Una serie di risorse digitali dedicate alla documentazione della storia, della cultura, della società e delle istituzioni di Bologna e provincia con particolare attenzione all’800-900.

Edifici, giardini e canali
Ex Chiesa di Santa Lucia
Fatta erigere dai Gesuiti, a partire dal 1623, su disegno di Girolamo Rainaldi. Il maestoso interno, a navata unica, riprende lo schema della chiesa del Gesù di Roma, con ricca decorazione in stucco. La facciata è rimasta incompiuta così come la parte absidale e la cupola. L’attuale abside è di Vincenzo Vannini (1840). All’interno si conserva una Madonna col bambino dello scultore Giuseppe Mazza. La chiesa, restaurata nel 1988, è ora adibita ad Aula Magna dell’Università.
Giardino della Lunetta Gamberini
Il nome del giardino ricorda la linea difensiva voluta dal generale Fanti tra il 1860 e il 1867, che contava 9 forti e 17 lunette munite di cannoni intorno a Bologna e sparse fortificazioni sulle colline. La lunetta prese il nome da una Cà Gamberini che sorgeva nei pressi della via Emilia. L’ingombrante trincea fu un’apparizione effimera, perché il piano regolatore del 1889 ne decretò il rapido smantellamento. Furono conservati solo piccoli presidi, come la Lunetta Gamberini, adibita alla fabbricazione di fulminato di mercurio. Il complesso dell’area verde, che si estende per 14,5 ettari, è frutto di una serie di acquisizioni degli anni ’70. Circondata da una folta siepe con alberi di Giuda, forsizie, scotani, sanguinelli, sinforine e altri arbusti ornamentali, ospita al suo interno impianti sportivi, scuole, un centro sociale e un centro giovanile. Gli ampi prati sono spesso ombreggiati da filari di pioppi bianchi e tigli. Dall’ingresso di via Sigonio, oltre un prato alberato, si alza un rilievo, con le pendici rivestite di robinie, biancospini e olmi, che era probabilmente il nucleo centrale della vecchia postazione.
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Scrittori e scrittrici
Antonio Rinaldi
Nasce nel 1914 a Potenza. Si trasferisce a Bologna fin dall'infanzia, dove si laurea in Lettere. Segue le lezioni dello storico e critico d'arte Roberto Longhi. Nel 1937 comincia a insegnare al liceo Galvani ed ha come allievi Pier Paolo Pasolini e Luciano Serra. Il primo ricorderà in una intervista che, grazie a una poesia di Rimbaud letta durante una sua lezione, scattò in lui l'antifascismo. La circostanza sarà ribadita da Serra: Ebbe come supplente di storia dell'arte Antonio Rinaldi, che aveva sette anni più di Pier Paolo e lesse agli allievi Rimbaud come lezione civile e voce di libertà. Nel 1938 esordisce con La Valletta (Guanda), raccolta di liriche di ascendenza pascoliana. Ne dedica una copia a Giorgio Morandi per il Natale 1941. Nel 1940, tramite Carlo Ludovico Ragghianti, entra nel Partito d'Azione e da quel momento si impegna nella Resistenza. Nel maggio del 1943 è arrestato come sospetto antifascista. Nella sua casa in via Fondazza i fascisti trovano parecchio materiale divulgativo di "Giustizia e Libertà". La stessa sorte tocca a Francesco Arcangeli, Giancarlo Cavalli, Cesare Gnudi e al pittore Morandi. Rimane detenuto nel carcere di San Giovanni in Monte fino alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943. Durante la guerra è redattore capo del "Corriere del Po". Ricorderà ancora Luciano Serra che "l'esile e occhialuto Rinaldi ... verrà il 14 luglio 1944 arrestato con me dalle SS toscane e portato in carcere a Parma (eravamo entrambi aderenti al Partito d'Azione)". Nel 1945 sposa Liliana De Astis, che morirà sette anni dopo per una grave malformazione cardiaca. Nel dopoguerra torna all'insegnamento e all'attività giornalistica, collaborando con "L'Unità", "La Nazione" e "Il Resto del Carlino". Con l'opera La notte vince nel 1947 il Premio Serra. La raccolta Poesie esce per Mondadori nel 1958, con prefazione di Giuseppe Raimondi. L'età della poesia (Vallecchi, 1969) riunisce l'ultima sua produzione poetica. Nel 1960 è eletto consigliere a Ferrara per il Partito Socialista. Muore a Firenze nel 1982.
