Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

16 agosto 1921

I fasci padani rigettano il patto con i socialisti

I rappresentanti di oltre seicento Fasci della Val Padana, riuniti nel ridotto del Teatro comunale di Bologna, contestano l'accordo di pacificazione con i socialisti firmato a Roma il 2 agosto.

Dichiarano di non volere avere nulla a che fare con "certi insidiosi patti" e proclamano la guerra ad oltranza contro i partiti e le organizzazioni sindacali di sinistra.

“Mentre da Milano si invoca la disciplina e si deplorano le nostre violenze - protesta Gino Baroncini - nelle camere del lavoro si organizzano sfacciatamente gli arditi del popolo”.

I muri del centro cittadino sono tappezzati di manifesti ostili a Mussolini, autore dell'accordo: "Chi ha tradito, tradirà". Per molti il Duce vuole sacrificare il fascismo ai marxisti per soddisfare la sua ambizione personale.

Anche i Sempre Pronti per la Patria e per il Re di Dino Zanetti ritengono il patto di pacificazione perlomento inopportuno.

Dino Grandi (1895-1988), Italo Balbo (1896-1940) e altri ras locali creano una fronda, che contempla l'ipotesi di sostituire il Duce con D'Annunzio alla guida del movimento. Viene avanzata la proposta di un "blocco fascista Veneto-Emiliano-Romagnolo-Toscano- Marchigiano-Umbro con quotidiano proprio".

Grandi - accusato da Mussolini di essere venuto al fascismo solo da pochi mesi - è in questa fase il vero teorico dell'opposizione, il portavoce del fascismo "delle nuove generazioni" contro il "vecchio" fascismo milanese. L'avvocato di Mordano si pronuncerà per il completamento della rivoluzione contro il compromesso parlamentare.

Mussolini reagirà dichiarando che il fascismo potrà "dividersi, scomporsi, frantumarsi, decadere, tramontare" e che, se sarà necessario, lui stesso darà "martellate potenti, per affrettare la sua rovina". Dirà che, se il fascismo può fare a meno di lui, anche lui potrà benissimo fare a meno del fascismo.

Subito dopo la riunione di Bologna darà le dimissioni dalla Commissione Esecutiva dei Fasci, dichiarando che il fascismo è ormai diventato "un puro, autentico ed esclusivo movimento di conservazione e di reazione".

Sfumato il patto di pacificazione coi socialisti, il Duce sarà avvicinato - anche in questo caso invano - da Nicola Bombacci, per un patto tra comunisti e fascisti contro il massimalismo socialista.

La resa dei conti all'interno del movimento fascista avverrà al Congresso di Roma del novembre. In quella occasione Grandi eviterà una rottura definitiva con il Duce, avviandosi a una carriera politica luminosa nel Regime.

Approfondimenti
  • Pietro Alberghi, Il fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989, pp. 389-390
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 354
  • Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta edizioni, stampa 1987, vol. I, p. 80
  • Brunella Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna, Il mulino, 2013, pp. 83-85
  • Mario Facci, Alessandro Borri, Porretta dall'Unità alla Repubblica, 1859-1948. Cronache porrettane, aspetti politico-sociali, i sindaci e i podestà, Porretta Terme, Gruppo di studi alta valle del Reno - Comune, 1998, p. 23 (data cit. per il patto di pacificazione: 6 agosto)
  • Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, pp. 184, 348-349
  • Emilio Gentile, E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma, Roma, Bari, GLF editori Laterza, 2012, p. 29
  • Dino Grandi, Il mio paese. Ricordi autobiografici, a cura di Renzo De Felice, Bologna, Il mulino, 1985, pp. 146-147
  • Mauro Grimaldi, Leandro Arpinati. Un anarchico alla corte di Mussolini, Roma, Società Stampa Sportiva, 1999, p. 33
  • Giulia Guazzaloca, Un fascista "diverso"? L'esperienza intellettuale e politica di Dino Grandi e i suoi rapporti col Duce, in Dieci bolognesi del Novecento, a cura di G. Venturi, Bologna, Istituto Carlo Tincani, 2005, pp. 51-89
  • Giancarlo Mazzuca, Luciano Foglietta, Sangue romagnolo. I compagni del Duce: Arpinati, Bombacci, Nanni, Bologna, Minerva, 2011, p. 90
  • Nazario Sauro Onofri, Gli anni della dittatura (1920-1943), in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 411
  • Nazario Sauro Onofri, I giornali bolognesi nel ventennio fascista, Bologna, Moderna, stampa 1972, p. 141 sgg.
  • Nazario Sauro Onofri, La Strage di Palazzo d'Accursio. Origine e nascita del fascismo bolognese, 1919-1920, Milano, Feltrinelli, 1980, p. 31
  • Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, p. 414
  • Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Bologna, Tinarelli, 2011, p. 156 (data cit.: 13 agosto)
  • Sven Reichardt, Camicie nere, camicie brune. Milizie fasciste in Italia e in Germania, Bologna, Il mulino, 2009, p. 86
  • Il sindacato nel Bolognese. Le camere del lavoro di Bologna dal 1893 al 1960, a cura del Centro documentazione-archivio storico della Camera del lavoro territoriale di Bologna, Roma, Ediesse, 1988, pp. 217-218
  • Angelo Tasca, Nascita e avvento del fascismo, a cura di Sergio Soave, Scandicci, La nuova Italia, 1995, pp. 268-271 (data cit.: 17 agosto)
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