Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

1907

Il restauro di Palazzo Sanuti Bevilacqua

Via Massimo D'Azeglio, 31, 40123 , Bologna (BO)

Il magnifico palazzo Sanuti Bevilacqua in via San Mamolo (poi via D'Azeglio) è restaurato tra il 1907 e il 1908 a cura di Alfonso Rubbiani (1848-1913).

Fu fatto costruire nel XV secolo da Nicolò Sanuti, conte della Porretta, sgomberando l'area di vecchi edifici e seguendo in parte lo stile toscano introdotto a Bologna da Lapo Portigiani.

Dal 1547, per volere di papa Paolo III, ospitò alcune sedute del Concilio di Trento e fu scelto nel periodo napoleonico come sede provvisoria del parlamento della Cispadana.

Ha una caratteristica facciata con tasselli a punta di diamante, tra i quali si apre un portone sormontato da un balconcino, “cinto da una ringhiera di ferro battuto lieve come una trina” (U. Beseghi).

La corte a doppio loggiato, con colonne scanalate e fregi che richiamano il portico bentivolesco di San Giacomo, venne edificata, dopo la morte di Nicolò Sanuti, dalla moglie Nicolosia, amante di Sante Bentivoglio.

L'intervento di Rubbiani dona alle sale del palazzo “la stessa nobiltà impressa dal primo costruttore” e ridà vita e splendore alla corte, di cui vengono ripristinati gli archi e rifatto il ricco soffitto a cassettoni della loggia.

Per quest'ultimo intervento i pittori Achille Casanova e Alfredo Tartarini utilizzano i resti della decorazione originale.

Approfondimenti
  • Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1957, pp. 213-223
  • Sergio Bettini, Il Palazzo dei Diamanti a Bologna. La committenza artistica di Nicolò Sanuti nell'età dei Bentivoglio, Parma, Diabasis, 2017
  • Giampiero Cuppini, I palazzi senatorii a Bologna. Architettura come immagine del potere, schede storiche a cura di Giancancarlo Roversi, Bologna, Zanichelli, 1974, pp. 55-57
  • Alfonso Rubbiani, Il palazzo Bevilacqua in Bologna, Milano, Alfieri & Lacroix, 1908
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