Giorgio Bassani
Studente a Bologna Giorgio Bassani nasce a Bologna in viale XII Giugno, da una famiglia ebraica benestante. Pochi mesi dopo la nascita va a vivere a Ferrara, dove frequenta le scuole e si diploma con buoni voti al Liceo "Ariosto". Nel 1934 si iscrive a Lettere all'Università di Bologna. Grazie a Francesco Arcangeli inizia a frequentare le lezioni di storia dell'arte di Roberto Longhi, che si rivela un maestro fondamentale. Il rimando tra letteratura e arte sarà una costante della sue opere narrative. Attorno al maestro di Alba si forma, tra i colleghi universitari, un gruppo di amici accomunati da interessi letterari: oltre ai ferraresi Lanfranco Caretti e Franco Giovanelli, vi sono Francesco Arcangeli, Attilio Bertolucci e Antonio Rinaldi. Alcuni di essi sono ammessi alle famose "esercitazioni" - sedute di riconoscimento e attribuzione di dipinti e affreschi - svolte dal professore con pochi intimi, in parallelo alle lezioni. Assieme frequentano la bottega di Giuseppe Raimondi, in piazza Santo Stefano e lo studio di Giorgio Morandi in via Fondazza. Il costante confronto con questi protagonisti della vita culturale bolognese, lo aiutano a definire il suo stile e la sua poetica. Appare nel 1935 sul "Corriere padano" il suo primo racconto, III classe, sugli studenti pendolari tra Ferrara e Bologna. Il tema del viaggio in treno sarà un leitmotiv nella sua futura produzione letteraria. Altri temi sono legati all'immaginario pittorico: riproduzioni da De Pisis e Morandi ricorrono sulle copertine dei suoi libri. La mediazione artistica, assieme alla memoria, diviene una componente essenziale della sua visione della realtà. Le poesie del periodo universitario, basate sull'insistenza attorno a pochi elementi costanti, sono accostabili alle nature morte di Morandi. A Bologna conosce Carlo Ludovico Ragghianti, critico d'arte lucchese e esponente antifascista del Partito d'Azione, che lo avvia all'impegno politico nella Resistenza. Benché desideri laurearsi con Longhi, per motivi pratici preferisce fare una tesi su Niccolò Tommaseo con il prof. Calcaterra. Nel 1940 pubblica Una città di pianura, con lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Ad Arcangeli confessa la sua fatica a trovare uno stile adatto a descrivere le persone intimamente. Vorrebbe farlo con pochi dialoghi, attraverso elementi razionali: luci, ombre, oggetti, silenzi ... A me piacerebbe di costruire partendo finalmente da una posizione completamente oggettiva; esser capace di costruire con freddezza, armoniosamente. Ah, poter scrivere un racconto ordinato e organizzato come un saggio critico. Vita e opere A Ferrara, durante la seconda guerra mondiale, Giorgio Bassani insegna italiano e storia agli studenti ebrei espulsi dopo le leggi razziali e svolge un'intensa attività politica clandestina come membro del Partito d'Azione. Nel 1943 è arrestato come antifascista. All'uscita dal carcere sposa Valeria Sinigallia e lascia la sua città, rifugiandosi a Firenze e poi a Roma. Nella capitale trascorre il resto della vita. Dopo la pubblicazione dei primi versi e racconti, è invitato a collaborare alla rivista letteraria "Botteghe Oscure". Nel 1953 esce La passeggiata prima di cena, nel 1955 Gli ultimi anni di Clelia Trotti. Nello stesso anno diventa redattore di "Paragone", la rivista di Anna Banti e del suo maestro Roberto Longhi. Ha qui occasione di frequentare e stringere una duratura amicizia con Pier Paolo Pasolini. Entrambi non si riconoscono nel neorealismo, non riconoscono la soggezione della letteratura alla politica. Democrazia nella cultura è per loro "accrescimento di conoscenza per il fine della libertà" (Siciliano). Nel 1955 entra in contatto con il gruppo della rivista "Officina", promossa dal poeta di Casarsa assieme ad altri amici bolognesi. Lo stesso anno fonda l'associazione "Italia Nostra". Nel 1956 pubblica Cinque storie ferraresi, con cui vince il Premio Strega. Inizia a scrivere sceneggiature di film per Mario Soldati, Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Luigi Zampa. Per dieci anni, dal 1957, insegna storia del teatro all'Accademia nazionale d'arte drammatica "Silvio D'Amico". Nel 1958 pubblica Gli occhiali d'oro. E' direttore editoriale alla Feltrinelli e in questa veste promuove capolavori sconosciuti quali Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e Il dottor Živago di Boris Pasternak. Lascia l'incarico nel 1963 per un dissidio con l'editore sulla pubblicazione del libro di Arbasino Fratelli d'Italia. Nel 1960 escono Una notte del '43 e Le storie ferraresi, suoi capolavori narrativi. Continua a collaborare a vari giornali e riviste e a scrivere sceneggiature. Nel 1962 ottiene il suo massimo successo editoriale con il romanzo Il giardino dei Finzi-Contini, in cui ricostruisce il mondo della ricca borghesia ebraica ferrarese durante il fascismo. Da esso è tratto un fortunato film diretto da Vittorio De Sica, che ottiene l'Oscar, ma è da lui sconfessato. Nel 1964 esce Dietro la porta. Diventa per un anno vicepresidente della RAI e presidente di Italia Nostra. Si allontana dal Partito Socialista per aderire ai repubblicani dell'amico La Malfa. Iniziano nel 1967 i suoi soggiorni estivi a Maratea, dove ambienta le poesie delle raccolte Epitaffio (1974) e In gran segreto (1978). Pubblica L'airone (1968), L'odore del fieno (1972), Dentro le mura (1973) e Il romanzo di Ferrara (1974). Nell'ultimo periodo della sua vita, dopo la separazione coniugale, convive con l'americana Portia Prebys. Muore a Roma nel 2000 a seguito una lunga malattia, che ne mina il fisico e la mente. È sepolto, per sua volontà, nel cimitero ebraico di Ferrara.
Nuvole in Appennino