Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

14 settembre 1842

Alluvione nelle Legazioni. "Memoranda" piena del Reno

Piogge a dirotto imperversano in Emilia dall‘11 al 14 settembre. Irrompendo dall‘alto degli Appennini le acque trascinano “derrate, bestiami, alberi, case, ponti”, formando estesi allagamenti in pianura.

Tutti i fiumi, i torrenti e i canali delle Legazioni rompono gli argini e straripano inondando le campagne, lasciandole “coperte di sterili sabbie, o di melma”. La provincia di Bologna è quella che subisce i danni maggiori.

Tra il 12 e il 14 settembre il Reno rompe gli argini in più punti nella bassa bolognese. Il 12 si apre una falla sull'argine sinistro alla chiavica di Buonacquisto.

Il 13 giugno un fontanazzo provoca il cedimento dell'argine sinistro al Traghetto di fronte a Molinella. Intanto per sormonto si ha uno squarcio di 117 metri in sinistra Reno, al Gallo di Poggio Renatico.

Il 14 settembre "per infradiciamento arginale" si apre un varco di 200 metri al Froldo Passerino, a valle di Argenta, con un allagamento di 23.000 ettari.

Altre rotte avvengono in località Martelli e a Ponte Ceppi. Quella sull'argine sinistro, a monte della foce del Samoggia, provoca un ristagno che durerà molte settimane, con gravi danni a Bagno di Piano.

Tra Malacappa e Trebbo si contano nove falle a sinistra e a destra del fiume. Tutta l'area tra Reno e Samoggia risulta allagata, con danni a Castelmaggiore e a Argelato.

Due rotte notevoli si verificano nell‘argine destro del Panaro, una all'altezza di Castelfranco e una di Crevalcore. Le acque uscite dall'alveo inondano il territorio di Crevalcore e di Palata fino al Cavamento.

Qui parecchie case sono rovinate e altre rimangono immerse nelle acque. Particolarmente danneggiate sono le risaie. Si contano diverse vittime.

Il 17 settembre il cardinale legato Ugo Pietro Spinola si reca a Poggio Renatico, dove gran parte degli abitanti si sono rifugiati nel castello.

Si ferma quindi a consolare gli abitanti di Galliera. Il paese è allagato per la rotta del canale Renello e il traboccamento dello scolo Riolo.

Raggiunge quindi a piedi l‘argine destro del Reno per osservare la rotta dell'argine sinistro in località Passerini. Al Poggio è colpito “alla vista di tanti infelici senza ricovero“ e delle campagne diventate un lago di acque torbide.

Il 14 settembre la bassa Romagna (o Romandiola) è quasi tutta allagata per la rottura del Santerno. A Conselice crollano alcune case. A Lugo il danno è immenso: l‘acqua è dappertutto, vi sono crolli e anche due vittime.

I distretti di Imola e Faenza sono particolarmente colpiti. Nell'imolese il 14 settembre rompe il Sillaro, inondando le campagne circostanti e rendendo difficile il salvataggio delle persone rimaste imprigionate dalle acque.

A Faenza la mattina del 14 il fiume travolge alcune case del Borgo d‘Urbecco e rovina il colossale ponte romano turrito, che lo collega alla città.

La comunicazione con i paesi al di là del Lamone rimane interrotta e le diligenze devono deviare con grande difficoltà fino a Ravenna.

Approfondimenti
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, p. 1016, 1018-1019 (ill.)
  • Giancarlo Leoni, Idrografia e bonifica del bacino del Reno. Notizie storiche, Bologna, Grafiche A&B, 1994, pp. 122-123
  • G. di Lucca, Stato Pontificio, 19 settembre, in: “Giornale del Regno delle due Sicilie”, n. 212, 30 settembre 1839, p. 847
  • Tra Reno e Samoggia: soluzioni per due fiumi, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 1999, p. 32
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