Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

20 giugno 1944

Guardie ferroviarie giustiziate dai partigiani

Per impedire atti di sabotaggio ai treni i tedeschi mettono alcuni gruppi di guardie - chiamate “polizei” - nei punti più esposti delle linee ferroviarie.

Si tratta di carabinieri, militi della polizia ausiliaria e ferrovieri, armati di fucile e pagati per andare fuori di notte. Secondo una testimonianza partigiana sono “gente reclutata tra i simpatizzanti fascisti”. Più volte vengono disarmati dai “banditi” e le loro armi inviate in brigata.

Di stanza al casello 64 della Direttissima, nella zona tra Vado e Grizzana, vi è una dozzina di guardie ferroviarie. Sono ragazzi originari di Parma e sorvegliano senza particolare zelo, tanto che furti e sabotaggi si ripetono.

A metà giugno scompaiono improvvisamente, senza motivo. Alcuni pensano che i tedeschi, insoddisfatti del loro lavoro, li abbiano deportati in Germania. C'è invece chi ritiene che siano andati “a ingrossare le file dei ribelli”.

La loro sorte si saprà molto più tardi. Secondo don Dario Zanini si sono effettivamente consegnati ai partigiani della Brigata Stella Rossa e il comandante Lupo li ha destinati al gruppo di Sugano Melchiorri, operante sul Monte Vignola.

Dopo l'uccisione di un maresciallo tedesco a Cà d'Alessandri alcuni di essi hanno provato a fuggire e allora è scattata la rappresaglia. Il 20 giugno - o poco più tardi - sono stati tutti “barbaramente trucidati da mani fraterne” e sotterrati in tre buche nei pressi di un abbeveratoio.

Le loro salme saranno riesumate più di un anno dopo, a guerra finita, dai parenti guidati sul luogo dell'eccidio da ex partigiani della Stella Rossa. Il padre di una delle guardie giustiziate è stato comandante di una formazione comunista del parmense.

Una lettera scritta dai partigiani nel dicembre 1945 dichiarerà “l'estraneità delle vittime da ogni collaborazionismo”. I partigiani avrebbero ucciso i guardafili “per assicurarsi le spalle nel combattimento” durante un pesante rastrellamento in atto a Montepastore.

Approfondimenti

Cinzia Venturoli, La guerra sotto il Sasso. Popolazione, tedeschi, partigiani, 1940-1945, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 1999, p. 37


Dario Zanini, Marzabotto e dintorni, 1944, Bologna, Ponte nuovo, 1996, pp. 119-133


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