Atto vandalico contro un'opera dello scultore Henry Moore in piazza Nettuno
Una delle statue dello scultore inglese Henry Moore, esposte in piazza Nettuno, viene decapitata durante la notte tra l'11 e il 12 novembre.
Il “folle gesto” è giustificato, dal collettivo politico-letterario che utilizza la sigla Luther Blisset, come clamorosa azione di protesta contro i poteri forti cittadini, pronti a compiere "colossali colate di cemento" e ardite speculazioni urbanistiche: dalla nuova pista dell'aeroporto Marconi alla stazione dell'Alta Velocità:
“è stato un tributo a Moore molto più sincero di quello organizzato dai becchini d'assessorato: l'anonimo/a che ha "deturpato" l'opera d'arte ha in realtà interagito con essa, l'ha riplasmata e modificata, l'ha rimessa in gioco e al centro dell'attenzione”.
Secondo una ricostruzione più fantasiosa, l'azione è opera dello stesso Nettuno del Giambologna, che non ha accettato la vicinanza di un'opera moderna.
- Giovanna Bonani, Marco Poli, Da 75 anni per Bologna. La Fameja bulgneisa, 1928-2003, Bologna, Costa - Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, 2003, p. 65