Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

1901

Epidemia di malaria alle porte della città

Una epidemia di malaria si manifesta tra il 1899 e il 1901 nella periferia nord-occidentale di Bologna, in località S. Egidio. Si tratta di una zona vasta quasi quanto il centro racchiuso nelle mura medievali.

Nel 1901 nella zona di S. Egidio sono segnalati 359 casi di malaria su 500 abitanti. Per nessuno di essi, fortunatamente, l'esito sarà mortale. Nell'ottobre 1902 il territorio sarà riconosciuto ufficialmente come malarico.

La malattia è presente in forma endemica in tutta la bassa pianura bolognese, dove nel corso dell'Ottocento si sono notevolmente ampliate le aree di coltivazione del riso e le valli di colmata.

Lo sviluppo di un'epidemia alle porte della città è frutto della combinazione di più fattori.

Dopo l'Unità la zona di S. Egidio è stata in parte occupata dal campo trincerato del generale Fanti. Con l'abbandono delle fortificazioni, nei fossati e nelle buche rimaste si sono formati stagni e acquitrini, regno della zanzara Anopheles.

Un altro fattore di rischio malaria sono le massicciate ferroviarie. Proprio fuori porta San Donato si è insediata la stazione della Ferrovia Veneta, che mette in comunicazione la città con il territorio notoriamente malarico delle valli di Comacchio.

La parte nord-occidentale della città è infine particolarmente interessata da una nuova espansione demografica e da una urbanizzazione a carattere popolare, dovuta alla espulsione dal centro storico - in corso di "risanamento" - di un gran numero di famiglie povere.

A tutti questi fattori si assomma il caso di tre annate (1899-1901) estremamente piovose nei mesi estivi. Il rapporto tra piogge e febbri malariche è stato osservato nel bolognese già nel XVIII secolo.

La vittoria sulla epidemia sarà in parte merito dei tempestivi provvedimenti indicati dal dott. Floriano Brazzola (1859-1921), patologo all'Università e conduttore del primo laboratorio batteriologico cittadino.

Tra essi figurano soprattutto il petrolio, il Larvicid, la polvere di crisantemi, i vapori di cloro e inoltre la profilassi individuale con reti metalliche.

A Bologna, inoltre, avranno efficacia - diversamente da altre regioni italiane - le leggi sul "chinino di Stato". Verso la fine di luglio del 1902 l'opera di bonifica del territorio interessato dall'epidemia malarica potrà dirsi positivamente conclusa.

Approfondimenti
  • Giuseppe Badaloni, La malaria in rapporto alla coltivazione del riso nella provincia di Bologna. Relazione letta al Consiglio provinciale di Sanità nell'adunanza del 14 dicembre 1901, Bologna, Gamberini e Parmeggiani, 1902
  • Sergio Sabbatani, Antonio Sandri, La malaria a Bologna fra XVIII e XIX secolo, vicende ambientali e ruolo dell'intervento umano, in: "Le infezioni in medicina", 1 (2000), pp. 42-52
  • Sergio Sabbatani, Antonio Sandri, La profilassi chininica agli inizi del XX secolo in Italia e nell'area a nord di Bologna teatro di una epidemia malarica, in: "Le infezioni in medicina", 3, 2000, pp. 176-190
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