L'editto Bernetti
L'editto del 5 luglio, emanato dal cardinale Tommaso Bernetti, che detta norme per la formazione dei consigli comunali e provinciali, è ispirato in parte al Memorandum delle Potenze.
Una importante novità è il riconoscimento giuridico delle Provincie, a capo delle quali si istituiscono i Consigli, con competenze molto vaste, anche se solo consultive, che riguardano il controllo dei bilanci degli enti territoriali.
Il sistema di nomina dei consiglieri è una via intermedia tra elezione e designazione dall'alto: essi vengono nominati in base a una terna scelta dai delegati dei comuni. Due di essi sono possidenti "tra i più estimati".
Nei consigli municipali, composti da 48 membri nei comuni maggiori come Bologna, un terzo dei consiglieri deve essere composto di nobili, un terzo è scelto tra i possidenti maggiori e il resto tra il "ceto civile".
Al Consiglio della Comunità spetta l'elezione del Confaloniere e degli Anziani (gli assessori). E' riconosciuta solo ai consigli la facoltà di inoltrare petizioni o memoriali al Pontefice.
- Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 33
- Giacomo Martina, Pio IX (1846-1850), Roma, Università Gregoriana, 1974, p. 54
- Giovanni Natali, La rivoluzione del 1831 a Bologna e nelle Legazioni, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, pp. 29-30
- Ettore Rotelli, Gli ordinamenti locali preunitari, in: Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., pp. 248-249
- Giampaolo Venturi, Il governo tra Chiesa e Stato, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, p. 266