Caffè dei Servi

Dove
Strada Maggiore, 39

Perdona , o Mago, all'anima che vola
dietro a quei sogni, onde, ai gran dì, in Bologna ...
con te, con Schicchi, a notte piena, via
veleggiavamo verso spiagge arcane,
Pieni di lauri e luce ed armonia.

(S. Ferrari, Il Mago, 1884)

Il Caffè dei Servi era un locale solitario, defilato, all'angolo fra Strada Maggiore e via Guerrazzi. Aveva tra i suoi occasionali avventori anche il padre barnabita Ugo Bassi. Vi si poteva bere la birra Nadalini, tra le più apprezzate dai bolognesi, la cui fabbrica era nella casa accanto, in angolo con vicolo Pusterla.

Nella seconda metà dell'800 ebbe grande rinomanza. Nelle sale superiori vi fu la prima sede il Circolo della Caccia, il più esclusivo della città, fondato il primo ottobre 1888. L' "appartamento ammobigliato ad uso Club" era composto di "una entrata, una sala di lettura, una camera da giuoco, un saloncino, servizi". Il Circolo rimase qui fino al febbraio 1890.

Il caffè sottostante era frequentato da intellettuali, politici, giornalisti, quali Alfredo Oriani e Enrico Panzacchi. Carducci vi passava accanto ogni giorno andando all'Università o rincasando, a metà del suo itinerario abituale, e vi faceva volentieri una sosta tranquilla e riposante. Per un certo periodo fissò qui il suo "gabinetto per la corrispondenza".

In quell'ambiente "saturo di vapori e di odori", con l'anima "vinta dal caldo riflesso delle lampade a gas", raggiungeva una sorta di nirvana. Talvolta invece doveva subire, come tutti gli altri avventori, la tirannia del cameriere Pierino, sedicente poeta, o il tormento della musica fatta dagli orbini, due poveri ciechi che chiedevano l'elemosina passando da un'osteria all'altra e suonando il violino. Considerava "un fato, un triste fato" dover subire la "segatura degli archi di setole sulle corde, che vorrebbe essere malinconica e fantastica".

Il professore arrivava al Caffè dei Servi con il fido Severino Ferrari e il conte Rugarli. Un giorno del 1896 vi trovò Giovanni Pascoli, seduto a un tavolino assieme alla "sorellina" Maria. L'ex allievo da poco aveva avuto la cattedra di grammatica greca e latina all'Università ed egli volle congratularsi abbracciandolo e baciandolo, un modo per lui del tutto inconsueto.

Vent'anni prima Pascoli e Ferrari avevano passato molte sere insieme al Caffè dei Servi, in compagnia di una brigata di amici "pieni d'ingegno e di cuore" , rimurginando "le strofette d'un magico poema". Ferrari vi raffigurava come Maghetto il bizzarro Ugo Brilli, mentre Pascoli era presentato col nomignolo di Schicchi.

In una lettera scritta dal Caffè nel 1882, Severino Ferrari annunciava a Carducci l'intenzione di fare, assieme a Pascoli e a Brilli (Cavalaza), un giornale, numero unico, a beneficio delle vittime dell'inondazione del Polesine del 17 settembre.

Approfondimenti
  • Il circolo della caccia in Bologna dal 1888 ad oggi. La storia, il palazzo, le opere d'arte, a cura di Giancarlo Roversi, 2. ed. aggiornata, Castel Maggiore, Cantelli Rotoweb, 2001, pp. 11-13, 33
  • Una città italiana. Immagini dell'Ottocento bolognese, a cura di Franco Cristofori, Bologna, Alfa, 1965, p. 86
  • Claudia Culiersi, Paolo Culiersi, Carducci bolognese, Bologna, Patron, 2006, pp. 114-115
  • Alessandro Molinari Pradelli, Osterie e locande di Bologna. La grassa e la dotta in gloria della tavola: folclore, arte, musica e poesia nelle tradizioni contadine e gastronomiche della città felsinea, Roma, Newton Compton, 1980, p. 113
  • Alfonso Morselli, Il Caffè dei Servi, in: I caffè storici in Emilia-Romagna e Montefeltro, a cura di Giancarlo Roversi, Casalecchio di Reno, Grafis, 1994, pp. 121-122
  • Alfonso Morselli, Il Caffé dei Servi. Notizie vecchie e nuove, in: "Strenna storica bolognese", (18) 1968, pp. 251-259
  • Marco Poli, Bologna com'era, Argelato, Minerva, 2020, pp. 186-187
  • Marco Poli, La Bologna dei caffè, Bologna, Costa, 2005, p. 12