Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

19 aprile 1945

La 63a Brigata Bolero all'attacco dei tedeschi

Alla vigilia dell'attacco alleato decisivo verso Bologna, la 63a Brigata Garibaldi “Bolero” è operativa ad occidente della città, al comando di Beltrando Pancaldi (Ran, poi Primo), con cinque battaglioni, intitolati ai partigiani Monaldo Calari, Nello Zini, Gastone Sozzi, Umberto Armaroli e Antonio Marzocchi, caduti in battaglia nei mesi precedenti.

Il btg “Monaldo” è dislocato a Monte San Pietro: il 19 aprile, in contatto con le avanguardie alleate, libera Monte San Pietro, facendo 200 prigionieri. Quindi marcia verso Zola Predosa e Ponte Ronca. Il comando è insediato dal 20 in località Gesso.

Dopo aver liberato Gesso e Lavino, una parte degli uomini dello “Zini” sono assegnati come guide alle forze alleate, mentre una squadra parte per snidare forze tedesche asserragliate a Monte Capra.

L'accanita resistenza nemica porta ad impegnare due compagnie per accerchiare tutto il monte. Al termine della battaglia sono catturati oltre 130 prigionieri, diversi automezzi, armi e circa 150 cavalli.

Nella zona di San Lorenzo un'altra squadra della “Zini” sostiene il 20 aprile duri combattimenti contro un presidio tedesco, uccidendo 70 soldati e facendo 120 prigionieri. Altre azioni vittoriose avvengono a Madonna Prati, a Crespellano e Calcara. Nel complesso saranno consegnati agli Alleati più di 1.000 prigionieri.

Il btg “Sozzi” attacca all'alba del 20 aprile nella zona di Stiore e Monte Oliveto, facendo 80 prigionieri e un ingente bottino d'armi. Dopo aver forzato in più punti lo schieramento nemico, il btg si riunisce a Bazzano e passa a rastrellare il territorio montano circostante.

Nella notte tra il 20 e il 21 aprile una compagnia del btg. “Marzocchi”, di stanza ad Anzola, blocca la via Emilia e le colonne tedesche e fasciste in fuga da Bologna. Il presidio nazista è attaccato e sopraffatto con l'aiuto di forze del btg “Zini”.

Intanto a San Giovanni in Persiceto, la 1a e 2a compagnia attaccano i Tedeschi, che tentano di distruggere il mulino Tamburi.

Il btg. “Armaroli”, dislocato a Calderara, inizia il 20 il trasferimento verso Bologna. Solo una compagnia riuscirà a congiungersi con altre forze partigiane per l'occupazione della città.

Le altre saranno impegnate ad attaccare i presidi tedeschi attorno a Calderara di Reno e Sala Bolognese. Al termine consegneranno agli Alleati oltre 200 prigionieri e un grande bottino di armi.

Approfondimenti
  • Alessandro Albertazzi, La 63. brigata Bolero Garibaldi, in: 1944 la lotta di liberazione, supplemento di "Resistenza oggi. Quaderni di storia contemporanea bolognese", 5 (2004), pp. 75-79
  • Luigi Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese, Comune per Comune, Bologna, ANPI, 1998, p. 28
  • Willy Beckers, Banden! Waffen raus! L'ultimo inverno di lotta partigiana nella collina bolognese, Bologna, ALFA, 1965, pp. 12-14, 17, 30-31
  • Adolfo Belletti, Dai monti alle risaie. 63a Brigata Garibaldi Bolero, Bologna, Arte stampe, 1968, pp. 137-151
  • Pro memoria 1943-2000. Cronologia, a cura di Sebastiano Gulisano, Modena, Grafiche Jolly, 2000, pp. 38-39
  • Vincenzo Sardone, La Bolero resiste. Struttura e azioni militari della 63a brigata, in: Casteldebole in fiamme. La battaglia e l'eccidio dell'ottobre 1944 nella storia della 63. brigata Bolero, Bologna, ANPI, 2006, pp. 22-23
  • Raffaele Vecchietti, Colline monti e piano per la gente di "Bolero", in: "Resistenza oggi Bologna", 40. della lotta di liberazione, Bologna, a cura dell'ANPI provinciale, 1984, pp. 57-59
  • Rotillo Vignoli, La 63a. La brigata che sparse il terrore..., in: Epopea partigiana, rist. anast., Imola, Libreria di Palazzo Monsignani, 2005, vol. I, pp. 158-161

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