Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

ottobre 1817

I Guelfi e la Costituzione Latina

Costantino Munari (1772-1837), ex giacobino ed ex deputato del Basso Po, è incaricato di redigere un progetto di fusione tra la società segreta della Guelfia e la Carboneria.

Il testo da lui preparato prende il nome di Costituzione Latina. La Carboneria ed il Guelfismo verrebbero uniti in una sola società, "in cui la Carboneria è il corpo e il Guelfismo l'anima e la mente".

La Costituzione è approvata dal Consiglio Guelfo centrale nel corso di una riunione segreta tenuta in ottobre a Bologna nel Palazzo Hercolani.

La Società dei Guelfi è considerata la più temibile e pericolosa dalle varie polizie. E' diffusa in tutte le città dello stato pontificio. In ogni città vi è un Consiglio di sei membri e solo il Presidente conosce l'alfabeto cifrato utilizzato per le comunicazioni.

Uno studente particolarmente dotato viene incaricato di dirigere i giovani universitari e un Amico è inviato tra la plebe. Questi due membri non sono iniziati ai misteri dell'ordine.

Ogni Consiglio ha un nome. Quello del Centro Guelfo di Bologna è Virtù. Esso è l'erede delle associazioni segrete fiorite negli anni napoleonici: la Massoneria ufficiale, il Circolo costituzionale, la Loggia illuministica introdotta dal conte Alessandro Savioli.

Si rifà inoltre al centro direttivo dei Raggi, una società segreta che cospirava per l'indipendenza e l'unità d'Italia e si "irradiava" nelle Marche, in Lombardia e Piemonte.

Su di essa avevano puntato le potenze straniere interessate alla caduta di Napoleone, soprattutto l'Inghilterra. Significativamente, la Guelfia prende il nome da un grado massonico scozzese.

Lo scopo dei Guelfi è la liberazione e l'indipendenza d'Italia. Il catechismo della società parla dell'Italia come della Madre,

“una donna dalle trecce nere, dalle grosse poma, la più bella dell'universo, avente per manto il mare e per scettro altissimi monti, e per dote, oltre la bellezza, la sapienza, come un tempo la fortezza”.

Sofferente per le ferite inferte dai suoi vicini e dai suoi figli degenerati, si cerca per lei “il rimedio” e se ne auspica “il guarimento”.

Nelle adunanze, secondo l'uso delle accademie massoniche, sono proposti temi filosofici e politici. Esse avvengono nel palazzo dei principi Hercolani (o Ercolani) in strada Maggiore e tra i suoi membri si distinguono nobili e funzionari del passato regime.

Il principe Astorre Enrico Hercolani (1779-1829), che in passato ha comandato la Guardia Nazionale a Bologna, ha stretti rapporti anche con Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone.

Il suo segretario, Francesco Guerzi, introdusse clandestinamente in Emilia e Lombardia i proclami indipendentisti di Gioacchino Murat e, tra il 1831 e il 1848, animerà, assieme a Livio Zambeccari e Ugo Bassi, la Loggia "Concordia".

Il Legato Spina esprime al Consalvi una certa preoccupazione, definendo Bologna "la bussola di tutte le operazioni". L'Austria, invece, conosce l'attività dei Guelfi dal 1814, ma non gli dà molto peso.

Benchè diffusa in buona parte delle Marche, in Romagna e nel Polesine, la Guelfia è vista come una società di propaganda politica più che di preparazione ad un'azione rivoluzionaria immediata.

I suoi adepti appaiono "evanescenti" e non pericolosi. Parlano di indipendenza d'Italia, ma operano con molta lentezza, finendo per favorire il mantenimento dello status quo. Sono “una casta separata”, che fa la corte al Cardinale Legato.

I Guelfi disapprovano i tentativi carbonari nello Stato Pontificio. Nelle Marche cercano di tenere a freno la carboneria meridionale ivi importata da Murat.

Quest'ultima si è diffusa tra gli strati più bassi della popolazione, tradizionalmente su posizioni radicali, e fra i ceti artigianali che chiedono "riforme, libertà di commercio, unità dei pesi e delle misure, ritenendo però impossibile ottenerle da un governo ecclesiastico".

I settari delle Marche e di Romagna rimproverano alla Guelfia "l'inazione e il perder tempo con disquisizioni filosofiche", ma il fallimento del "moto inconsulto" di Macerata, scoppiato dopo la morte del Papa nel giugno 1817, le ridà prestigio e la Costituzione Latina la conferma come "società dirigente dei carbonari".

Il tentativo di dialogo tra le società segrete, promosso da Hercolani attraverso il Latinismo, sarà comunque destinato a fallire e ognuno andrà per la sua strada.

Nel frattempo, dopo l'elezione di papa Leone XII aumenterà la repressione nei territori pontifici e soprattutto in Romagna si moltiplicheranno attentati, arresti e processi ai carbonari.

Approfondimenti
  • Silvia Benati, Un affresco politico-sociale: la Società del Casino (1809-1823), in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, pp. 48-49
  • Aldo Berselli, Bologna dalla Restaurazione al 1831, in: Leopardi e Bologna, atti del Convegno di studi per il secondo centenario leopardiano, Bologna, 18-19 maggio 1998, a cura di Marco A. Bazzocchi, Firenze, L. S. Olschki, 1999, p. 8

  • Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 27
  • Fulvio Cantoni, Primi passi dell'azione liberale in Bologna (1818-1824), in: “Il Comune di Bologna”, 4 (1932), p. 56, 8 (1932), p. 49
  • Carte segrete e atti ufficiali della polizia austriaca in Italia dal 4 giugno 1814 al 22 marzo 1848, Capolago, Tip. Elvetica, 1851-1852, vol. 1., pp. 99-117
  • Giulio Cavazza, Bologna dall'età napoleonica al primo Novecento, in: Storia di Bologna, a cura di Antonio Ferri, Giancarlo Roversi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 281
  • La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009, a cura di Roberto Martorelli, Bologna, Tipografia moderna, 2009, pp. 204-209
  • Giorgio Fioravanti, Costantino Munari e la Carboneria, in: “Ventaglio”, 34 (2007), pp. 66-71
  • Mirtide Gavelli, Il sentimento e l'impegno patriottico, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, pp. 276-279
  • Carlo Manelli, La Massoneria a Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, p. 71
  • Umberto Marcelli, Le vicende politiche, in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, p. 11
  • Pia Onnis Rosa, Filippo Buonarroti e altri studi, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1971, pp. 253-255
  • Augusto Pierantoni, Carbonari dello Stato Pontificio ricercati dalle inquisizioni austriache nel Regno Lombardo-Veneto (1817-1825), Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1910
  • Domenico Spadoni, Bologna e Pellegrino Rossi per l'indipendenza d'Italia nel 1815, in: "Rassegna storica del Risorgimento", (1916), pp. 144-145
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