Little Orphan Annie

Little Orphan Annie

La lunga vita di un personaggio che ha conquistato il cuore dell’America

Nel 1924 esordisce uno dei personaggi più longevi  del fumetto americano: la piccola Orfanella di nome Annie. Il suo creatore, Harold Gray, ne fa una sorta di alter ego al femminile, proiettando in lei la propria visione conservatrice del mondo. Pur vivendo in condizioni di estrema povertà, Annie è sempre pronta a dare il buon esempio a chi le sta intorno: è disponibile ad affrontare qualsiasi lavoro le capiti e si distingue per un inguaribile ottimismo. La piccola orfana viaggia per gli Stati Uniti insieme al suo inseparabile cane Sandy, vivendo avventure che riflettono i valori cari all’autore. Annie difende la polizia, sostiene l’impresa privata e critica apertamente i sindacati operai. Siamo alle soglie della Grande Depressione del 1929, e Harold Gray si dimostra abile nel costruire un personaggio che non cresce mai rimanendo sempre bambina: una figura fissa nel tempo, capace di accompagnare generazioni di lettori, diventando una sorta di bussola morale nella cultura americana. Il successo del fumetto è immediato e la sua pubblicazione continua anche dopo la morte del suo creatore avvenuta nel 1968, fino al 2010. Nel 1962 nasce come parodia dell’orfanella, la serie Little Annie Fanny creata da Harvey Kurtzman e Wild Elder, di genere umoristica e di aperta satira dei costumi sessuali della società americana del periodo. Nel 1981 il grande regista John Huston ha portato sul grande schermo un adattamento musicale di Little Orphan Annie, intitolato Annie, con Aileen Quinn e Albert Finney. Nel 2014 è uscito un remake cinematografico: Annie, la felicità è contagiosa, diretto da Will Gluck.