazze e capricciose le figure di lui per tutta Italia si veggono, e particolarmente in Bologna, dove dimorò più tempo […] Per ogni chiesa, strada, spedale, cantone e casa, ogni cosa è di suo, o di terretta o di colori imbrattato, così a Roma v’ha opere, et a Lucca in San Friano una cappella con strane e bizzarre fantazie. Dicesi che Maestro Amico come persona astratta da le altre, andava per Italia disegnando et ogni cosa ritraendo, le buone e le cattive, così di rilievo come dipinte; il che fu cagione che egli diventò un praticaccio inventore…Laonde venuto già in vecchiezza di 70 anni, fra l’arte e la stranezza della vita, bestialissimamente impazzò […] ma pure gli passò quello umore et in sé ritornò. Dilettosi continuo cicalare, e diceva stranamente di bellissime cose”

(G. Vasari, Le vite de' piú eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, Torrentino 1550, ed. Einaudi, 1986, p. 777)

“Fu, dico, questo Amico Aspertini un uomo capriccioso e fantastico, che alla maniera di nissuno volle mai soggettarsi, studiando bensì da tutti, e le più belle cose nei suoi viaggi per tutta l’Italia disegnando in certe vacchette di cartapecora anch’oggi in essere, ma componendosene poscia una particolare e a suo modo, e biasimando questi altri che , datisi, soleva egli dire, ad imitare non altri che Rafaelle, di quella a lui peculiar maniera troppo religiosi osservatori si dimostravano”

(C.C. Malvasia, Felsina pittrice. Vite dei pittori bolognesi, 1678, ed. Alfa, 1971, p. 108)

Una selezione dei titoli è disponibile in formato PDF
25 - amico aspertini in biblioteca