Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

7 settembre 1944

Il CUMER comanda la discesa in città delle formazioni partigiane in vista dell'insurrezione

Dopo il primo sfondamento della Linea Gotica da parte delle armate alleate, la liberazione di Bologna appare imminente. Dal 7 settembre il CUMER -  vertice militare del CLN - comincia a impartire ai comandi delle brigate partigiane le "direttrici di marcia" per la discesa dai monti e la convergenza dalla pianura verso Bologna e le altre città dell'Emilia.

L'8 settembre il CLN regionale lancia un impegnativo proclama per il proseguimento della lotta contro i nazifascisti e chiede ogni sforzo per impedire il massacro della popolazione.

Il disegno di “pianurizzazione” voluto dal Comando centrale - e approvato da dirigenti comunisti, quali Amendola e Secchia - non sarà accettato da alcuni comandanti: ad esempio da Mario Ricci (Armando) della divisione "Modena", da Mario Musolesi (Lupo) della Brigata "Stella Rossa", dai responsabili delle brigate "Matteotti" e delle brigate Garibaldi di pianura, che ritengono i partigiani della campagna inadatti ai combattimenti cittadini.

Il contenzioso tra il comando della divisione Modena e il CUMER sarà composto in ottobre. A Bologna verrà inviato il gruppo partigiano comandato da Renato Giorgi (Angelo) e formato dalle brigate “Roveda” e “Gramsci”, che il 5 novembre si scontreranno con i Tedeschi nei pressi di Pavullo e in seguito ripareranno oltre le linee nella zona di Lizzano in Belvedere.

Anche il trasferimento delle altre formazioni in città avrà spesso esiti drammatici, con battaglie in campo aperto, che procureranno notevoli perdite alle formazioni combattenti, come a Cà di Guzzo, Rasiglio, Vigorso e Casteldebole.

Il piano del CUMER contrasta con le direttive del comando partigiano nazionale: in una circolare del CVL del 18 settembre si afferma che le brigate partigiane non devono "assolutamente lasciarsi attrarre dalle città". Ancora il 13 ottobre, tuttavia, il CUMER darà ordine alle SAP di pianura di convergere in città e preparare la liberazione di Bologna.

Circa 300 partigiani della 7a GAP "Gianni", della formazione Giustizia e Libertà, di parte delle brigate Garibaldi 62a, 63a e 66a si raduneranno in una grande base ricavata nell’Ospedale Maggiore bombardato, con l'ordine di non muoversi in attesa dell'insurrezione. L'area dell'ex ospedale sarà il teatro della battaglia di porta Lame il 7 novembre successivo.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, vol. 1., Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, Bologna, Comune-ISREBO, 2005, pp. 155-157
  • Luca Baldissara, Paolo Pezzino, Il massacro. Guerra ai civili a Monte Sole, Bologna, Il Mulino, 2009, p. 67 sgg.
  • Luciano Bergonzini, Bologna 1943-1945. Politica ed economia in un centro urbano nei venti mesi dell'occupazione nazista, lettera ed osservazioni di Giorgio Amendola, Bologna, CLUEB, 1980, p. XI
  • Luciano Bergonzini, Considerazioni sulla guerriglia urbana a Bologna e sui piani insurrezionali del settembre 1944 e aprile 1945, in Per il 40. della Resistenza. Saggi e contributo bibliografico, a cura di Alessandro Roveri, Bologna, Clueb, 1984, pp. 44-48
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 182
  • Luciano Casali, CUMER. Il Bollettino militare del Comando unico militare Emilia Romagna, giugno 1944- aprile 1945, Bologna, Pàtron, 1997
  • Mario De Micheli, 7a GAP, 2. ed., Roma, Editori Riuniti, 1971, pp. 227-228
  • Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, pp. 321-328, 339-341
  • Mario Facci, Alessandro Borri, Porretta dall'Unita alla Repubblica, 1859-1948. Cronache porrettane, aspetti politico-sociali, i sindaci e i podestà, Porretta Terme, Gruppo di studi alta valle del Reno - Comune, 1998, p. 294
  • Ermanno Gorrieri, La Repubblica di Montefiorino, Bologna, Il mulino, 1966, pp. 457-458
  • Montese: fascismo, guerra, ricostruzione, Formigine, Golinelli, 1990, p. 100
  • Mario Nardi, Dopo Montefiorino. I contrasti col CUMER e il nuovo apporto della Divisione Modena alla Liberazione, in: Per il 40° della Resistenza. Saggi e contributo bibliografico, a cura di Alessandro Roveri, Bologna, Clueb, stampa 1984, pp. 77-105
  • Giorgio Ognibene, Dossier Marzabotto. I sotterranei di Bologna, Bologna, APE, 1990, pp. 125-140
  • Nazario Sauro Onofri, I socialisti bolognesi nella Resistenza, Bologna, La squilla, 1965, pp. 72-75
  • La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, pp. 126-127, 137
  • Ada Tommasi De Micheli, Armando racconta, Milano, Vangelista, 1982, p. 217
  • Cesarino Volta, Mondo contadino e lotta di liberazione. Resistenza in pianura, Baricella-Malalbergo 1943-45, s.l., Brechtiana, 1980, p. 135

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