Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

18 marzo 1922

Bilancio delle violenze fasciste

Nel 1921, secondo un rapporto della Camera del Lavoro di Bologna, gli attacchi delle squadre fasciste hanno provocato 19 morti e quasi duemila feriti solo nella provincia. Sono state distrutte case del popolo, camere del lavoro, cooperative, leghe, circoli e sezioni socialiste.

Lo scontro nelle campagne si incentra sul collocamento, sull'imposizione di un nuovo patto colonico fascista, sulla scelta delle trebbiatrici.

L'assalto delle squadre d'azione alle strutture cooperative segue uno schema consueto, con due obiettivi: il capolega e la sede.

Sul capolega si scatenano intimidazioni e violenze fino all'uccisione e alla cacciata dal luogo di lavoro e di residenza. La sede è esposta ai vandalismi e ai saccheggi, mentre l'ente subisce il taglio dei finanziamenti, la revoca degli appalti e degli affitti.

Solo nel 1921, 23 cooperative subiscono l'azione repressiva e la chiusura forzata. Quelle che non sono distrutte vengono "fascistizzate", con la nomina di nuovi amministratori.

Nel 1922 il bilancio delle violenze fasciste sarà ancora più pesante: si giungerà a vere e proprie stragi, perpetrate con l'occhio complice del governo e della forza pubblica.

Tra gennaio e marzo nei paesi della provincia di Bologna non si contano le spedizioni punitive, che lasciano sul campo morti e feriti da entrambe le parti.

Il 12 gennaio in città un colpo di pistola uccide il sindacalista anarchico Mario Biavati. Il 18 a San Venanzio di Galliera vengono uccisi gli operai socialisti Luigi Cantelli e Rocco Sacchetti. Il 28 febbraio è incendiata la sede della lega di Castel Maggiore.

Il 4 marzo a Castel San Pietro muore il fascista Enrico Lazzari. Il 5 è assalita la cooperativa di consumo di Anzola Emilia: un bracciante anarchico è freddato a revolverate e due fratelli rimangono gravemente feriti.

Il 13 marzo a Bologna sono aggrediti i militanti del Partito popolare e il 18 seguente vengono manganellati sette legionari fiumani. E' solo un elenco sommario.

Un'indagine della Federcoop di Bologna del 1952 parla di 75 cooperative assaltate e sottratte ai lavoratori dalle squadre fasciste.

Dopo le elezioni del 1920 nella provincia di Bologna si erano insediate 52 amministrazioni comunali a guida socialista. Nel giugno del 1922 ne rimangono 15.

Molti sindaci sono stati più volte minacciati e bastonati dagli squadristi, le loro case incendiate. I primi cittadini - e assieme a loro sindacalisti, cooperatori e attivisti politici - sono stati espulsi dai paesi.

Nel settembre 1922 il fascio conta in città almeno 5.000 iscritti e circa 20.000 nel complesso della provincia, metà dei quali fanno parte di squadre d'azione.

In omaggio all'azione antisocialista delle squadre di Arpinati e dei ras della provincia Mussolini definirà Bologna "il quadrivio della rivoluzione fascista".

Approfondimenti
  • Pietro Alberghi, Il fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989, p. 421
  • Antifascismo e cooperazione nella provincia di Bologna, Bologna, Federcoop, 1974, pp. 11-12
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, vol. 1., Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, Bologna, Comune-ISREBO, 2005, pp. 55-57
  • Luigi Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese. Comune per comune, Bologna, ANPI, 1998, p. 9
  • Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961, Bologna, Galileo, 1961, p. 142, 150
  • Bologna. La cooperazione, Milano, EDIT-Ambrosiana, 1990ca, p. 79 sgg.
  • Guido Crainz, Padania. Il mondo dei braccianti dall'Ottocento alla fuga dalle campagne, Roma, Donzelli, 1994, p. 195
  • Pier Paolo D'attorre, Il fascismo di Arpinati e Grandi, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale AIEP, 1990, vol. 4.: Bologna dall'Unità alla Liberazione, p. 185
  • Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, pp. 362-367
  • Manuele Franzoso, Enrico Casanova: il primo sindaco socialista di San Lazzaro, in: "Quaderni del Savena", 14 (2014-15), pp. 17-30
  • Paola Furlan, La cooperazione di consumo bolognese nel fascismo, in Il PNF in Emilia Romagna. Personale politico, quadri sindacali, cooperazione, a cura di Maurizio Degl'Innocenti, Paolo Pombeni, Alessandro Roveri, Milano, F. Angeli, 1988, p. 98
  • Le origini del fascismo in Emilia-Romagna, 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, p. 161
  • Claudia Locchi, Il socialismo sovversivo nella Bologna liberale, Bologna, Pendragon, 2012
  • Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Bologna, Tinarelli, 2011, p. 164
  • Sven Reichardt, Camicie nere, camicie brune. Milizie fasciste in Italia e in Germania, Bologna, Il mulino, 2009, pp. 41-42, 148
  • La società attraente. Cooperazione e cultura nell'Emilia Romagna, Bologna, dicembre 1976-gennaio 1977, a cura di Franco Solmi, Bologna, Grafis, 1976, p. 444-447
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